Francesca Deserra
di LUCIA BECCHERE
Zizza (Francesca) Deserra ha festeggiato i suoi 100 anni il 10 marzo. Ultima di sei figli di Giovanni Maria pastore e Serafina Fancello casalinga, a Dorgali ha frequentato le elementari e l’avviamento professionale. Ricorda le tante competizioni sportive con le scuole di Nuoro quando eccelleva sempre nella corsa classificandosi al primo posto. Finite le scuole ha seguito diversi corsi di taglio, cucito e ricamo perché la mamma era aperta a qualsiasi proposta formativa.
“Avevo 14 anni – racconta -, quando dopo la morte di mio padre mi hanno fatto indossare sa vardetta e fatto sos cucos, acconciatura tipica dorgalese. Ho pianto perché non li volevo, sapevo che mi avrebbero fatto perdere tutti i capelli”.
A 24 anni ha sposato Tonino (Antonio) Mulas di 31, agricoltore e allevatore ma soprattutto perito esperto sulla valutazione dei terreni agricoli. Reso invalido dalla guerra combattuta sul fronte greco, era stato ricoverato all’ospedale di Firenze facendo ritorno in paese nel ‘41. “L’ho conosciuto in chiesa – ricorda – dove insegnavo il catechismo, facevo parte del coro diretto dalle suore e anche dell’Azione Cattolica di cui lui era Presidente, molto attivo all’interno della parrocchia col gruppo di don Meloni. La paralimpa è stata una mia zia. La conferma non gliela ho data subito, le ho detto che ci avrei pensato, dovevo trovare conforto nella preghiera perché avevo paura di sbagliare. Il mio matrimonio si è svolto nella massima semplicità. Mio marito vestiva l’abito classico, io il costume tradizionale con tutti i gioielli “zai idi cosa ‘e mancare” – aggiunge con simpatica ironia -. Essendo la più piccola di casa – prosegue -, godevo di tanta libertà e gli impegni familiari mi stavano un po’ stretti. Mi pesava fare il fuoco la mattina presto e governare ogni giorno la casa”.
Dalla loro unione sono nati 8 figli, il primo Bibi (Giovanni Maria) è venuto a mancare molto piccolo per una meningite fulminante, Stefania se n’è andata a 51 anni per un male incurabile.
Tzia Zizza ha lavorato in campagna dove con l’aiuto degli operai si occupava della raccolta delle olive nel suo grande oliveto e ha gestito da sola il tabacchino fino a che ha assunto una dipendente. “Quell’esercizio mi ha permesso di mantenere i figli agli studi – dichiara con orgoglio – quattro donne a Roma dalle suore Betlemite, Giampaolo dagli Scolopi a Genova mentre il più piccolo Maurizio non ha completato gli studi e oggi fa l’allevatore.
Tzia Zizza non porta gli occhiali: “mi danno fastidio leggo meglio senza”, confessa. Preferisce i cibi saporiti alle verdure se non ripassate in padella con un po’ di pancetta e alla pasta industriale preferisce quella fatta in casa. Fino all’estate scorsa era lei a fare dolci e culurjones per tutti. Ha visitato Arezzo, Torino, Assisi e Perugia. A Roma è andata più volte carica di valigie per portare le provviste alle figlie. Non ha mai voluto spingersi fino a Panama dove la figlia Liana insegna italiano e latino all’Università, perché troppo lontano. E’ una accanita lettrice, Vincenzo Paglia e la parola di Dio è l’ultimo libro che ha letto.
E’ contenta di aver esercitato il suo diritto di voto il 25 febbraio: “E come se lo sono – sottolinea -, l’ho sempre fatto fin dal lontano 1946 quando mi sono recata alle urne per la prima volta”.
Cosa ha provato il giorno del suo compleanno?
“Ero molto emozionata e allo stesso tempo lusingata per la stima e l’affetto dei parenti e di tutta la comunità dorgalese dove io e mio marito annoveriamo 80 figliocci. A don Pietro Moro che durante l’omelia mi ha chiesto un auspicio per i 13 nipoti e i 6 pronipoti ho risposto: “Per prima cosa la salute e che frequentino sempre la chiesa senza mai perdere la messa la domenica”.
Cosa si augura?
“Sono a disposizione del Signore, lui sa cosa fare di me. Gli chiedo solo di darmi le forze per andare avanti”.
Auguri nonnina 🎂
Tantissimi auguri
Tanti Auguri 💐🎂
Dio la benedica 🙏che bella🤩