Marcello Mura
di RITA CODA DEIANA
Il filo che connette il passato con il presente, questa volta mi ha guidata a conoscere un mestiere antichissimo quello del “falegname.” Un antico mestiere che risale alla notte dei tempi anche perché il legno era una delle materie prime più utilizzate dall’uomo per provvedere alle proprie esigenze. Pensare al legno come materia prima significa connettersi col possibile, su ciò che già esiste ma resta nascosto all’occhio dell’inesperienza. Il legno è materia in divenire che cela in sé la forma. Come le sculture di Rodin, nel legno l’opera è indefinita, celata, in continua trasformazione. Sembra quasi che l’opera esca prepotentemente dalla sua stessa materia base senza mai distaccarsene del tutto, celandosi agli occhi dei più.
E’ interessante notare come nel lavoro di un antico mestiere come quello del falegname, il legno si avvicini alla manualità anche nella sua accezione di linea o di nervatura. Infatti la mano cela in sé la linea o meglio le linee del suo passato e del suo futuro, esattamente come fa il legno con le sue nervature e vene lignee. In questo senso allora il legno diviene narratore, si fa cantastorie, la voce con cui si ripercorrono gli anni a ritroso e si auspicano quelli avvenire.
Ma come e quando nasce la passione per questo antico mestiere?
Il falegname è un mestiere antico che amo e dovendo ritornare a ritroso nel tempo, rifarei sempre questo mestiere. E’ un mestiere indispensabile e di precisione…così esordisce signor Marcello Mura di Sadali che nasce con la passione per il legno. Leggere tra le nervature del legno è come leggere nel Tempo di tutti noi, quando ancora non c’eravamo o quando per svariati motivi eravamo distratti dalla quotidianità. Il legno si fa portavoce di tutti noi, diventa l’autore di una storia nella quale tutti noi siamo presenti, consapevolmente o inconsapevolmente.
A 21 anni cominciò a lavorare in proprio, si iscrisse all’albo delle imprese artigiane e da allora ha sempre continuato a lavorare come falegname e restauratore. Esercitò il mestiere del falegname prima nella falegnameria del padre, poi optò per un locale più idoneo e prese in affitto un garage e in seguito realizzò la sua falegnameria nei locali adiacenti alla sua abitazione attuale dove è presente anche un negozio. Ma poiché il lavoro era tantissimo ed era necessario un locale più capiente per la sistemazione dei nuovi macchinari, si trasferì poi nell’attuale falegnameria. Il lavoro del falegname è un lavoro duro ma gratificante, così racconta signor Marcello perché ritiene che sia un lavoro creativo, dove la passione e la fantasia sono indispensabili…il falegname è un artista che plasma la materia lignea che è anche memoria naturale, derivando dall’albero quale depositario del Tempo. Proprio questo suo legame con la Natura rende l’opera del falegname, del restauratore o dell’intagliatore un continuo rinnovarsi e reinventarsi senza mai trovare una vera conclusione. Il Tempo diviene fluidità con cui creare, con cui alimentare la reminiscenza. Nel legno si riversa il fuoco dell’ingegno umano, rendendolo vivo. Ogni manufatto ligneo racchiude in sé una forza nascosta, un’energia calda che si amplifica nell’atmosfera quasi ad indicare che l’albero vive ancora e che non è altro che l’essenza stessa che impregna di sé l’opera.
Signor Marcello mi narra le difficoltà che ha dovuto affrontare durante il percorso del mestiere del falegname, anche perché da giovanissimo era impegnato ed esposto politicamente e questa sua scelta ha influenzato la sua attività lavorativa, penalizzandolo con il ritardo dei pagamenti da parte degli acquirenti per i lavori realizzati, ma non solo, ha subito anche delle delusioni. Ma come afferma signor Marcello, un artigiano che lavora in proprio è consapevole dei rischi ai quali può andare incontro nel suo mestiere. La sua determinazione e passione per questo antico mestiere, lo hanno portato ad andare sempre avanti, a continuare a lavorare e ad impegnarsi, realizzando opere di grande prestigio nel nord-est della Sardegna (Costa Smeralda), nella zona dell’Ogliastra (Cardedu) nel basso Lazio e in diverse altre località. Negli anni ’60/’70, come materia prima utilizzava il legno di castagno al 95% perchè presente nei boschi della zona, poi con il tempo ha utilizzato il legno che arrivava dall’estero, come il mogano, il pino di Svezia, il meranti. Ma il processo di introduzione del legno in Sardegna, proveniente soprattutto dai paesi dell’est, comportava costi gravosi di trasporto, anche a causa delle frontiere chiuse, costi che poi andavano ad influenzare l’attività economica della figura del falegname. Negli anni successivi fino al 2010 ha avuto diversi dipendenti nella sua falegnameria.
Marcello Mura, 82 anni, falegname: “Il mio sogno? Che i giovani imparino il mio mestiere” .
Signor Marcello ha un grande sogno che è quello di dare in comodato d’uso gratuito la sua falegnameria a chiunque fosse interessato per 5 anni, mettendo a disposizione non soltanto il locale ma anche tutti i macchinari presenti. Un sogno e gesto nobile che nasce dall’amore e la passione che nutre per il lavoro del falegname che gli è stato tramandato dal padre…un antico mestiere che è ispirazione e creazione allo stesso tempo, fantasia e tecnica, maestria e precisione. Un sogno che crea un ponte tra antico mestiere e tempo moderno, per unire e preservare un antico sapere che altrimenti andrebbe dimenticato, per evidenziarne il ruolo in un’ottica di sviluppo sociale.
Infinitamente grazie di cuore Massimiliano Perlato per la considerazione e fiducia. La collaborazione e la condivisione, sono sempre dei grandi gesti di bontà e umiltà nei confronti degli altri esseri… Simili e non simili. Un gesto di libertà e di apertura mentale. Ancora grazie infinite. Buon fine settimana e ogni bene a te e famiglia.
Lello Mura amico mio , sei un grande maestro per tutti.❤️