di FILIPPO PETRUCCI
Le famiglie italiane perdono 240 euro al mese a causa dell’inflazione. Questo è il risultato nazionale della ricerca Acli “Povere famiglie. L’impatto dell’inflazione sui redditi degli italiani”, realizzata dall’Osservatorio nazionale dei redditi e delle famiglie in collaborazione con il Caf Acli e l’Iref (Istituto di ricerche educative e formative).
È un dato che a livello regionale era stato messo in evidenza già mesi fa, a seguito della pubblicazione dei dati ISTAT sulla povertà delle famiglie.
In quella occasione le ACLI Regionali avevano lanciato l’allarme: in Sardegna l’incidenza della povertà relativa individuale è pari al 20%, un dato superiore al 14,8% della media nazionale, e ben più elevato rispetto al 9,2% del Nord, dal 9,9% del Centro, e solo leggermente inferiore dal 25,3% del Sud. Non va meglio per il dato della povertà relativa familiare, dove la Sardegna è sesta per percentuale di famiglie che vivono in povertà relativa, col 15,3%, rispetto al 10,9% della media nazionale.
A spingere questo peggioramento è stato soprattutto l’andamento dell’inflazione, generata in parte dall’aumento dell’energia e poi dal mancato controllo successivo dei costi dei generi alimentari non tutti causati da un analogo aumento dei costi di trasporto ma da una speculazione diffusa che è andata a sommarsi alle conseguenze del cambiamento climatico su alcuni generi alimentari di base, come l’olio d’oliva.
In Sardegna, l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (base 2015=100) al 2023 è pari a 120,6, mentre a livello nazionale è pari a 119,6: ciò significa che una famiglia sarda deve spendere il 21% in più rispetto al 2015 per acquistare lo stesso paniere di beni, mentre nel resto d’Italia si spende il 20% in più. Tuttavia, è molto interessante quello che è accaduto nel periodo post-pandemico: infatti nel 2020 l’indice dei prezzi al consumo in Sardegna era inferiore al livello nazionale, 102,1 contro 102,7, mentre oggi è il contrario. Se andiamo a vedere di quanto è cresciuto il livello dei prezzi associato a quel paniere, vediamo che i sardi affrontano un +18,5 di aumento dei prezzi rispetto al 2020, mentre la media delle famiglie italiane affronta un aumento inferiore e pari al +16,9.
“È il momento di intervenire per invertire questa spirale di povertà -commenta Mauro Carta, presidente regionale delle Acli- è assolutamente necessario porre una maggiore attenzione nei confronti di chi vive in povertà e più in generale di tutte le famiglie che devono fare fronte a questi aumenti. Come Acli noi continuiamo a esser presenti sui territori per lavorare con le comunità locali e contestualmente a fornire ai decisori politici le nostre analisi sui fenomeni economici e sociali”.