PER CONOSCERE GOFFREDO MAMELI – EROICO PATRIOTA DEL RISORGIMENTO ITALIANO, AUTORE DELLE PAROLE DELL’INNO NAZIONALE – E LE ORIGINI OGLIASTRINE DEL PADRE

La miniserie in quattro episodi, intitolata “Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia”, andata in onda il 12 e il 13 febbraio in prima serata su Rai1, ha fatto riscoprire la figura dell’autore delle parole del nostro inno nazionale (la musica è invece del coetaneo Michele Novaro). Mi sono occupato del padre Giorgio Mameli e del figlio Goffredo, eroe del nostro Risorgimento, in un articolo dal titolo “Le origini sarde del padre di Goffredo Mameli” pubblicato nel n. 153, novembre 2006, di “Tottus in Pari”. In questo contributo aggiorno le notizie contenute nel mio scritto del 2006.

A tutti sono noti gli elementi essenziali della biografia di Goffredo, che qui di seguito vengono ripresi.

Goffredo Mameli dei Mannelli nacque a Genova il 5 settembre 1827, da Adelaide Zoagli, marchesa dell’alta nobiltà ligure, e da Giorgio Mameli, ufficiale della Regia Marina Sarda. 

Goffredo, studente e poeta precocissimo, di sentimenti liberali e repubblicani, aderì al mazzinianesimo nel 1847, l’anno in cui partecipò attivamente alle grandi manifestazioni genovesi per le riforme e compose “Il Canto degli Italiani”.

Nonostante la febbre, era sempre in prima linea nella difesa della città assediata dai francesi: il 3 giugno fu ferito alla gamba sinistra, che gli fu in seguito amputata per la sopraggiunta cancrena. Morì d’infezione il 6 luglio 1849, a soli ventidue anni. Le sue spoglie riposano nel Mausoleo Ossario del Gianicolo.

Per conoscere la biografia dell’eroico patriota risorgimentale sono utili i seguenti  libri: 1) Massimo Scioscioli, “Virtù e poesia. Vita di Goffredo Mameli” (Milano, Franco Angeli, 2000, pp. 224); 2) Massimo Scioscioli “Goffredo Mameli: una vita per l’Italia”, prefazione di Gianfranco Fini, Roma, Editori Riuniti, 2011, pp. 303; 3) Gabriella Airaldi, “«L’Italia chiamò». Goffredo Mameli poeta e guerriero”, Salerno Editrice, pp. 228, maggio 2019.

È questa però anche l’occasione per riportare alla memoria tre pubblicazioni di autori sardi che si sono occupati anche delle radici isolane del padre di Goffredo, cioè Giorgio Giovanni Mameli dei Mannelli (nato a Lanusei il 24 aprile 1798 – morto a Genova il  9 aprile 1871), ammiraglio, distintosi particolarmente come ufficiale nel corso della battaglia navale di Tripoli (27-28 settembre 1825), e poi nel corso della prima guerra d’indipendenza italiana nella campagna navale in Adriatico del 1848; impegnatosi in politica, fu deputato nella II, III e V legislatura del parlamento del Regno di Sardegna, fu decorato con la Croce di Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia, e con la Gran Croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Il primo volume è quello di Angelino Usai; è intitolato “La sardità dei Mameli e le radici ogliastrine di Cristoforo e di Goffredo” (Cagliari, Fossataro, 1974, pp. 76, ill.) e ricostruisce l’albero genealogico della famiglia dei Mameli a partire dal matrimonio a Lanusei, il 28 ottobre 1649, tra Cristoforo Mameli (di famiglia originaria di Arzana) e Giovanna Lay, di famiglia di Lanusei.

Il secondo volume cui ho fatto cenno, intitolato “Poeta di libertà. La breve vita intensa di un grande del Risorgimento: romanzo” (Genova, Bruno Boggero editore, 1982, pp. 255), è firmato da Nino Mameli, nato nel 1935 a Sestu (Cagliari).

Nella prefazione di Sandro Pertini si afferma che «nelle pagine di questa biografia romanzata (ma aderente alla verità storica) Goffredo Mameli ritorna tra noi appena sfiorato dalla morte, come se l’avessimo conosciuto da sempre, per riprendere un discorso interrotto». In appendice all’opera sono pubblicati alcuni giudizi espressi su Mameli da alcune grandi personalità (Mazzini, Garibaldi, Bixio, Carducci), i suoi testi poetici più famosi, e una breve cronologia.

Nino Mameli è ritornato sull’argomento, venti anni dopo la sua prima ricerca, con il volume “Un gigante del Risorgimento: la personalità, l’impegno storico, le note ‘segrete’ di Goffredo Mameli” (Firenze, L’Autore Libri, 2002, pp. 138).

Tutti i libri citati sottolineano il fatto che due furono le donne che si recarono spesso al capezzale di Goffredo Mameli nei trentatré giorni di sofferenza passati nell’Ospizio dei pellegrini di Roma. Una è Cristina di Belgioioso, la principessa alla quale la repubblica romana aveva affidato il compito di coordinare il lavoro delle dame di carità. A far visita a Goffredo è anche una giovane donna di Pavia: Adele Brambati, moglie di Giuseppe Baroffio, che il 3 maggio 1848 era stato nominato segretario della Legazione romana della Repubblica di Venezia. Scioscioli sostiene che «l’incontro fra Adele e Goffredo, diversamente da quello che scrive Mazzini (e cioè che i due si erano incontrati a Roma), era probabilmente avvenuto a Pavia, nella esaltante giornata del 23 marzo 1848, oppure a Genova nell’estate-autunno del 1848, quando il capoluogo ligure era diventato meta di molti esuli lombardi».

Tre note finali.

1) Nel volume di Scioscioli è richiamato il saggio di Angelino Usai ma l’aggettivo “ogliastrine” (cioè dell’Ogliastra) del titolo, che per i sardi non pone problemi di comprensione, per un antipatico refuso diventa “ogliastiche” (termine peraltro inesistente in italiano).

2) Nel libro di Giampiero Mughini “La mia generazione. Le idee, i personaggi, i sogni di una casa a Trinità dei Pellegrini” (Mondadori, 2002), viene ricordato l’appartamento che l’autore affittò a Roma ai primi degli anni Settanta del secolo scorso: «Era in un edificio che era stato innalzato sulle rovine del convento eretto dalla Chiesa a ospitare i pellegrini di un giubileo della seconda metà del Seicento, e di cui faceva parte il pianoterra entro al quale venne installato l’ospedale da campo dove morì Goffredo Mameli». Nell’inserto fotografico è riprodotta la lapide, apposta sulla facciata, che reca questa iscrizione: «In questo ospizio Goffredo Mameli poeta e molti altri valorosi morirono di ferite per la libertà d’Italia nell’anno 1849».

3) Per completezza di informazione, è da tenere assolutamente in conto il documentatissimo saggio critico scritto da Riccardo Virdis, intitolato “Ancora sulla genealogia dei Mameli”, pubblicato nella rivista “Studi ogliastrini, n. 13/2017, pp. 165-190.

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4 commenti

  1. Bellissimo, grazie caro Paolo, dopo aver apprezzato la mini serie televisiva mi mancava questo approfondimento sulla vita. ideali e sentimenti del patriota, sardo di seconda generazione! Complimenti di cuore!

  2. Grazie Paolo per la tua instancabile attività di ricerca e divulgazione di contenuti di così notevole spessore. Il tuo scritto ci restituisce la forza, la freschezza e l’autenticità di sentimenti del giovane Mameli, che trovano la sintesi ne “Il canto degli italiani”, nonché il legame generazionale con la Sardegna.

  3. virgilio+mazzei

    Grazie Paolo. Bravissimo come sempre nell’offrirci pagine di storia/e meravigliose di personaggi nelle cui vene scorre sangue sardo. I Mameli che ci hai presentato ne sono l’esempio.

  4. MERAVIGLIOSO PATRIOTA.

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