di LUCIANO PIRAS
«Come sardi siamo offesi di dover pagare un tributo che già le servitù militari con le sue esercitazioni “invasive” compromettono la sostenibilità ambientale ed economica di una vasta porzione di terra sarda dal valore inestimabile». È con queste parole che Bastianino Mossa, presidente della Fasi, Federazione associazioni sarde in Italia, si schiera contro qualsiasi ipotesi di fare della Sardegna il deposito delle scorie nucleari.
Con lui c’è naturalmente l’intero mondo dell’emigrazione, a sollevare la voce per difendere l’isola al centro del Mare nostrum. Tant’è che la Fasi fa propria la dichiarazione: «Siamo già terra di servitù militari e carcerarie, poi da mesi presi di mira dalle multinazionali dell’eolico, il deposito per le scorie nucleari sarebbe l’ennesimo oltraggio all’ambiente e alla nostra identità». Affermazione rilasciata dagli Stati generali della Sardegna riunitisi a Cagliari per opporsi alla possibilità che alcuni siti di stoccaggio delle scorie siano stati individuati nell’isola.
«È evidente una sottrazione di sovranità del popolo sardo a poter governare la propria regione da parte di scelte calate dall’alto!» alza i toni Bastianino Mossa dal quartier generale della Fasi, nella corte della Faggiola, a Podenzano, una manciata di chilometri dal capoluogo della provincia emiliana. «Da una parte – è l’argomentazione conseguente – si parla di Einstein telescope e dall’altra c’è l’invasione di progetti speculativi sull’eolico da parte di multinazionali, che hanno l’unico scopo di lucrare sul vento che accarezza la Sardegna. Questa opposizione l’abbiamo formalizzata due anni fa tramite mozioni ad hoc sia nel Congresso nazionale Fasi sia recentemente nel Consiglio nazionale che ha visto riuniti a Piacenza i settanta circoli della nostra federazione. Riteniamo che questo è un momento grave per il futuro di una terra che ci invidiano in tutte le parti del mondo, per cui saremo al fianco di coloro che si battono contro questi veri e propri soprusi ambientali e di conseguenza, come sardi di fuori – conclude il presidente Mossa –, appoggiamo e appoggeremo in futuro l’amministrazione regionale, i sindaci e tutti gli amministratori sardi in questa battaglia di salvaguardia della nostra terra d’origine».