EVA E PETRA DE SU BOCCIDORGIU DE BUGGERRU A SU SCIOPERU GENERALE: UN PEZZO DI STORIA RACCONTATO DA GIANNI LOY

Le note di “Per Elisa” risuonano nell’aria ed ecco… il ricordo affiora. Eh sì, le note della musica sono note d’amore, sono un abbraccio lasciato in sospeso, sono quell’amicizia tra due bambine che neppure l’avidità degli adulti riuscirà a lenire.

Eva e Petra, coetanee, amiche del cuore e compagne di scuola. Sono diverse Eva e Petra, ma l’innocenza dell’infanzia non vede divari di alcun genere. Fino a quel 4 settembre del 1904.

Gianni Loy, autore di “Eva e Petra de su boccidòrgiu de Buggerru a su sciòperu generale” ci presenta un’opera delicata nella sua durezza che ancora oggi, a distanza di anni, è difficile da cancellare dagli occhi e dalle menti di chi lo ha sentito raccontare per voce dei propri nonni o genitori.

L’Eccidio di Buggerru, nel Sud Sardegna, è un pezzo di storia. Quel piccolo paese, la Petit Paris, era ricco. Molto ricco. I primi del Novecento furono gli anni d’oro per un piccolo centro dell’Iglesiente. Infatti, nel giro di un anno, dal 1903 al 1904, per mano di dirigenti minerari, una trasformazione radicale segnò il paese che sfiorò gli ottomila abitanti: illuminazione elettrica, strade, sale da ballo, banda musicale, negozi, scuole, un ospedale, palazzi, ville, e modeste abitazioni per i minatori.

A dirigere le miniere della “Société des mines de Malfidano” di Parigi, fu il greco Achille Georgiades, giunto da Costantinopoli.

Ma i veri protagonisti di tanta ricchezza furono proprio i minatori. Ma a che prezzo!

Il risveglio dal sogno di un Eldorado vicino a casa fu repentino: ben presto gli operai si accorsero della triste realtà dettata da condizioni di lavoro disumane per poche briciole.

“Ci vogliono morti!. .. Quel greco bastardo”, furono le parole di Giuanni, il padre di Eva, pronunciate alla moglie in un momento di grande rabbia.

Quelle parole sentite dalla figlia produssero un effetto boomerang. Il greco bastardo, che possedeva una Decauville, la prima macchina immatricolata in Sardegna, era il padre della sua migliore amica Petra. Impossibile credere e dare un senso a una realtà così dura, simile crudeltà. Una bambina non poteva immaginare che il pianoforte nella villa di Petra fosse il prodotto di lacrime di sangue di tante donne cernitrici e tanti uomini minatori e, compreso il suo. Era difficile da comprendere.

Quando fu staccata la corrente elettrica Eva ebbe paura. Quel buio, piombato all’improvviso dopo una fase di Belle Epoque, indicava un presagio. Erano le due del pomeriggio, dopo la pausa pranzo, al suono della sirena nessun minatore fece rientro. L’ingresso della miniera fu sbarrato. L’urlo si sollevò e corse rapido per le vie di tutta Buggerru.

Era stato proclamato lo Sciopero Generale, il primo in assoluto in Italia e in Europa.

Di lì a poco una truppa attaccò i manifestanti, colpi di baionette, lanci di sassi … sangue, feriti e morti.

Gianni Loy, scrittore, poeta e sceneggiatore e, Francesco Del Casino, maestro d’arte e illustratore,  traduzione al logudorese di Banne Sio, sono stati capaci di dipingere con parole e disegni, come graffiti sui muri, il diritto primordiale dell’uomo, forse dimenticato: quello ad un lavoro dignitoso, ben retribuito e in sicurezza.

Quando ascolteremo Per Elisa, sarà come rivivere quegli attimi, da ricordare per non ripetere, per l’ennesima volta gli stessi errori.

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Un commento

  1. bellissimo libro

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