FEDE, DEVOZIONE, TRADIZIONI E NATURA: LA SARDEGNA DA SCOPRIRE CAMMINANDO

Vivere la Sardegna avendo la possibilità di immergersi lentamente nella natura, ascoltarne i suoni, lasciarsi inebriare dai profumi, provare a riconoscere le note aromatiche trasportate dal vento e contemporaneamente avere il tempo di meditare, pregare, seguire percorsi non solo religiosi toccando con mano tradizioni, fede e devozione.  Sono questi gli ingredienti di una vacanza in Sardegna sotto il segno del turismo lento e delle passeggiate. L’Isola è una terra di camini religiosi e di lunghi itinerari a piedi che attraversano tutto il territorio. Proprio il mese scorso è stata lanciata la seconda edizione di “Noi camminiamo in Sardegna”, un progetto voluto dall’assessorato regionale guidato dall’assessore Gianni Chessa proprio per far conoscere alcuni dei possibili percorsi per scoprire la Sardegna. Nel progetto rientrano sette cammini: il cammino di Santu Jacu, quello di San Giorgio Vescovo di Suelli, il cammino minerario di Santa Barbara, quello di Sant’Efisio. E poi le vie dei santuari, le 100 Torri e il cammino Francescano. Scegliere di portare a termine uno di questi cammini significa immergersi nella natura e nelle tradizioni religiose dell’Isola senza avere fretta ma assaporandone l’essenza.

Cammino di Sant’Efisio. E’ il cammino che ripercorre tutte le tappe del pellegrinaggio dedicato a Sant’Efisio con il simulacro che dalla chiesa di Stampace a Cagliari si sposta per raggiungere la chiesa romanica di Nora. Lungo il percorso ci sono le varie tappe che toccano Capoterra, Sarroch, Villa San Pietro e Pula. Un percorso che ogni anno coinvolge migliaia di fedeli già alla partenza – da non perdere la sfilata degli abiti tradizionali – e che permette di conoscere tutta l’area metropolitana di Cagliari. Suggestiva la prima tappa a Giorgino,dove la statua di Sant’Efisio viene spogliata dagli abiti più sfarzosi per indossare quelli più umili da viaggio. Da non perdere, arrivati a Pula, una visita alle chiese di San Raimondo e San Giovanni Battista e una passeggiata nell’area archeologica di Nora, uno dei siti più importanti di tutta la Sardegna. Recentemente è stato realizzato anche il logo ufficiale del Cammino di Sant’Efisio che richiama in qualche modo tutte le tappe.

Cammino di Santu Jacu. Sono quattro i possibili percorsi che compongono il cammino di San Giacomo Maggiore, Santu Jacu in sardo, e toccano praticamente tutte le città in cui ci sono chiese dedicate a San Giacomo. I quattro itinerari attraversano praticamente da nord a sud tutta l’Isola. Il percorso completo è composto infatti di oltre 1600 chilometri e attraversa aree archeologiche, parchi naturali, zone verdi, foreste e borghi. Dal mare alla montagna, quindi, in un ideale itinerario in cui la natura e le bellezze della Sardegna avvolgono il visitatore. Entrando nel dettaglio c’è l’itinerario centrale lungo 420 chilometri che da Cagliari raggiunge Porto Torres; quello lungo quasi 390 chilometri che unisce l’area del Sulcis con le isole. Il percorso ovest, invece, lungo circa 180 chilometri porta da Noragugume a Oristano, mentre quello est che unisce Orosei a Olbia è lungo quasi 300 chilometri. C’è solo l’imbarazzo della scelta sull’area della Sardegna che si intende visitare.

Cammino San Giorgio Vescovo. E’ di oltre 500 chilometri il cammino di San Giorgio Vescovo che unisce idealmente Cagliari a Oliena, ripercorrendo tappa dopo tappa il percorso di evangelizzazione fatto da San Giorgio. Il viaggio di fede e devozione permette di attraversare zone suggestive del territorio: il Sarcidano, la Trexenta, il Parteolla, la parte orientale della Barbagia con la sua natura incontaminata, ma anche l’Ogliastra. Durante il camino in quest’ultima area non passeranno certamente inosservati i Tacchi d’Ogliastra, i monti calcareo-dolomitici che prendono il nome dalla loro caratteristica forma e che racchiudono tesori naturalistici unici, tanto che sono stati riconosciuti come geositi di interesse Mediterraneo.

Cammino minerario di Santa Barbara. Unisce la devozione e la fede alle suggestioni create dall’archeologia industriale il cammino minerario di Santa Barbara, circa 400 chilometri da percorrere lentamente attraversando il Sulcis, l’Iglesiente e la zona di Guspini. Un percorso di fede, visto che si toccano tutte le chiese e la torre del martirio di Santa Barbara, la santa patrona dei minatori. E proprio il percorso minerario che contraddistingue tutto l’itinerario tra mari, monti e resti di quella che era l’attività mineraria in Sardegna. Passeggiando si percorreranno mulattiere, stradine sterrate, attraversando le ferrovie dismesse del Sulcis, del Guspinese e dell’Iglesiente. Non è un percorso particolarmente difficile da seguire, nonostante la parte di strade lastricate o normali da percorrere rappresenta solo il 25 per cento di tutto l’itinerario. Il viaggio permetterà di visitare alcuni siti che fanno parte del Parco geominerario della Sardegna, come le miniere di Monteponi, Montevecchio, e quella di Serbariu, immergendosi in quella che era la vita dei minatori grazie anche ai borghi e ai villaggi abbandonati che erano stati appositamente costruiti per ospitare i lavoratori impegnati nelle attività estrattive.

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Un commento

  1. Matteo Algranati

    Bell’articolo Max. Interessante

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