di FRANCESCO CANEPA
Grande attesa da parte del folto pubblico del Gremio per Luigi Contu, attuale Direttore dell’ANSA, di famiglia sarda, ma nato a Roma.
Accompagnato dalla collega Alessandra Longo, di Trieste, ha portato la sua opera : “I libri si sentono soli” ( La nave di Teseo 2023 ).
In premessa viene annunciata dal nostro Presidente Antonio Maria Masia, la presentazione per sabato 25 novembre dell’evento teatrale e musicale in onore del centenario di Italo Calvino e della madre sarda Eva Mameli, e per domenica 26 novembre del libro del nostro socio, giornalista di nome Contu, ma, Giordano, oggi con noi in sala Italia.
Il nostro Francesco Madonna curerà le letture odierne, mentre prepara per il teatro Anfitrione di Roma “Il risveglio di Otello”, liberamente tratto dall’opera di Shakespeare.
Apriamo con un filmato, curato dallo stesso Autore, che introduce il libro con le parole e l’immagine di Albert Einstein, seguito dagli interventi di Buzzati, Ungaretti, Montanelli e tanti altri nomi celebri della letteratura e del giornalismo.
Il Presidente Masia spiega che l’idea nasce dal lascito da parte del padre Ignazio, noto giornalista, di una biblioteca di circa quindicimila volumi, in parte già del nonno Raffaele, grande intellettuale e scrittore, amico di Ungaretti. Fra l’altro, sottolinea con evidente orgoglio Masia, uno dei ri-fondatori del Gremio nel 1948, insieme a Pasquale Marica, Remo Branca, Natalino Spano, Ennio Porrino …… e altri importanti sardi “romani”.
Il libro vuole essere la narrazione del rapporto instaurato con questi volumi, un vero e proprio dialogo con libri considerati vere e proprie creature.
A questo punto la prima lettura di Francesco Madonna.
Luigi Contu esordisce ringraziando per l’ospitalità e narrando come l’idea del libro nacque da un colloquio col padre, che stava in ospedale in attesa di affrontare un delicato intervento a cui non sopravviverà. Alla domanda di Luigi intesa a capire cosa stesse pensando in quel particolare momento, il padre rispose : “Ai libri Luigi ai nostri libri, alla nostra Biblioteca, aggiungendo: “I libri vivono una vita propria che si incrocia con la nostra. Se li lasci abbandonati sugli scaffali per troppo tempo si intristiscono… I libri si sentono soli, proprio come noi…”. Da allora Luigi raccolto il lascito morale del padre, inizia il suo lungo percorso, di riorganizzazione e “rianimazione” della Biblioteca, dei libri e dei carteggi presenti, aiutato dalla figlia Ludovica.
Il Presidente Masia approfitta di una piccola pausa per salutare fra gli altri Neria De Giovanni, la nostra valorosa editrice di Alghero; Antonio Casu, già apprezzato responsabile della Biblioteca del Parlamento; Pietro Catzola, il cuoco del Presidente della Repubblica, autore del libro recentemente vincitore del premio Bancarella, sezione cucina; il vicepresidente vicario dell’UNAR e presidente dell’associazione dei friulani Francesco Pittoni.
Riprende Luigi Contu, sottolineando come nel libro vi sia molta Sardegna, forse per compensare il fatto di esser nato a Roma e rivolge un ringraziamento ad Alessandra Longo per le numerose occasioni nelle quali ha voluto presentare il libro, del quale, in fondo, è stata l’istigatrice, perché davanti a quella mole di libri ebbe l’idea di curarne una mostra e poi di suggerirne un libro. Appunto: “I libri si sentono soli”.
Chiamata in causa, Alessandra Longo entra nel merito del libro per sottolineare come in fondo scrivere una storia sui libri di una biblioteca famigliare sia un po’ una follia. Nel caso in questione ne è venuta una bella storia nella quale si coglie il rapporto d’amore che ci deve legare al libro di carta, oggetto che non è fungibile con altro tipo di libro, perché il rapporto con la carta è insostituibile. Lo stesso successo del volume – già alla terza edizione – dovuto anche alla chiave divertente del raccontare i libri, ne è una conferma.
Luigi Contu racconta un episodio della sua vita di studente, quando, mentre studiava con Marco Berlinguer, rientrò il padre Enrico e si interessò a cosa stavano studiando. Sentito che si trattava della rivoluzione francese chiese se fosse interessante e ricevuta una risposta negativa dal figlio e da Luigi, si stupì e trascinato dallo stupore volle raccontare lui stesso quelle pagine. Il caso volle che l’indomani mattina proprio Contu venisse interrogato e memore del racconto berlingueriano prese un bell’otto! L’unico della sua carriera liceale.
L’impresa cominciò con l’inventario di una antica cassapanca con fregi tipici sardi che, come in tante case nostrane, troneggiava all’ingresso.
A questo punto il Presidente Masia annuncia un altro filmato proprio su quella cassapanca, che nel libro dà un tono scorrevole e divertente di sagra famigliare al libro stesso.
Il documentario, che è una vera e propria guida alla mostra che precedette il libro, passa in rassegna le varie brochure dell’evento ed evidenzia la varie “isole”, oltre una decina, in cui era suddiviso. Di particolare rilievo è quella dedicata al nonno Raffaele, che fu capitano nella grande guerra pluridecorato, e gran traduttore dell’opera fondamentale di Albert Einstein, oltre che grande amico di Ungaretti. Quest’ultimo volle dedicare al nonno Raffaele un pensiero in morte: “Quanto fu bella la nostra Amicizia”. Il nonno dopo la Grande guerra dirigeva una rivista di poesia e pubblicò inediti di Ungaretti e la traduzione delle opere di Paul Valery. La rivista ospitava anche poeti non allineati con l’ortodossia di regime. Era responsabile della Comunicazione del Ministero della Guerra.
Nel rovistare ed organizzare tutte quelle carte, emozionante fu il rinvenimento di una appassionata lettera del padre Ignazio indirizzata a lui, ma a lui mai pervenuta, per suggerirgli alcune letture che riteneva importanti per la sua formazione : “Il grande amico Meaulnes”, “Metello” “Il gattopardo”, “Il bell’Antonio”, “Le libere dame di Mogliano” e, concludeva il padre: “Buona lettura ! Non ti ho rifilato mattoni. Forse ti divertirai.”
Un altro intervento di Francesco Madonna che legge il brano dedicato proprio alla cassapanca di legno di castagno.
Luigi Contu riferisce di come nella famiglia, oltre il nonno, anche il fratello Luigi ebbe incarichi importanti nell’apparato statale, avendo trovato anche lui nel regime una rispondenza ai valori ed alle aspettative per le quali avevano combattuto. L’adesione proseguì nella repubblica sociale ed il nonno venne processato dai partigiani, ma si salvò grazie alla testimonianza di un partigiano che era stato a sua volta salvato da lui.
Alessandra Longo racconta di come, dopo la seconda guerra, il nonno si era ritirato nella Biblioteca vaticana a studiare Leonardo ed aggiunge che in realtà non fu tra i firmatari del Manifesto degli intellettuali fascisti.
La lettura – da parte di Francesco Madonna – delle lettere scambiate dal nonno Raffaele con la famiglia, ci offre l’opportunità di conoscere la vita di trincea e di combattimento, che gli valse alcune medaglie al valor militare.
Ancora Alessandra Longo vuole sottolineare come il libro riesce a viaggiare sul piano personale ma incrociando gli eventi della vita nazionale anche grazie alla passione per i libri che il nonno ed il padre erano riusciti ad infondergli.
Un altro particolare circa l’educazione impartitagli dal padre ci viene raccontato da Luigi : per iniziarlo alla vita del giornalista lo portò con sé al congresso della Dc del 1975 e quando gli fece i complimenti per come si era comportato durante la certamente non divertente giornata ( Luigi era allora un bambino di 12 anni! ) gli promise anche un regalino. Luigi sperava in qualcosa di divertente e quale non fu la sua sorpresa nel vedersi regalare : “La storia del partito comunista italiano” di Paolo Spriano ( Einaudi ), trovata in una bancarella di vecchi libri. Non male per un ragazzino : prima il congresso e poi il saggio politico!
Un padre – narra ancora – che, pur accompagnandolo allo stadio per una famosa Roma\Cagliari, passò il tempo di gioco a leggere il giornale, distogliendosi dalla lettura solamente durante l’intervallo!
Fra le domande del pubblico, quella di Neria De Giovanni riguardava la nascita dell’amicizia del nonno con Ungaretti: lo stesso Contu confessa di non essere stato in grado di stabilirlo, perché al fronte non erano nella stessa zona dei combattimenti e non aveva trovato altri documenti che potevano chiarire il punto, salvo ritenere che potesse essere nata al volgere degli anni ’20. Abitavano vicini a Roma a pochi palazzi l’uno dall’altro.
Sollecitato dal Presidente Masia, anche Antonio Casu vuole sottolineare la concordanza di pensiero con l’Autore circa la visione dei libri come caposaldo dei riferimenti culturali di una civiltà, mancando il quale si ha un depauperamento culturale come quello che stiamo vivendo nei nostri giorni, e di cui un segnale evidente è, purtroppo, l’inarrestabile sparizione delle librerie storiche.
Anche Giordano Contu interviene per conoscere quale sia la vera vocazione dell’Autore fra l’attività di scrittore, che oggi ha ricevuto una così entusiasmante consacrazione, e quella di giornalista. Nessun dubbio per Luigi Contu: il giornalista.
La sintesi della serata al Presidente Masia che, dopo il monito di Luigi Contu circa la “tristezza” dei libri lasciati soli, confessa che ora guarda alla sua modesta biblioteca con altra e affettuosa attenzione : chi trova un libro, trova un amico e un tesoro!
E ora in terrazza col buffet sardo dalla carta da musica al cannonau!
Comunque dovrebbe essere totus con una t