di FRANCESCA BIANCHI
Gianfranco Serra, titolare dell’agriturismo Il Muto di Gallura di Aggius (SS) e Presidente dell’Associazione culturale Stazzi e Cussogghj, ha parlato della manifestazione Primavera in Gallura, che da oltre dieci anni organizza insieme a Giacomo Sanna e a un gruppo di volontari con l’obiettivo di ridare vita alle tradizioni più importanti della Gallura e salvaguardare il patrimonio culturale e storico gallurese. Ha raccontato che il suo agriturismo, immerso nel silenzio della macchia mediterranea, tra olivastri millenari, boschi di sugheri, vigneti e frutteti, ha sposato con convinzione la filosofia del vivere lento, volta alla ricerca del benessere attraverso il contatto con la natura. Nel corso dell’intervista ha parlato anche del Museo permanente del Carro a Buoi, allestito all’interno dell’agriturismo per ricordare mio nonno, mio padre e tutti coloro che nel Novecento hanno percorso sul carro a buoi le strade della Gallura e dell’Anglona.
Sig. Serra, lei è il Presidente dell’Associazione culturale Stazzi e Cussogghj, che da almeno un decennio organizza la manifestazione Primavera in Gallura. Con quali finalità è nata questa iniziativa? Siamo in quattro a mandare avanti l’Associazione “Stazzi e Cussogghj”: Giacomo Sanna cura la segreteria, Aldo Brigaglia si occupa dell’aspetto culturale, Franco Madau di quello artistico, io sono il Presidente. Il progetto “Primavera in Gallura” è nato nel 2011 con l’intento di riappropriarci delle nostre tradizioni civili, culturali e musicali per rafforzare l’identità collettiva e il senso di appartenenza alla nostra comunità. La nostra intenzione è sempre stata quella di ridare vita alle tradizioni più significative della Gallura, riscoprire tracce, segni e testimonianze del passato e stimolare nelle giovani generazioni la conoscenza della storia locale. In questi anni “Primavera in Gallura” è stata uno straordinario appuntamento di civile e comunitario impegno per la salvaguardia del nostro patrimonio culturale e storico, un’azione di grande impatto promozionale e di coinvolgimento sociale. La manifestazione ha sempre cercato di contribuire a rafforzare la percezione collettiva della cultura come valore primario e a rendere consapevoli le popolazioni locali e i partecipanti delle valenze scientifiche, civili, culturali e turistiche del patrimonio storico e culturale del proprio territorio. “Primavera in Gallura” vuole in quest’ottica recuperare le usanze e le tradizioni più tipiche della civiltà contadina gallurese, modi di vivere che sono inevitabilmente scomparsi verso la metà degli anni ’50, quando le leggi del mercato capitalistico hanno prevalso anche nell’economia dei villaggi, modificando radicalmente i consumi domestici, i modi di produzione agropastorali, le abitudini e i gusti della gente. È nostro compito recuperare la nostra memoria, il senso della complessità e della ricchezza delle nostre tradizioni e dei nostri lavori.
Fin dalla prima edizione di “Primavera in Gallura”, l’Associazione da lei presieduta ha voluto premiare con un “carro a buoi” in miniatura un’eccellenza sarda che ha fatto conoscere la Sardegna in Italia e nel mondo nelle diverse professioni. Ci faccia pure qualche nome di coloro che nel corso degli anni hanno ricevuto il premio Lu Carrulu… Nella prima edizione è stato premiato il prof. Bachisio Bandinu, noto antropologo e studioso della cultura sarda, poi è stato il turno del prof. Vincenzo Migaleddu, radiologo e membro dell’ISDE Sardegna, Associazione Medici per l’ambiente. A seguire Benito Urgu, attore, poeta e cantante, quindi il prof. Carlo Antona, primario della Divisione di Cardiochirurgia dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano. Ancora il prof. Manlio Brigaglia, docente, storico, giornalista e scrittore; Donatella Bianchi, giornalista RAI; Lorenzo D’Andrea, pittore e scultore; la cantante folk Anna Maria Puggioni; lo scrittore Giovanni Ricci. Nel 2017 l’Associazione culturale “Stazzi e Cussogghj” ha festeggiato i primi cinque anni di vita di “Primavera in Gallura” con una serata memorabile al Centro Polifunzionale di Aggius, durante la quale il premio “Lu Carrulu” è stato assegnato alla sig.ra Dori Ghezzi per il tenace attaccamento alla Gallura e alla sua campagna, al Generale di Corpo d’Armata Gianfrancesco Siazzu per la sua brillante carriera al servizio dello Stato e dei cittadini, e all’architetto Luigi Stazza per la sua infaticabile opera di documentazione della civiltà degli stazzi. Nel 2020 la pandemia del Covid-19 ci ha costretto ad annullare tutti gli eventi programmati, ma non abbiamo rinunciato, con il patrocinio della Camera di Commercio di Sassari, all’interno del programma di promozione turistica “Salude e trigu”, a programmare il premio ”Lu Carrulu 2020″. I personaggi scelti dalla commissione di valutazione sono stati l’etnomusicologo tempiese Sandro Fresi, la cantante folk algherese Franca Masu e la Consulta Intercomunale Gallura.
Lei è il proprietario della celebre Azienda agrituristica e venatoria Il Muto di Gallura, un angolo di pace in località Fraiga, ad Aggius. Di cosa vi occupate? Il Muto di Gallura è un antico stazzo appartenuto a mio padre e prima ancora a mio nonno. Lo stazzo era un insediamento rurale tipico gallurese. L’agriturismo è immerso nella macchia mediterranea, circondato da olivastri millenari, boschi di sugheri, vigneti e frutteti. Qui si respirano gli antichi profumi della terra di Gallura, in una suggestiva atmosfera di silenzio rotta solo dal vento e dai rumori della natura. Da sempre pratichiamo un’agricoltura naturale nel rispetto dell’uomo, degli animali che alleviamo e dell’ambiente. Tutto ciò che si ricava dall’allevamento e dall’agricoltura viene trasformato in formaggi, salumi, prosciutti, olio, marmellate, vini: tutti prodotti d’eccellenza ottenuti seguendo i metodi tradizionali. Abbiamo sposato con convinzione la filosofia del vivere lento, che mira alla ricerca del benessere attraverso il contatto con la natura. “Il Muto di Gallura” è il punto di partenza ideale per scoprire una Sardegna diversa, più vera e genuina, dove tutto scorre secondo un orologio rallentato rispetto alla frenesia del mondo contemporaneo.
Cosa l’ha spinta a dare vita al Museo permanente del Carro a Buoi all’interno della sua azienda agrituristica? Cosa ha rappresentato il carro a buoi per i galluresi? In Gallura il carro a buoi è stato da sempre il principale mezzo di trasporto e di lavoro. Ho voluto dedicare il piccolo Museo del Carro a Buoi “a li carrulanti”, ovvero ‘ai conduttori e costruttori di Carri a Buoi’. Questo museo è nato per ricordare tutti coloro che nel Novecento hanno percorso sul carro a buoi le strade (“li camini di lu carrulu”) della Gallura e dell’Anglona, nord-nord est della Sardegna. Tra gli altri: zio Agnuleddu Sanna e il figlio Pietro, “carrulanti”, ma soprattutto mastri d’ascia (costruttori di carri a buoi). Il museo è dedicato in particolare a mio nonno Antonio Serra, noto Antoni Miloni, e a mio padre Andreuccio Serra, noto Babbai, entrambi carrulanti.
Quali attività organizzate per far riscoprire ai vostri ospiti la bellezza del contatto con la natura? Per i nostri clienti organizziamo le visite con il carro a buoi per rallentare i ritmi di vita e coniugare armonicamente “slow food” e “slow life”, tramite la riproposizione di tipologie di vita rurale, in contatto con la natura, nel recupero di ritmi biologici più umani e di usi e costumi di un tempo. Organizziamo escursioni con il carro a buoi all’interno dell’Azienda, all’interno di spazi verdi, boschi di sughere, campi e stradine sterrate. Offriamo anche la possibilità di fare un’escursione con il carro a buoi e visitare il centro abitato di Aggius. Durante queste escursioni, che si possono fare anche a piedi, è possibile visitare chiese campestri, nuraghi e paesaggi bellissimi. I nostri ospiti possono inoltre partecipare ai lavori di produzione agricola e apprendere alcune nozioni di agricoltura e di allevamento. Partecipare al lavoro quotidiano della campagna è educativo e salutare: permette di trascorrere le giornate all’aria aperta e offre la possibilità di gustare le nostre deliziose produzioni biologiche.
Cosa si augura per il futuro dell’Azienda? Spero di continuare a fare con passione tutto quello che facevano i miei nonni e i miei genitori. Mi auguro che mia figlia Caterina abbia sempre la stessa passione e volontà e sappia trovare validi collaboratori insieme ai quali tenere vive le tradizioni della nostra terra.
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