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Il piccolo Ieysaa Bin-Suhayl è un fenomeno. Ha soltanto sei anni ma è già un grande stratega. Anche i senior più esperti sono costretti a gettare la spugna, a lasciare la scacchiera quando se lo trovano davanti. È lui, e soltanto lui, che detta il gioco. E vince. Guarda l’avversario dritto dritto negli occhi, lo scruta, lo studia. Fa le sue mosse e contromosse. Alfiere: tre caselle in diagonale. Torre: quattro in verticale. Poi il cavallo, che va in G5 e mangia un pedone. La regina, lì a due passi. Un pezzo lo regala in pasto allo sfidante. Un trabocchetto. E via, dunque, con l’affondo, fino a dare «scacco matto». Ossia: partita chiusa. «Il re è morto», per dirla con il gergo tipico dai patiti. Che detto nel Regno Unito di sua maestà la regina Elisabetta II di Windsor potrebbe sembrare un insulto. Soprattutto se a esultare è un piccoletto campione di scacchi inglesino con sangue sardo nelle vene. Sangue sardo di Torpè, per la precisione. Ieysaa Bin-Suhayl, appunto. Fratellino di Ibraheem, 9 anni, e di Yousuf, 12 anni. Tutti campioni di scacchi e genietti della matematica. Tutti già pluripremiati. Figli di Sohale Bin-Suhayl, londinese di chiare origini orientali, e di Tomasina Contu, torpeina nata a Olbia ed emigrata in Gran Bretagna. «Sono andata via dal mio paese nel 1994 – racconta la donna -, solo per qualche mese, per migliorare il mio inglese, come ragazza alla pari». Era appena diplomata, allora. «Poi decisi di andare a Bologna, all’università». È lì che la giovane baroniese ha conosciuto Sohale, «ancora mio marito, mi sopporta ancora», scherza lei. Orgogliosa di vedere i suoi lupacchiotti vincenti in diversi tornei regionali made in United Kingdom. L’ultimo, si è tenuto nella contea di Cambridge. Tutti e tre i fratellini campioni si sono qualificati alla gigafinal che si terrà il prossimo luglio a Derby, capoluogo del Derbyshire, nelle Midlands orientali. «Non solo si sono qualificati, ma il piccolo Ieysaa, a cui ho insegnato io stessa il gioco degli scacchi come sport, ha battuto tutti quelli della sua categoria, inclusi quelli più grandi» racconta Tomasina, a casa della madre, Eliana Puggioni, a Torpè il 15 e 16 maggio scorsi per il referendum sul nucleare in Sardegna. «Purtroppo il lavoro non mi consente di tornare quanto vorrei» sussurra lei che in Inghilterra parla inglese, italiano, torpeino, spagnolo e tedesco e che lavora per conto della polizia, dei tribunali, dei servizi pubblici in genere. Interprete, traduttrice, professoressa di lingue straniere con un passato alla British Airways. Una sarda della Sardegna di fuori che assieme al marito ha deciso di educare i figli a casa, i tre Garri Kasparov più altri due ancora più piccoli, gli ultimi arrivati nella famiglia Bin-Suhayl-Contu. «L’istruzione in Gran Bretagna, come in molti altri Paesi, si sta lasciando andare – sottolinea -. Le scuole private sono molto buone, ma quelle statali fanno pena, a eccezione di poche. Abbiamo scelto questa via – spiega -, che ci permette d’insegnare ai bambini quello che vogliamo e come e quando vogliamo. Sia io che mio marito ci occupiamo dei bambini. Entrambi lavoriamo a casa e se uno di noi deve lavorare fuori o viaggiare, l’altro, l’altra rimane con i bambini». E i risultati si vedono. Yousuf, il più grande dei simpatici marmocchi, aveva appena nove anni quando ha sorpreso tutti, incassando il massimo dei voti all’esame Gcse, la prova per l’accesso alle superiori che in Gran Bretagna sostengono i teen ager che hanno compiuto 16 anni. «A quattro anni Yousuf sapeva già le tabelline fino al 12 – racconta la mamma -, a cinque anni stravinceva negli scacchi… ». Come pure al go-cart, veloce come un furetto, lui che sogna da sempre di diventare pilota di formula 1. Lui che assieme ai fratelli gioca a pallone e corre in bici per ore. «Yousuf è arrivato secondo nell’ultimo campionato regionale, qualificandosi alla gigafinal di Derby. Inoltre è stato selezionato per rappresentare la contea di Norfolk – racconta ancora Tomasina, tra un sorriso e l’altro – Anche a Ibraheem piace giocare a scacchi, ma preferisce leggere libri di scienza e racconti del terrore. Lui è già stato campione regionale nella categoria under 9». «Ma la soddisfazione più grande è arrivata quando il piccolo Ieysaa ha battuto il papà tre volte di seguito e per questo gli abbiamo dovuto comprare un regalo, un modo per celebrare la vittoria». «È mio marito che segue i bambini con gli scacchi – continua la signora Contu maritata in Bin-Suhayl -. Adesso dobbiamo portare i bambini da una parte all’altra, per giocare, e quindi sia io che Sohale dobbiamo viaggiare un bel po’ durante il periodo dei tornei… ma ne vale veramente la pena» assicura la mamma di questo trio di campioncini. Pronta ora a portare il più piccolo del gruppo, Ieysaa, detentore del titolo regionale Supremo sia del Norfolk sia di Cambridge, alla grande sfida finale dell’United Kingdom Challenge, ossia: i nazionali degli sport intelligenti, in programma ad agosto a Exmoor, nella Cornovaglia. Un appuntamento importante, difficilissimo. Divertente per una birba come Ieysaa, che a Ely, contea di Cambridge, ha fermato anche un sedicenne della nazionale di scacchi britannica.