di Claudio Moica
In questa vita ad alcuni è dato di educare attraverso la scrittura. Rosalba Satta nella sua opera “A scuola con la Poesia” ribadisce identità educative (‘sono’) condensando atti ilari in quei versi in cui non sono affatto trascurabili gli aneddoti di un pensum scrupoloso e provocatore in cui esplode anche il discorso metaforico della forza della fantasia, da una parte, e della grammatica/logica, dall’altra. Una posizione privilegiata del verbo: una moltiplicazione di linguaggi con interscambi di formule, rime, vellutati favolismi, affermazioni semantiche che potrebbero arrivare a magnetismi in cui l’Autore edifica una vera e propria poesia visiva. Rosalba, insegnante elementare in pensione, figlia d’arte, il padre è il famoso poeta in lingua sarda Franceschino Satta scomparso il 25 luglio del 2001, attinge emozioni anche dal suo trascorso lavorativo e l’utilità didattica del suo lavoro va inserito in un discorso etico/morale atemporale (viene naturale ricordare Gianni Rodari e le sue famose filastrocche senza tempo) il cui dato sensibile ci consente alcuni rimandi fenomenici (trovare le rose / più odorose del mondo / è tanto difficile!). Si tratta di un lavoro comunicativo, puro, che ingloba l’universo intero ed anche il surreale: i colori, i tempi, la fantasia, gli affetti. E si aprono altri specchi, altre singolarità, altre necessità. Ci sono immaginazioni e simbolismi eppure le cose della realtà che ci appartiene si intrecciano in modo suggestivo: forse è questa emulazione che affascina il mondo dei bambini, e non solo. Anche il bambino emozionale che è in noi si identifica con la gioiosa celebrazione di questo versificare. L’autoimmagine e la sensazione interiore sono il risultato di un potente condizionamento con la logica di Rosalba Satta. ‘Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuovi orizzonti, ma nell’avere occhi nuovi’ (Marcel Proust). La magia delle parole resta sempre la chiave di accesso alle risorse fondamentali per affrontare con nuovi stimoli gli altri da noi. Non dobbiamo dimenticare che è proprio nell’infanzia che inconsapevolmente le nostre sensazioni rischiano di ammalarsi e di confermare nel bambino, emozioni negative che possono compromettere relazioni sociali quando sarà adulto. Il compito della Satta diventa, quindi, importante e terapeutico; una sfida, una prova di responsabilità letteraria e psicosociale ben riuscita, a mio avviso. La silloge poetica è impreziosita dai disegni di Luciana Ceriale che fanno da sfondo alle parole in modo che il lettore possa avere un’immagine dei versi e del loro significato intrinseco. Il lettore, senza età, ne resta incantato
Grazie! Grazie davvero! L’unica cosa che mi preme aggiungere è che la foto è stata scattata da Peppino Canneddu (uomo disponibilissimo e gentile!)