UNA SAGA D’ELITE TUTTA SARDA CON ANELLO ‘MAGICO’ DI NAPOLEONE: INTERESSANTE E AUTENTICO ROMANZO FAMILIARE DI ADA LAI, NARRATRICE UNIVERSALE E SENZA VELI CHE ILLUMINA TRA SECOLI DI STORIA

Ada Lai

Non si potrà più dire che in Sardegna le classi dirigenti non raccontino loro stesse. Anche nell’informale, nel familiare, nel privato più intimo. Non si potrà più dire che le narrazioni di Sardegna siano solo di ambiente antropologico, rurale, pastorale o minerario, comunque subalterno. No, diciamo che non siamo più impantanati in questo assolutismo sociale, anti urbano e resistenziale. Tutto può essere raccontato e tutto si può raccontare. Niente più tabù, neppure per le élite. 

Perlomeno è ciò che si spera dopo aver letto con piacere l’interessante libro di Ada Lai, ‘La signora dell’anello’, già edito da Palabanda nel 2019, ma riproposto e ampliato da Della Torre in una nuova recente edizione post pandemica, con il quale si è aperta forse una nuova stagione: quella del racconto corale, a più voci, sulle nostre vicende di sarde e sardi. E quanto ce ne sarebbe bisogno a certi livelli culturali e sociali. Basta, in questo caso, non avere pregiudizi e godere delle vicende e della piacevole scrittura.

Attraverso la storia di un anello, donato in Corsica da Napoleone Bonaparte a una amatissima antenata, e poi ereditato per via femminile da varie generazioni fino ai nostri giorni, l’attuale assessore al lavoro della Giunta Regionale, già manager pubblico di successo in varie amministrazioni, e capo di gabinetto del Governatore della Sardegna, ci regala uno spaccato di vita vissuta originalissimo, ricostruendo la storia della sua famiglia.

Si nota il talento nel narrare e la meticolosità della ricostruzione storica.

Il metodo è quello della cronaca, quasi una trascrizione di un racconto orale destinato ai discendenti. La sostanza può essere accostata al romanzo, alla saga familiare. La Lai si era già cimentata nella biografia di Francesca Sanna, imprenditrice sarda ante litteram, e di Rosy Sgaravatti ‘La signora dei fiori’. Un puzzle d’eccezione che, nel libro in questione, raggiunge traguardi di rilievo.

Si tratta in origine di una famiglia nobile corsa, così vicina a imparentarsi con Il generale di Ajaccio che metterà a ferro e a fuoco Francia e Europa, che si trasferisce invece nell’800 in Sardegna, prima a Santa Teresa-Lungoni, poi a Ozieri e Nuoro e infine a Cagliari. L’anello dell’imperatore passa di mano in mano, anzi di dito in dito, mentre si intrecciano le vicende amorose e filiali, le malattie, i matrimoni, i rovesci o i successi economici di bisnonni, nonne, zii e zie, attraverso i marosi della Grande Storia che avvolge, e a volte sconvolge, le vite quotidiane di famiglie borghesi, normali, poi chiamate a ruoli di prestigio, che si arricchiscono anche di parentele e nuovi cognomi diversi Peretti, Matarese, Pazzaglia Lai e altri…

Non è una storia di vittorie scontate o di dominio e benessere incontrastato. Si percepiscono le difficoltà, gli affanni, i dolori, le sofferenze di uomini e donne che subiscono, come tutti, i ribaltamenti della sorte. L’incertezza di chi migra, la difficoltà a garantirsi il benessere, la fame della guerra, il rimboccarsi le mani del dopoguerra, i privilegi del regime o le persecuzioni e la precarietà della sconfitta. Tutto raccontato non per glorificare una schiatta, ma per rinsaldare i fili sottili e portanti che intrecciano la realtà di un’esperienza familiare straordinaria. Racconto come catarsi e unità, per restituire un senso comune. Si batte molto sul senso della famiglia, sull’unità, sui valori. Non la politica o il denaro o il potere, quindi, come spinta letteraria della narratrice, ma l’amore. Per ciò che hanno lasciato i padri e per ciò che faranno i figli.

L’anello che passa di primogenita in primogenita è la chiave che l’autrice utilizza

per legare tutti gli avvenimenti. Conferisce al gioiello un forte valore sentimentale e salvifico, senza scadere nell’esoterico. Si intuiscono tante buone letture (senza scomodare Tolkien) dalle saghe scandinave, a Ariosto, Tasso, Zola, Maupassant, Balzac, e finanche un profumo di Thomas Mann, da I Buddenbrook in giù fino alle saghe familiari più pop. Si apprezza il lavoro di Alberta Zancudi, editor tra le migliori in Sardegna.

È un libro da analizzare, per guardare alle vicende nostre storiche, da un punto di vista diverso. Quello delle famiglie urbane con una memoria che hanno espresso personalità politiche e storiche. Basti pensare al direttore dell’Unione Sarda fascista, al senatore democristiano o al deputato missino. Ma anche tutti gli altri personaggi, meno noti, di questa commedia umana tutta sarda infine. Per avere un’idea più precisa delle vicende che hanno riguardato la nostra patria insulare che oggi ha bisogno di tutte le memorie, comprese queste, di tutte le componenti, di tutti i sentimenti migliori, direi. Solo un’unità di base sui valori fondanti della nostra autonomia ci potrà infatti salvare dal declino e dal disastro.

Significative sono le pennellate che descrivono i grandi pranzi di famiglia al tempo della Prima Repubblica, al mare, che finiscono in grandi discussioni politiche e democratiche. Un esercizio di saggezza per i vecchi, una palestra per i giovani. Come all’epoca si usava anche nelle famiglie popolari, spesso pluraliste.

È anche un grande affresco della città di Cagliari, capitale della Sardegna, e delle sue classi dirigenti e intellettuali. Degli imprenditori da Sorcinelli a Zedda Piras, dei grandi uomini di cultura come Antonio Romagnino, a quel segmento politico conservatore e moderato, di cui l’autrice è espressione, che può a buon titolo vantarsi di avere gestito, in anni recenti, il processo che ha trasformato la Città del Sole, da vecchio maniero aristocratico post coloniale e coacervo burocratico, a una metropoli più bella, più moderna, più appetibile per i viaggiatori di tutto il mondo. Non senza difetti, ma che dice la sua. La Cagliari che continua comunque a crescere gioiosa davanti ai nostri occhi ogni giorno.

Sarà tutto merito dell’anello di Bonaparte? Questo sottile dubbio ci spingerà certamente tutti a leggere il libro per saperne di più grazie alla sapiente, coinvolgente, a tratti commovente, scrittura di Ada.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Un commento

  1. Giannetto Asole

    AUGURIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *