Francesco Demuro
di GIANNI BAZZONI
Francesco Demuro aveva appena lasciato Parigi, dove sta completando gli appuntamenti in calendario per la recita di Roméo e Juliette alla Bastille. Il tenore di Porto Torres ha ricevuto una telefonata, una di quelle chiamate che non si possono rifiutare: pensavano fosse ancora nella capitale francese. Invece era tornato a respirare aria di casa, abbracciare la sua famiglia, faro e guida di ogni giornata.
E la richiesta è stata semplice, ma anche carica di quel senso di sfida che solo uno come Francesco Demuro, nato di fronte al mare può accettare: correre a Parigi per essere parte di quel gruppo ristretto di artisti internazionali scelti uno per uno per il “Concert de Paris”, uno dei più grandi eventi musicali al mondo che si svolge ai piedi della Torre Eiffel in occasione della Festa nazionale, il 14 luglio che ricorda la presa della Bastiglia. Più di 100mila spettatori presenti, oltre tre milioni collegati in diretta su Radio France e France Télévisions.
Tutto in fretta, in poche ore, tra rischi inevitabili quando ci si butta da una parte all’altra senza rete. “Tu sei pazzo, come fai?”, qualcuno gli avrebbe detto. Ma il tenore di Porto Torres non si è mai fermato di fronte alle difficoltà. Così, dal giardino di casa Francesco Demuro è passato in tempo reale agli Champ-de-Mars di Parigi: c’era da sostituire uno dei più grandi, il tenore tedesco Jonas Kaufmann, cosa già fatta e ottimamente riuscita pochi giorni prima a Londra.
«Ho fatto un biglietto al volo – racconta ancora carico di adrenalina il tenore turritano – e sono partito da Malpensa alle 15. Arrivo con leggero ritardo a Orly e verso le 17 mi hanno accompagnato ai piedi della Torre Eiffel per la prova del concerto più celebre della Francia, organizzato per la festa nazionale francese. Decine di migliaia di persone davanti a me, la mitica torre alle mie spalle per rendere la serata ancora più magica». Il pubblico in piedi, gli applausi interminabili spiegano come è andata: un successo straordinario costruito in tanti anni di sacrifici, una vita dura ma allo stesso tempo meravigliosa per un ragazzo cresciuto in periferia a Porto Torres e che ogni volta che sale un gradino verso l’alto si volta indietro per non dimenticare mai da dove è partito.
Francesco Demuro è andato in scena praticamente subito, come secondo: un “Nessun Dorma” potente, preciso e coinvolgente, una interpretazione di livello dalla Turandot di Giacomo Puccini. Poi in “duo” con il francese Ludovic Tézier, miglior baritono al mondo, per un magistrale “Don Carlos” di Giuseppe Verdi. I complimenti, gli abbracci, una scena che si ripete e che regala alla grande festa francese un pezzo autentico di Sardegna e d’Italia.
«Come mi sento? Penso che la vita con me ha un disegno ben preciso e che tutto capita perché è già scritto – racconta all’una di notte Francesco Demuro, quasi ammaliato da un sogno che è realtà invece che favola – perché tutte le cose che mi sono capitate nella mia vita sono arrivate nel momento giusto in cui le potevo affrontare, anche il passaggio dai canti popolari alla lirica. É tutto così evidente che c’è proprio un destino, questo è quello che io sento, perché sono nato per questo, perché è una missione che sto facendo e che non so chi me l’ha ordinata. Anzi, lo so… É quello che mi ha dato la voce (il riferimento è a suo padre, ndc) e lo ringrazierò per sempre. É un dono meraviglioso e io ne sto facendo, credo, buon uso donandolo a tutti. Cercando di dare il meglio di me stesso».
I numeri della grande festa nazionale dicono che lo spettacolo è stato visto dal 24,6 per cento del pubblico francese e che il concerto sinfonico con la partecipazione dell’Orchestra National de France e del Choeur de Radio France è stato un successo con pochi precedenti. Il gran finale con 30 minuti di fuochi d’artificio dopo una coinvolgente Marsigliese ha reso ancora più magica la serata parigina.
Francesco Demuro ha salutato Parigi all’Opera Bastille con l’ultima recita della bellissima produzione di Roméo et Juliette che lo ha visto autentico protagonista e il pubblico francese lo ha coinvolto in una grande e caloroso abbraccio. «In momenti come questi penso ancora di più a quello che mi sta accadendo. Perché è tutto così veloce che toglie il fiato – ha detto Francesco Demuro – sono partito dal basso. Dalle piazze dove i palchi di fortuna venivano addobbati con le palme, quando andava bene. Spesso ci si esibiva sul carrello di qualche trattore o il cassone di un camioncino. La vita è straordinaria, e per questo vale ancora di più. A Parigi mi sono sentito un grande sardo: giro il mondo ma il mio cuore è sempre lì, nella mia terra dove sono nato e cresciuto. Da dove sono partito e sempre tornato. Lo farò anche ora, perché è quell’ambiente che mi ricarica. É lì che ho la stella che mi indica la strada. Che splendeva anche nel cielo di Parigi tra quelle mille luci senza tempo».
Grande Francesco…orgoglio della Sardegna… che emozioni ascoltarti…un abbraccio…
di Francesco Demuro andiamone semplicemente molto fieri.