Massimo Vincis
di CARMEN SALIS
Presentato alla Mediateca di Cagliari il nuovo libro dello scrittore Massimo Vincis, una raccolta di poesie edita da Amicolibro Editore: 11.11 Ordinari (disordinati) flussi quotidiani.
La poesia come richiamo e voce dell’anima che arriva e apre le porte del cuore, travolge e consola. Massimo, l’hai cercata tu o ti è venuta a trovare? Ci siamo trovati a metà strada, l’una stava andando incontro all’altro e, forse, nessuno dei due sapeva che di lì a poco ci si sarebbe trovati faccia a faccia. In questo percorso, che ritengo comunque appena iniziato e che mi piace immaginare come una strada senza fine che si perde nell’orizzonte, penso siano stati fondamentali sia i vari corsi e laboratori frequentati in questi ultimi anni, sia ovviamente la condivisione che ne è conseguita con i diversi “compagni di classe”. Persone con le quali ho condiviso e continuo a farlo, momenti emozionanti e momenti persino commoventi. Si crea un continuo scambio, ripeto, di emozioni, di sensazioni, con il quale, forse senza rendersi quasi conto, nasce il momento magico, quell’atmosfera rarefatta nella quale ci si trova tutti insieme a scambiarsi pezzi della propria anima. Momenti dell’esistenza che pensiamo debbano stare dentro, nel buio del nostro mondo, ai quali invece si trova la forza e il coraggio di metter le ali per farli venire fuori alla luce. Flussi che vengono fuori alcune volte anche in maniera prepotente, perché avevano forse questa forza, e riuscire a buttarli fuori anziché continuare a tenerli dentro, ha un vero e proprio potere terapeutico, una vera liberazione che crea una situazione di leggerezza. Benessere e leggerezza che si trasformano in entusiasmo che ti consente di vivere uno stato di grazia. Questo è uno dei motivi per cui ho scelto questo titolo: 11:11 non è solo il giorno in cui è nata la prima poesia ma è anche una sorta di connessione, che possiamo chiamare ispirazione se vogliamo, con qualcosa di più alto o più profondo, a ognuno lascio la propria interpretazione.
Cosa c’è di più intimo della poesia? La poesia è l’intimità. Ḕ tutto quello che noi possiamo vedere con i nostri occhi interiori che guardano dentro di noi, e con gli altri occhi che ci permettono di guardare il mondo che ci circonda. La poesia è un respiro pesante, uno sguardo amorevole, un momento di disillusione, una lacrima, un pianto straziante, un sorriso, una risata che non riesci a fermare, un attimo di tristezza, un mal di stomaco, un ricordo dell’infanzia e tantissime altre situazioni che viviamo durante la giornata, sia nello stato di veglia, sia durante il sonno, perché siamo sottoposti, diciamo così, a emozioni e sensazioni in maniera consapevole e non, ventiquattro ore al giorno. La poesia è la stessa esistenza.
Nella tua poesia affronti vari argomenti, quale ti ha “consolato” di più? In 11:11 ce n’é più di uno in realtà. Si tratta di un fermo immagine del mio mondo in quel periodo. Citando nuovamente gli occhi della precedente risposta, una fotografia del mondo esteriore e soprattutto del mondo interiore. Mi ha riempito di gioia descrivere il mio rapporto decennale con lo yoga e aver imparato con esso a guardarmi dentro, e capire che per comprendere in parte la nostra esistenza e percepire almeno parte degli importanti dettagli e gli scorci più belli, bisogna rallentare e non andare sempre di fretta. Ḕ un esercizio che necessita di costanza perché il mondo gira sempre più veloce, ma cercherò nel mio piccolo, di continuare metaforicamente a camminare. Alcune poesie riguardano persone a me care, alcune di esse, in questo mondo, non ci sono più. Per loro è stato un omaggio venuto dal cuore e nello stesso tempo un saluto. Altre spaziano a 360° sull’amore, sull’importanza di credere in se stessi. Punto il dito, per così dire, sul genere umano, sull’ipocrisia sugli atteggiamenti a parere mio scorretti, la ricerca spasmodica di scorciatoie nei diversi ambiti e a discapito del prossimo, la perdita di coscienza e l’annullamento del pensiero critico. Però poi scrivo anche di speranza e di empatia, forse gli ingredienti più importanti per un buon vivere. E per rispondere alla domanda, questa potrebbe essere la risposta giusta. Mi ha consolato di più sottolineare certi atteggiamenti che creano muri e distanze tra gli esseri umani e altri che invece riavvicinano.
Perché dovrebbero leggerti? Non ho una riposta a questa domanda o forse ce ne sarebbero tante. Mi basta però il pensiero e la speranza che un giorno almeno una persona mi dicesse di aver gradito il libro e da questa considerazione iniziasse una bella chiacchierata. Invito a leggere la poesia e le poesie di tutti gli autori, affermati ed emergenti, i giganti della poesia, ma anche gli sconosciuti che si mettono in gioco. Tutti loro comunque hanno dato e danno la possibilità ai lettori, attraverso la loro poesia, di entrare dentro la loro casa, il loro cuore, la loro anima, Ci renderemo conto che leggendo dei loro ricordi e dei loro cimeli troveremo, quando meno ce lo aspettiamo, un qualcosa che ci riguarda, che appartiene anche a noi.