L’UMILE CONDOTTIERO: LA GRANDE EMOZIONE DEL MISTER DEL “MIRACOLO” CLAUDIO RANIERI

Claudio Ranieri portato in trionfo nella magica notte di Bari

Come tutto era cominciato. Anno di grazia 1990, Claudio Ranieri diventa un allenatore di Serie A conquistandoselo sul campo guidando il Cagliari alla promozione nel massimo campionato. Trentatré anni dopo, una vita, e che vita da signore delle panchine, la storia si ripete. Al triplice fischio, quando al San Nicola porta di nuovo il Cagliari in Serie A vincendo la finale playoff contro il Bari, Ranieri scoppia in lacrime, sciolto nell’abbraccio del sanitario dei sardi. Lacrime contagiose, figlie di una storia che tocca tutto il mondo del calcio. E di un uomo di classe, la classe di uno sportivo che nel cuore dei festeggiamenti va sotto il settore dei tifosi del Cagliari che dileggiavano i baresi col coro “Serie B, Serie B” e li chiama all’applauso per i vinti.

“Voglio ringraziare i ragazzi, piango perché sento questa partita, è una gioia indescrivibile”, dice a pochi secondi dal fischio finale, raggiunto al microfono di Sky. “Tutti hanno contribuito a questa promozione, anche chi non ha giocato”. Ranieri aveva preso il Cagliari prima di Natale al 14° posto in Serie B, e da allora i rossoblù hanno perso solo due partite su 19, vincendone 9 e chiudendo la stagione al quinto posto. Poi l’impresa playoff col Parma, battuto 3-2 in casa rimontando da 0-2 e poi andando a difendere lo 0-0 al Tardini, e questa col Bari, violando nel recupero il San Nicola dopo l’1-1 dell’andata.

Cagliari per me è stato il posto che mi ha fatto esplodere in carriera”, ha aggiunto Ranieri più a freddo: “Quando sono tornato a Cagliari sapevo che se non fossi riuscito a riportarlo in serie A sarebbe stata per me una grande sconfitta. Poi però ho deciso di lanciarmi in questa avventura e questa sera mi ha ripagato di tutto”. Sull’uomo promozione, inserito cinque minuti prima del gol vittoria: “A Pavoletti non ho detto nulla prima di entrare. Lui è un bomber e in zona d’attacco sa bene cosa fare. Adesso ci godiamo questa vittoria e sono felice per il popolo sardo. Inoltre, faccio i miei complimenti a Mignani perché fa giocare bene il suo Bari”.

Le sue lacrime hanno ancora più valore ricordando che arrivano dagli occhi di un uomo che ha guidato dalla panchina una delle favole più epiche del calcio, la vittoria della Premier League 2015-16 della più grande outsider di sempre del campionato inglese, il Leicester. La B l’ha vinta anche in Francia, al Monaco nel 2013, e l’aveva vinta anche con la Fiorentina nel 1994. Con cui due anni dopo ha alzato anche la Coppa Italia, a cui ha aggiunto nel 1999 la Coppa del Re col Valencia, squilli di una carriera che lo ha visto lasciare il segno anche sulle panchine di Napoli, Atletico Madrid, Chelsea, Parma, Juventus, Roma, Inter, Monaco, Nantes, Fulham e Sampdoria. Lungi dall’essere il lieto fine per questo splendido 71enne, la promozione col Cagliari aggiunge un altro capitolo speciale.

Claudio Ranieri parla così dopo la clamorosa vittoria di Bari che vale il ritorno in Serie A e il delirio rossoblù.

“Il mio dubbio di venire a Cagliari era la paura di non riuscire nell’impresa. Cagliari mi ha fatto esplodere, mi ha portato in giro per l’Europa. Non riuscirci oggi sarebbe stato un peccato, è una soddisfazione enorme”.

“Ci sono ragazzi con grande cuore, dietro hanno un popolo, contro avevamo sessantamila persone ma noi avevamo una terra intera e ce l’abbiamo fatta. Abbiamo giocato una buonissima partita, era normale soffrire, ma secondo me l’abbiamo spuntata meritatamente nel modo più bello”. 

“Tanti ci aspettano all’aeroporto, tanti festeggiano in città, conosco quanto il popolo sardo vuole bene alla nostra gente. Ho chiesto ai miei tifosi e i giocatori di non tifare contro, nessun coro contro il Bari, le energie vanno date a favore della propria squadra, bisogna dare onore al Bari, degno rivale così come avrei detto lo stesso dei miei ragazzi se avessi perso”.

“Io sono tifoso della Roma e lo sapete, mi è mancato lo scudetto alla Roma. In Premier League dissi dopo lo scudetto col Leicester che tutto lo dovevo al Cagliari. Cagliari è stato il mio inizio, non potevo non tornare in questo momento, non potevo essere egoista. A Cagliari le sconfitte le sento tantissimo più della soddisfazione per la vittoria, ma questa mi ripaga per tutto. È una grande liberazione, Cagliari per me è tutto. A Cagliari tanti anni fa diventai allenatore, mi permise di allenare ai più alti livelli. Non volevo sporcare questo splendido ricordo. Gigi Riva disse Claudio è uno di noi, tanti mi chiedevano di tornare, io soffro per questi colori, non centrare la promozione mi avrebbe distrutto dentro. Una vera liberazione. Quello che mi è successo a Cagliari non lo dimenticherò mai, allenare questi ragazzi è davvero bello, sono grato a chi mi ha riportato qui in Sardegna”.

“Il popolo dentro e fuori dalla Sardegna ci spinge, grazie a tutti, andare in A è una cosa enorme per tutti. I migranti, ci sono arrivati messaggi da ogni dove. Grazie di cuore! Cagliari mi ha dato tanto, la metto al primo posto nel mio cuore. Mi ha voluto bene, mi ha accolto, tornare era una grande incognita, che paura non centrare quello che il popolo sardo sperava che io facessi. Dentro di me soffrivo, la sconfitta mi distruggeva dentro, fortunatamente ne abbiamo perso solo due. Siamo felicissimi, è una grande liberazione.
Quando giochi contro una buonissima squadra come il Bari, con dei giocatori che possono colpirti in ogni momento, lo metti in preventivo che ti possano fare gol. In casa vincevamo e il Bari ci aveva ripresi alla grande, buon per noi che abbiamo pareggiato. All’andata ci stava il loro 3-1, noi sciagurati, ai ragazzi ho detto di essere compatti e non aperti. 

Se rimango? Ma perché mi chiedete tutti questo? Ho un contratto di sei mesi e due anni, quindi c’è poco da dire. Una statua per me? Lasciamole al posto loro.

Col direttore sportivo e il presidente siamo d’accordo, fate calmare le acque, il presidente ha sempre investito, non sempre è stato ripagato per i sacrifici. Mi auguro di fargli spendere i soldi giusti e che venga ripagato”.

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2 commenti

  1. Fate una statua a Claudio Ranieri. Ha messo in fila una serie lunghissima di miracoli calcistici da non poterne più rimanere indifferenti.
    La sua vita merita libri, documentari, interviste. Merita testimonianze che rimangano per sempre.

  2. Gianraimondo+Farina

    Tutto bellissimo carissimo, con una sola precisazione in riferimento alla Premier League vinta dal Leicester come “la più grande outsider” della Premier. Certamente, ma dopo il Derby County ed il Notthingam Forest di Brian Clough! Quelle si che sono grandi storie, come anche quella di Ranieri. Con amicizia.

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