Pino Porcu
di MANOLA BACCHIS
A volte pensi e speri che le persone a te care siano eterne.
E parto proprio da questa eternità. L’incontro con Pino Porcu è avvenuto proprio per non permettere alla memoria di mettere in un angolo remoto il nostro caro Marco.
Una foto. E, da lì, inizia il cammino di un ricordo, di voler avere sempre più tasselli su quel pezzo di vita che ci accomunava, in modo differente, ma con un unico filo conduttore, anch’esso differente ma analogo…
La morte di Marco ci ha legati, ci ha reso per certi versi l’uno parte dell’altra. Entrambi assetati di sapere e di non dimenticare.
Il sogno era portare la voce di Marco con i suoi scritti, le sue poesie che sfiorano le corde del cuore. E, così, io e Sabrina Sanna, e tanti altri amici, non abbiamo avuto alcun tentennamento nel perseguire questo sogno. Lo confesso, Sabrina lo ha quasi adottato e insieme ne hanno combinate tante. Io seguivo le vicende più da lontano, presenziando in silenzio, come mi è solito fare.
Pino, uomo forte, determinato, sempre disponibile, e severo al punto giusto. Mai una parola fuori posto, pronto a guidarti con la saggezza di cui respiravi appena iniziava a raccontare, ad annotare e a progettare piani futuri.
Eh già, piani futuri. Fino all’ultimo. Ogni volta che ci sentivamo emergevano i lavori che stava architettando per il teatro, per le presentazioni del libro “Parole senza tempo” di Marco. Anche durante la pandemia! Sempre seduto di fronte al computer, nella mansarda di Marco, tra i libri di profumo antico e nostalgico, gli appunti scritti a mano con una grafia fittissima, fotografie e locandine… Mai un segno di cedimento.
Pino con il figlio Marco
Ci eravamo promessi che mi avrebbe dato qualche lezione di dizione per imparare almeno l’A B C per una lettura degna di essere considerata tale, perché anche se ad usufruirne sono in pochi, come dentro ad un’aula di bambini, era importante apprendere le basi di un’arte così bella.
Si portava il leggio personale. Non fosse mai che l’altezza non fosse giusta. Si posizionava davanti al microfono con l’asta o con la spilla. Corpo eretto e fiato pronto. Le prime sillabe facevano da apripista e l’ascolto era totale. Il silenzio prendeva il sopravvento per godere di quella voce pacata, scandita, che dava, a sua volta, voce a tanti autori.
“Ti svelo un segreto” mi disse “io i pezzi li aggiusto per dare la melodia giusta…”
Io ora quel segreto l’ho appena regalato al vento, e con esso spero di sentire la sua voce che in tanti viaggi mi ha accompagnato per accontentarmi, nonostante l’età avanzata, lui c’era… a Nuoro, a Oristano, a Cagliari… c’era sempre e comunque.
È stato un dono incontralo. Come lo è stato essere stata accolta da tutta la sua famiglia: da Irene, donna che non poteva non avere un uomo così al suo fianco e Pino che non poteva non avere una donna così. Barbara e Francesca, figlia e nipote adorabili.
Lo sapevo, ma in cuor mio lo negavo.
Adesso quando chiudo gli occhi penso al suo sorriso e al suo papillon in seta, che, mai e poi mai doveva mancare. E aveva ragione, come sempre. Il papillon era un segno distintivo, da vero Signore. E lui lo era. Perché Signori si nasce.
Grazie sig. Pino, Mano.
Un pezzo davvero toccante.
Conoscendone i risvolti del passato (anche tramite il libro), non posso che unirmi al dolore di tutti gli affetti di Pino.
grazie Mano❤️
Manola, hai fatto un ritratto di Pino come meglio non potevi. Condivido i pensieri e i sentimenti. ❤️
Ha il viso di una persona buona, sarà sicuramente in paradiso. Condoglianze alla famiglia 💐
Cara Manola, immagino il legame che avevate , bellissima descrizione molto forte ,come tu sai fare…sentite condoglianze ai famigliari😘
Un abbraccio alla famiglia
PINO TI RICORDERÒ E SARAI SEMPRE NEL MIO CUORE
BIANCA CASTI
Pino fece la premessa durante la presentazione di Mayoba, Coccinella, nel 2008 presso la libreria Canu. Lo ricordo sempre con affetto.