di CRISTOFORO PUDDU
In altri tempi si sarebbe scritto di “Parterre de rois”, per il numeroso e vivace pubblico che ha gremito la sala convegno dell’associazione I.B.I.S. APS Nuoro, dove si è tenuto un incontro sul tema: “Regionalismo differenziato: quali scenari?”, in merito al tanto dibattuto disegno di legge Calderoli.
L’incontro, introdotto e moderato dalla presidente dell’I.B.I.S (Identità, Benessere, Interculturalità, Solidarietà) prof.ssa Lisetta Bidoni, ha offerto le competenti e delucidanti posizioni di Claudia Marchese in presenza (docente di Diritto costituzionale delle autonomie territoriali all’Università degli Studi di Sassari – sede di Nuoro), mentre in video conferenza sono intervenute Maria Agostina Cabiddu (ordinaria di Diritto pubblico al Politecnico di Milano) e Giuliana Giuseppina Carboni (ordinaria di Diritto pubblico comparato all’Università degli Studi di Sassari). Un incontro di chiarezza sul ddl e confronto necessario per le molteplici contrapposizioni politiche e sociali emerse, che hanno “innescato un intenso e ricco dibattito”, producendo una vera spaccatura nel Paese “tra favorevoli e contrari”; proposta coinvolgente e determinante per fondamentali diritti sociali e civili come istruzione, lavoro e sanità, tanto da determinare iniziative popolari contro il ddl. Naturalmente per la Sardegna non bisogna mai dimenticare i tanti squilibri economici derivati dalla nostra meravigliosa insularità.
Le relazioni delle tre docenti hanno accompagnato l’attento pubblico in un percorso di conoscenze e di inquadramento, con senso costituzionale, ad una generale analisi del ddl Calderoli; proposta legislativa che porta appresso anche l’irrisolta inadeguatezza della storica revisione costituzionale del 2001. Le posizioni emerse sono profondamente critiche e segnano dannosi colpi alla Costituzione della Repubblica Italiana. Per certi versi si vuole introdurre una legge che metterà “l’uno contro l’altro”, penalizzante le diverse classi sociali, e non risolvendo il divario territoriale presente nel paese. Il ddl rappresenta fortemente una risposta di tipo elettoralistico, senza la visione prioritaria dell’interesse nazionale, tanto da far affiorare una forma di neo-feudalesimo. I limiti della riforma costituzionale e i limiti del progetto del ministro leghista, sono motivati anche in prospettiva del tema delle risorse non eque, a cui in Sardegna si sovrappone il problema dell’insularità. Nel chiarire le questioni economiche, e specificatamente politiche, le docenti hanno fornito una preziosa fonte di conoscenze e quadro completo sulle problematiche collegate al ddl. Preoccupante lo scavalco dei principi solidaristici e di unitarietà.
Diversi i contributi al dibattito, che ha coinvolto cittadini, associazioni e il sindacato CGIL FLC, rappresentato dalla combattiva Antonella Cidda; attivista impegnata, e con grandi numeri di adesioni a Nuoro e provincia, nella raccolta di firme per una iniziativa popolare di modifica del ddl ministeriale.