il piccolo Giovanni Tolu
di MARIA VITTORIA DETTOTO
Mentre andavo in treno a Cagliari per svolgere il mio servizio giornalistico in occasione della 367° edizione della Sagra di Sant’Efisio il primo maggio a Cagliari, incontro un giovane ragazzo, Giovanni Tolu, dieci anni. Sale sul treno ad Abbasanta accompagnato dai suoi genitori: la madre Stefania Angius ed il padre Giuseppe.
Giovanni arriva da Atzara ed è al suo primo viaggio in treno. La fortuna vuole che si sieda di fronte a me e da subito colgo in quel giovane ragazzo sardo la bellezza, il piglio simpatico, l’attenzione a tutto ciò che lo circonda. Sorride felice ed emozionato perché oggi vive un’esperienza nuova: prendere per la prima volta un treno in Sardegna e per giunta per rendere omaggio a Cagliari a Sant’Efisio, oltre che andare a trovare suo fratello ventiquattrenne che studia ingegneria a Cagliari.
Non resisto ed inizio a fargli alcune domande: “E’ la prima volta che prendi il treno?”.
“Si“, risponde Giovanni aprendo la bocca su quel sorriso contagioso e coinvolgente che lo accompagnerà sino a Cagliari. “Sono di Atzara”, aggiunge.
I genitori, cordialissimi sin da subito, mi spiegano che quel viaggio in treno è un premio per il buon andamento scolastico di Giovanni. E che il ragazzo sia colto, preparato ed intelligente si capisce sin da subito infatti. Gli domando perché un visitatore che come la sottoscritta non è mai stata ad Atzara ed inizia ad illustrarmi in modo attento e preciso tutte le bellezze del suo paese: “Atzara è un paese di circa 1.000 abitanti nel nuorese nel quale ci sono tante attrazioni: dalla chiesa di Sant’Antioco che festeggiamo il 13 novembre al museo nel quale sono custodite le opere del pittore Antonio Corriga. Frequento la scuola elementare ad Atzara e tra l’altro oggi a Cagliari sfilerà anche il nostro gruppo folk in abito tradizionale. Avrei potuto sfilare anche io!”, aggiunge orgoglioso.
Giovanni è un fiume in piena. Un carico inesauribile di fonti e nozioni che fanno venire voglia a chi lo ascolta come per la prima volta, non solo di conoscerlo ma di andare assolutamente a conoscere il suo paese Atzara che a questo punto ha assunto i connotati di una cattedrale nel deserto nel Mandrolisai. Mi mostra le sue foto in abito tradizionale atzarese e mi spiega fiero che la prima volta l’ha indossato a quattro anni, un abito molto antico, tramandato di generazioni nella sua famiglia. “Ho indossato l’abito tradizionale sardo in tante occasioni: la prima volta a quattro anni per Cortes Apertas quello antico che ha indossato anche babbo. Adesso ne ho uno più recente che avrà una ventina d’anni in velluto”.
Giovanni coi suoi racconti coinvolge tutti coloro che lo circondano. Ha le doti espressive di un divulgatore scientifico e gli suggerisco un domani di fare il giornalista anche lui. Gli domando cosa lo incuriosisce della festa di Sant’Efisio: “Vedere le persone che sfilano con gli abiti sardi”, risponde con piglio deciso.
Arrivati a Cagliari scendiamo insieme dal treno, ci scambiamo i contatti e ci salutiamo. Giovanni assisterà poi felice alla processione ed al passaggio del Santo e mi invierà foto e video dell’evento, visti con gli occhi di un giovane adolescente di dieci anni che ho avuto la fortuna ed il privilegio di incontrare per caso su un treno e che mi ha fatto venire voglia di andare a visitare Atzara al più presto, più di qualsiasi spot promozionale.
Non è venuta anche a voi?
No vabbè che emozione
Caro Giovanni ,come ho detto spesso ,sei meraviglioso .Complimenti Stefania e Giuseppe. Un abbraccio grande
Grazie per tutte queste emozioni 🥰
Grazie Giannina sempre molto gentile 😘
Bel racconto , Io sono di Atzara vai presto a visitaarla è molto bella