di CARMEN SALIS
Mattia Medda esordisce con la sua prima opera, un giallo insolito e intrigante, Il defunto addormentato -. Edizioni Amicolibro.
Pierpaolo Porcu, cinquantenne, viene promosso commissario di Polizia e si traferisce da Assemini a Cagliari
Dopo una settimana apparentemente tranquilla, il commissariato è scosso dal ritrovamento di un cadavere in una panchina di piazza San Giacomo
L’esigenza di ambientare il giallo a Cagliari da cosa nasce?
Nasce dalla semplicità. È molto più semplice scrivere di ciò che si conosce bene, che si vive ogni giorno, che imparare di luoghi nuovi, col rischio peraltro di non comprenderli bene. Nel romanzo, tutte le scene all’aperto, sono ambientate in luoghi in cui io stesso sono passato. Perfino la scena iniziale ad Assemini è ispirata a dei luoghi in cui sono stato in quella città.
La passione per i gialli nasce dalle tue letture?
Anche. Ho letto alcuni classici del genere, come “Il mastino dei Baskerville”, “La serie infernale”, “La vampa d’agosto” e altre, ma le mie prime esperienze con questo genere le ho avute grazie alla televisione, grazie alle serie televisive di cui i miei genitori sono appassionati, come “C.S.I.”, “La signora in giallo”, “Poirot”. Serie che mi hanno colpito molto per il perfetto incastro degli indizi e dei dettagli. Anche oggi continuo a seguire serie dello stesso genere, e l’effetto che mi fanno è sempre lo stesso di allora.
Sarà questo il tuo genere anche per i prossimi lavori?
Non ne sono certo. Sono sempre stato un appassionato di molti generi diversi, e sarei interessato a scrivere anche di fantasy e fantascienza. D’altro canto, è necessario anche rispettare le esigenze del mercato letterario sardo, dove questi generi non sono molto presenti, a differenza del giallo, sempre popolare. Posso solo dire che ho molte idee, che mi piacerebbe esplorare vari generi e creare varie storie, e che spero di avere la possibilità di riuscirci.
Bravo Mattia