VERONICA SCANO, STORIA DI CORAGGIO E DI RINASCITA: OLTRE L’ORDINARIO CON LA CREATIVITA’

di STEFANIA CUCCU

Veronica Scano

Nei momenti bui e tormentati del nostro cammino, la creatività, l’arte, la letteratura, la poesia, la musica, hanno un potere straordinario, in quanto valido mezzo per alleviare la sofferenza e le afflizioni della vita. L’arte, in tutte le sue forme, rigenera, ha una funzione terapeutica. Ci viene anche incontro nel comprendere noi stessi e gli altri, a immaginare il futuro, offrendoci molteplici prospettive e indicazioni. È dunque un medicamento che cura l’artista, ma cura successivamente anche gli altri. Questa è la storia di Veronica Scano. Veronica nasce a Cagliari nel 1978 Studia all’istituto magistrale e inizia a lavorare nel. Una vita tranquilla, un marito e un bambino: gli amori della sua vita. La sua prima vita…

“La mia seconda vita inizia nel momento in cui mi ritrovo sola, completamente sola…

Mi sono sposata a 27 anni nel 2007 a Febbraio perché avevamo il desiderio di andare in viaggio di nozze in Australia dove in quel periodo in Australia è estate. Sono rimasta vedova nel 2020. Mio marito faceva parte di una azienda a conduzione familiare nella ristorazione che però ha dovuto lasciare quando è arrivata la diagnosi della malattia. Sclerosi laterale amiotrofica ad esordio bulbare. Una malattia che colpisce i muscoli e non si è più in grado di fare movimenti e di respirare. Lui non ha accettato le cure come la tracheotomizzazione perché lo avrebbero allontanato dalla famiglia, lo avrebbero ricoverato in un periodo tra l’altro in cui imperversava il covid e ha preferito andare incontro alla morte stando in famiglia. Io ho preferito fare la scelta di seguire lui e ho lasciato il lavoro.

Prima ancora che mio marito si ammalasse, lavoravo nel suo bar. Ho provato a fare arte, ma non è stato facile perché la mia creatività l’ho riversata sul lavoro al bar e sulla famiglia. E sono grata per questa esperienza perché sono cresciuta tanto nel campo della gestione del lavoro e del personale della gestione dei fornitori, delle entrate e delle uscite. Un percorso di crescita perché gestire un bar, anche ad alti livelli, è faticoso; ho affinato delle potenzialità che non sapevo di avere.

Quando è arrivata la malattia di mio marito a 45 anni l’abbiamo affrontata con forza e con serenità. Abbiamo creato un day-ospital al policlinico di Monserrato nel reparto di neurologia insieme all’equipe che in quel periodo lavorava lì e abbiamo lottato per avere una stanza in cui andare a fare la flebo, aperta a tutti. All’inizio della patologia infatti, venivamo inseriti nelle stanze degli altri pazienti con altre patologie, con la loro intimità, con la tua intimità oppure all’ingresso insieme ad altri pazienti… Non c’era una stanza dove entrare e fare la flebo. Noi abbiamo partecipato a una terapia sperimentale che ci portava a fare due settimane al mese tutti i giorni in ospedale per fare la terapia fino a quando non siamo entrati in assistenza domiciliare dove una infermiera veniva a mettere una flebo, ma dallo stato non abbiamo avuto nulla.

Nulla, perché la sclerosi laterale amiotrofica sino a che non sei tracheotomizzato, non viene riconosciuta. E non ci sono neanche dei contributi finanziari nonostante ci siano tanti pazienti che soffrono di questa malattia!

Ivan è morto in pieno look down; non c’erano medici… farmaci… e sono stata lasciata sola da tutti.

Sono diventata infermiera: ho dovuto assistere lui e mio figlio. Quando poi ho capito che si stava aggravando ho avuto un colloquio col neurologo che ci ha aiutati ad affrontare la morte. Ivan è andato via col sorriso: ci ha guardato, ci ha sorriso e si è spento. In quel sorriso voleva dirci di continuare a vivere e di essere felici, per noi e per lui. 

Noi eravamo preparati alla fine nostra storia di vita insieme. Questo esser preparati non elimina la sofferenza del distacco, ma ogni volta che sentiamo la sua assenza, rivediamo quel sorriso e ci sentiamo rincuorati.”

Quando si parla di sofferenza, non c’è un prima e un dopo, soprattutto quando si ha a che fare con traumi infantili. I demoni ballano sempre con noi, non scompaiono mai del tutto. Quello che succede è che arriva un momento in cui scegliamo se essere per sempre vittime o se darci il permesso di essere felici, anche se dobbiamo continuare a convivere con quel ricordo.

“Avevo 42 anni e Filippo aveva 10 anni. Ho perso mio padre alla stessa età di Filippo. E mia madre aveva la mia stessa età quando è rimasta vedova. Sono riuscita a entrare in comunicazione con Filippo perché ho passato lo stesso dolore. Mia madre si è rivista in me e ha esorcizzato il suo dolore. E io ho dovuto essere forte per Filippo e per mia madre perché erano le uniche persone che avevo accanto. Ho fatto vivere a Filippo la morte come facente parte della vita; è stato supportato e ha metabolizzato la cosa.

Ho fatto un percorso di naturopatia dove abbiamo lavorato sulla metabolizzazione del lutto e le mie origini. Ho viaggiato all’interno del mio passato e delle mie energie.

Ho elaborato il lutto ritornando alle mie passioni. La pittura e la scrittura. Diciamo che è l’arte che è venuta a cercarmi.

L’arte è stata sempre la mia valvola di sfogo e di recupero. Mi dà energia. E più scrivevo e più disegnavo più stavo bene.

A Settembre 2020 ho fatto la mia esposizione personale di pittura, e da lì sono arrivata alla moda.

‘ARTMEA’ è nata una sera d’agosto in cui ho scritto una poesia ‘l’abbraccio’ che ho dedicato a mio marito e scrivendo la poesia ho scritto ARTMEA e quando l’ho visto trascritto nel foglio ho detto: ‘E’ questo quello che voglio fare!’… Cioè da lì ho capito che volevo fare arte e metterla a disposizione di tutti e allo stesso tempo volevo crearmi un lavoro facendo qualcosa che mi rappresentasse e mi rendesse felice.”

Veronica dipinge, e va avanti con sorriso, e nel contempo un altro “Grande Pittore”, disegna con cura la tela della sua vita…

“Inizialmente avevo idea di disegnare sulle magliette. Però lavorare disegnando direttamente sulle magliette non è un lavoro commerciale ma di nicchia e non puoi pensare di vendere dal nulla una maglietta che ti impiega tante ore; il prezzo diventerebbe esorbitante! Così ho chiamato una cara amica per avere delle magliette per fare delle prove come il disegno, il lavaggio, lo stiraggio e lei mi ha consigliato un laboratorio già esistente, a Frutti D’oro…”

Qui Veronica conosce Luca, un ragazzo che la aiuta, la supporta e che diventerà il suo compagno di vita!

“Contemporaneamente stavo facendo un corso di pittura botanica sarda perché volevo inserire i fiori nel progetto di pittura nelle magliette. Con 14 euro ho acquistato due magliette che ho dipinto però mi rendevo conto che quel lavoro così non è commerciabile, ha dei costi esorbitanti, allora ho scannerizzato il disegno e l’ho mandato al laboratorio di stamperia. Il disegno è stato digitalizzato ed è stato mandato in stampa con tempere all’acqua esattamente così come nella matrice pittorica.

È successo che in quel periodo eravamo tutti in casa e quando il grafico mi ha mandato il templeit della maglietta, mossa dalla gioia l’ho mandato a tutti i miei contatti su whatsapp e lì c’è stato un primo punto di svolta perché mi sono arrivate subito delle ordinazioni. Ho iniziato a stampare così tanto tutte le settimane che non mi sono più fermata. E la rete si è allargata.

Vendo online e nei mercati turistici di Costa Rey e Villasimius dove ho un riscontro popolare tutte le settimane. Il prodotto è buono, piace e sta andando bene. E poi gli stranieri ci tengono a portar via un pezzetto di Sardegna anche attraverso l’arte e la moda.

Ora sto allargando la rete preparando il sito, ma sono presente anche su internet, su instagram o alle fiere. Ricevo ordinazioni da tutte le parti del mondo: Svizzera, Brasile, Australia, Germania oltre al continente. I prezzi sono abbordabili per tutti proprio perché potendo stamparlo quante volte voglio, ammortizzo i costi di impresa.”

Veronica parla con il sorriso: lei che oggi è capace di dare coraggio anche a chi si trova nelle difficoltà; lei che dopo un periodo buio si è rimessa in gioco da sola con la forza della sua creatività. Perché le persone creative vanno oltre l’ordinario, il sistema, ciò che è logico o naturale per gli altri. Perché la mente creativa si prende dei rischi, osa.

“È un’idea che è partita da me, poi ho incontrato il mio compagno che fa sia grafica che stamperia e mi supporta in tutto. Abbiamo in progetto anche di allargare il mood del brand tanto che stiamo iniziando a lavorare con jeans.

Ho pensato che il brand mi dovesse caratterizzare in tutto il mondo, e dovesse essere rappresentativo della Sardegna. Io mi sento sarda a tutti gli effetti e mi piace l’idea di creare un valore aggiunto per la Sardegna disegnando fenicotteri, mamuttones, i quattro mori, boes e fiori che piacciono molto…”

Veronica racconta la Sardegna con uno studio sul colore e sui simboli traducendolo a suo modo, senza paura. Disegni coloratissimi, forme pulite e giovani in un linguaggio creativo che può essere compreso da grandi e piccini perché sempre attuale e innovativo. Lei vuole che uomini e donne di Sardegna, possano avere vicino al cuore la loro Isola, e la commuove il pensiero che persone di tutto il mondo possano scegliere le sue t shirt sull’onda delle proprie emozioni e per sentirsi vicini alla propria terra.

“Ho partecipato a un concorso organizzato da Milano Agency e ho vinto. Quando ho presentato le magliette la giuria mi ha premiato e poi il capo della giuria mia ha contatto per fare delle sfilate qui in Sardegna. Tutto gratuito. Ho avuto grande successo anche se sono da poco sul mercato; ho iniziato nel Novembre 2020.”

Ma il suo successo non finisce qui… nel frattempo “il Grande Pittore” continua a disegnare sulla tela della vita il percorso di rinascita di Veronica.

“Quando ho messo sui social il mio brand una ragazza mi ha chiamato per ordinare una canotta nera con i girasoli e ha capito che ci conoscevamo. E poiché suo marito lavorava in radio, mi hanno invitato a raccontare la mia esperienza. Quella sera ho letto la poesia dedicata a mio marito ‘L’abbraccio’ che per me rappresenta una svolta di tipo emotivo perché è stato il momento in cui io ho iniziato a sentire l’esigenza di dare inizio alla mia nuova vita.

Tra gli utenti del programma, quel giorno, c’era una ragazza di nome Valeria Cancedda che in quel periodo lavorava per una casa editrice di Ferrara. Innamorata della mia poesia, mi contatta dicendo che la poesia le era piaciuta tanto e che, se avessi lavorato ad altre poesie, le avrebbe pubblicate.”

Le poesie di Veronica, abbinate a un inserto di mirabili illustrazioni da lei stessa dipinte, piacciono perché hanno qualcosa di magico, e sono estasi di colore. In un verseggiare sospeso tra illusione e realtà, traspare la speranza malinconica che la vita si riempia d’amore.

“La riva dei giorni” esce nel Marzo 2022 e grazie a Valeria conosco Alessandra Sorcinelli, una donna straordinaria e sensibile che ama mettere in luce il lavoro degli autori sardi. Alessandra mi invita a fare la presentazione del mio libro il 22 aprile e da lì non mi sono più fermata. È stata un susseguirsi di eventi: letture di poesie e sfilate di moda!

So che mi seguono in tanti e soprattutto tante donne perché la mia storia non è solo una storia di arte, moda, o di lavoro: è una storia di vita, di morte e di rinascita.

Sono nata in terra Sarda e sono rinata con la Sardegna nel cuore e finché vivrò farò il possibile per onorare una terra che mi ha mi ha aiutata a risollevarmi e a vivere una nuova vita piena di amore e di gratitudine.

E spero che la mia esperienza possa essere di consolazione e conforto a tante persone che si trovano ad affrontare delle difficoltà…”

Nelle parole di Veronica c’è la consapevolezza di far parte di un disegno ancora più grande, dove nessuno non può sottrarsi alla potenza della vita, ma ognuno può fare qualcosa per migliorare la sua esistenza e quella di chi gli sta accanto…

perché solo chi ha superato le avversità della vita, conosce la vera pace dell’anima.

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4 commenti

  1. Alessandra Sorcinelli

    Che meraviglia complimenti Veronica Scano e Stefania Cuccu

  2. Veronica Scano

    Grazie Stefania è un onore per me poter essere presente nel tuo articolo in un abbraccio virtuale insieme a tutti i nostri conterranei attraverso l’amore che esprimi con la scrittura per la nostra amata Sardegna !
    La forza il coraggio la resilienza la voglia di rinascita nonostante le durezze della vita ❤️
    Un abbraccio sincero a chiunque legga la storia di una vita che appartiene a tutti 💪🙏

  3. Atelier della Stampa

    Grande!!!!

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