di LUCIA BECCHERE
“Nella bellezza del suo canto e della sua fede ha trovato la salvezza”, così don Pietro Puggioni durante l’omelia per la scomparsa di Antonietta Chironi la cui voce si è spenta a soli 57 anni.
Il padre Diddino, noto antifascista nuorese, era operaio tipografo all’Artiglieria e lei, prima di 7 figli, ha dovuto superare difficoltà e pregiudizi per poter realizzare il proprio sogno.
La passione per il canto l’aveva respirata in casa da sempre, il padre suonava nella banda musicale cittadina e cullava i suoi bambini intonando brani d’opera. Antonietta cantava in chiesa e la sua bella voce non passò inosservata e proprio grazie alle insistenze di don Sergio Piras e dell’insegnante di piano Rosaria Denti, la famiglia permise alla ragazza, ancora sedicenne, di frequentare il Conservatorio di Cagliari diretto dal maestro Margola. A 23 anni conseguì il diploma di canto, insegnò a Macomer, Nuoro e negli anni 70 fu docente di teoria e solfeggio al Conservatorio di Sassari. Si era accorpata le ore di lezione per poter trascorrere gran parte della settimana a Nuoro e curare da vicino l’Ente Musicale da lei fondato (1987) e diretto, e La Scuola Civica di Musica (1982) che oggi porta il suo nome, da lei voluta e coordinata con reali funzioni di direttrice fino all’ultimo. Riteneva questa struttura la sua creatura più importante non soltanto perché avrebbe offerto a tutti i giovani l’opportunità di studiare a Nuoro, ma certa che attraverso la musica avvenisse il riscatto sociale e culturale dei popoli. Forte fu il suo impegno nel volere dare a quella disciplina pari dignità delle altre sottraendola al ruolo complementare nel quale era da sempre relegata a Nuoro. Nella Scuola Civica ha guidato i percorsi artistici di maestri di canto, musicisti, strumentisti e direttori di coro: Piero Preti, Battista Giordano, Alessandro Catte, Franca Floris, Cesare Strozzi e Paola Puggioni.
Specializzata in musica classica del 700, sovente il maestro Antonio Ligios l’accompagnava alla chitarra e al liuto, Antonietta era un’artista versatile, coltivava tutte le espressioni musicali, dalla classica alla lirica, dal folk al melodramma. Amava il jazz e si adoperò perché Nuoro fosse sede di un seminario. Appassionata esecutrice di canti sardi, nel 1976 si era esibita in lingua al Teatro Olimpico di Roma e in Belgio per i nostri emigrati.
“Con la sua bellissima voce – ha detto Dolores Turchi – riusciva ad ammaliare tutti coloro che amano il canto”.
La caratterizzava una bellezza selvaggia, era libera, decisa e generosa, impartiva lezioni private spesso senza compenso. Giocava a pallacanestro nella Gennargentu ma aveva abbandonato la squadra dopo essersi ammalata di pleurite. Molto legata alla famiglia, ai nipoti soprattutto. Frequentava la chiesa, tante le sue rappresentazioni sacre a Nuoro e in tutta la Sardegna, era amica di don Pietro Puggioni e don Pietro Meloni, benché allo stremo delle sue forze, si era recata in pellegrinaggio a Lourdes.
L’ultimo applauso le è stato tributato nel ‘94 durante un concerto della settimana Santa a Nuoro. Aveva cantato un gosos di Fonni e due laudi medioevali, sola e senza accompagnamento musicale, mentre la potenza della sua voce non lasciava affatto trasparire la sofferenza per il male che l’aveva aggredita.
Per un intero anno dopo la sua scomparsa (1996), l’Ente Musicale le ha dedicato numerosi concerti e il saggio finale del seminario jazz.
Nuoro l’ha voluta celebrare con la scultura di Igino Panzino: una farfalla simbolo, il cui corpo a diapson sorregge due ali enormi protese verso la libertà.
È stata la mia insegnante di musica alle magistrali. Bravissima!!!!🥰🥰❤️❤️❤️
Un’insegnante che ci faceva cantare , mentre suonava il pianoforte con grande bravura. La ricordo con piacere perché esprimeva l’amore per il canto e per la musica e ce lo comunicava.
La mia professoressa di musica alle medie, una bellissima a bravissima insegnante e cantante😍
Le mie origini musicali …
La ricordo molto bene 🌹