di Massimiliano Perlato
La Torres Sassari è campione d’Italia per il secondo anno di fila. Una squadra, quella femminile simbolo di tutta la Sardegna, dai grandi numeri: tutte vittorie tranne per un pareggio. Oggi la compagine sassarese nel calcio femminile è la squadra più titolata d’Italia con 5 scudetti, 7 coppe nazionali, 4 supercoppe italiane e due trofei internazionali dell’UEFA. Nessun’altra ha vinto tanto. E tanto altro questa Torres promette di vincere. Ha orgogliosamente sventolato ancora una volta il bandierone griffato 4 mori, prima allo stadio e poi sul bus scoperto che ha portato le campionesse in giro per la città, da piazzale Segni a piazza d’Italia, con tappe in vari punti di ritrovo. La pazza festa delle ragazze torresine è iniziata al fischio finale della gara col frastornato Venezia, tra palloncini rossoblù, spumante e giro d’onore su “Oreste”, la nuova navetta turistica. E’ proseguita col tour verso il centro, un salto sul palco allestito in piazza per ospitare una manifestazione folk (i cori di vari paesi si erano esibiti in tribuna prima del via della partita), per salutare i tifosi e ricevere i loro applausi, e si è poi trasferita in un agriturismo della Nurra, dove tra brindisi e canti si è protratta fino a tarda notte. Una serata da ricordare e più che meritata per le calciatrici più forti d’Italia, che per l’occasione hanno indossato la maglietta celebrativa: su fondo bianco, l’impronta tricolore di una mano (con le dita a rappresentare gli scudetti vinti) e la dicitura “E sono 5”. A vantare la cinquina è il presidente Leonardo Marras, che esterna così la sua felicità: «Sono sempre le donne a trionfare. Sassari e la Sardegna intera devono essere orgogliose di loro, hanno dimostrato di essere imbattibili sul campo, lottando e vincendo spesso nel disinteresse totale. L’euforia con l’età non è più la stessa – aggiunge, ricordando i momenti dei primi successi – ma vi assicuro che l’emozione è la stessa ed essere al top nel trentennale della società ha un significato speciale». Un trionfo dal sapore speciale anche per Angeles Parejo, che il rossoblù lo porta ormai sulla pelle. «C’ero l’anno del primo scudetto e sono ancora qua, è il mio quarto titolo ed è sempre una grande gioia». A 42 anni la bomber iberica (9 reti in questo torneo) festeggia ancora, ma sarà davvero l’ultima volta. L’annuncio è arrivato nel giorno clou della stagione: «E’ il momento giusto per lasciare, volevo chiudere da campionessa la mia storia col calcio e ci sono riuscita. A fine stagione smetto». Alessia Fadda sintetizza così: «E’ semplicemente stupendo. Volevamo riconfermarci e lo abbiamo fatto alla grande, strapazzando tutti grazie a un gruppo mai così unito. Per me è il secondo tricolore, un’esperienza fantastica che mi auguro di ripetere, se è vero che non c’è due senza tre…». A Raffaella Manieri sono bastati pochi minuti in campo per sentire brividi speciali: «Volevo esserci per provare le emozioni forti che può dare un giorno così importante. Un bis bellissimo, che non capita spesso nella vita di uno sportivo. L’anno scorso si è svolto tutto un po’ in sordina, sul campo della Reggiana. Questa volta ci siamo rifatte in casa, con i tifosi che ci hanno fatto sentire importanti».