di LUCIA BECCHERE
Domenica 25 settembre è scomparsa la professoressa Lucia Bandinu, figura di grande spessore morale e professionale. Insegnante di Lettere, per anni ha ricoperto il ruolo di vice preside al Liceo Scientifico di Nuoro dove era stimata da colleghi e alunni per il suo saper mediare situazioni anche fra le più scabrose con la sua carica umana che la caratterizzava e la portava a schierarsi sempre dalla parte dei più deboli. Colta, riservata, intelligente, bella e di grande classe, la sua presenza non passava certo inosservata. Sempre impegnata nelle varie attività culturali, la sua solida preparazione la faceva sentire a proprio agio in tutti i consessi dove spaziava con naturalezza nelle varie branche della conoscenza. Amava la storia, la letteratura e l’arte, ma prediligeva in particolare modo la poesia dove ritrovava sentimenti ed emozioni di cui il suo spirito si nutriva. Costantemente proiettata contro tutto ciò che mortifica la dignità umana, era sempre un piacere intrattenersi con lei a parlare di temi che affliggevano l’umanità: malattie, povertà, guerre e solitudine.
E proprio per la sua spiccata sensibilità, nel suo tragitto esistenziale ha sentito maggiormente il peso dell’umana sofferenza, consapevole che la felicità esiste soltanto nella ricerca della stessa.
Poco incline ai compromessi, portava avanti le proprie idee con fermezza e con convinzione restava fedele al suo pensiero. Non tollerava l’arroganza, la prevaricazione, i saccenti e le persone vuote.
Originaria di Bitti, andava fiera dell’appartenenza alla sua terra e della sua gente si portava dentro tutti i tratti identitari.
La forte vocazione materna da lei vissuta intensamente come totalità polarizzante, l’ha portata a condizionare la sua esistenza, rinunciando a vivere in un mondo cadenzato di agiatezze e in simbiosi col mondo della cultura. Sofferenze e malattie avevano minato la sua vita ormai costellata da problemi e preoccupazioni, mentre lei trovava rifugio nella preghiera come elemento essenziale per affrontare la vita e nella fede per la sua profonda valenza salvifica.
Anteponeva gli affetti a tutto. Perfino nel momento estremo, mentre le forze la abbandonavano, il suo ultimo pensiero lo ha rivolto al figlio che ha amato e protetto oltre ogni limite umano.
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