di TONINO OPPES
Le vie del colore sono davvero infinite. Basta osservare i quadri di Carla Boi: l’olio e l’acrilico regalano un soffuso cromatismo che si esalta in tutte le sue opere ma soprattutto in quelle titolate “Cosmo” e “Il grande progetto”: sono due lavori molto belli che certamente documentano una raggiunta maturità artistica ma pure esprimono un particolare stato d’animo di chi dipinge. Nella prima tela il giallo si alterna al verde, l’azzurro al rosso, il bianco si insinua sul nero in un mondo popolato di figure geometriche, cerchi e quadrati in primo piano. Ne “il grande progetto”, due linee gialle, parallele, solcano il cielo che si riempie di pianeti multicolori, uno accanto all’altro eppure ben distinti. No, non c’è caos nei lavori dell’artista di Serramanna trapiantata a Nuraminis ma il forte desiderio di raccontare la propria gioia attraverso la vivacità dei colori che si inseguono come in un gioco con tante biglie di vetro colorate.
Carla Boi ha cominciato a dipingere da piccola: ”mi piaceva molto emulare mia madre” ricorda con un velo di nostalgia, eppure quasi tutti i suoi quadri sono stati realizzati nel triennio 2019-2022.
Un periodo fortemente difficile per tutti, contrassegnato dalla pandemia.
“Ho ripreso dopo anni di abbandono in un momento particolare della mia vita, caratterizzato non solo dal lockdown, e con i pennelli in mano e la tela bianca davanti ho scoperto che quella mia passione coltivata durante la mia infanzia non era scomparsa. Era soltanto sopita e toccava a me farla rivivere. E’ stata una sfida con me stessa.”
In effetti la passione per la pittura è stata come un toccasana, ha rappresentato uno stimolo costante per continuare a guardare avanti, affrontare e superare gli ostacoli. Ecco perché i risvegli, in questo caso più che mai, non riguardano solamente il mondo artistico.
Il momento più difficile è passato e, allora, le tele coloratissime esprimono, quasi urlano, la voglia di vita. Con “Crono”, dominato dal rosso, si va all’origine del tempo infinito mentre “Il guardiano” (forse sorveglia lo scorrere delle nostre esistenze?) è un gallo che canta all’Universo intero rivolto alla galassia dormiente.
Negli ultimi tre anni Carla Boi ha realizzato oltre quaranta opere che hanno raccolto un buon consenso tra gli amanti della pittura. “Eppure avevo dipinto solo per un appagamento interiore” sottolinea sottovoce. Alcune tele sono state esposte recentemente nelle sale del Museo archeologico di Senorbì che si conferma ancora una volta un prezioso punto di riferimento culturale per tutta la Trexenta. Un Museo vivo, Sa Domu Nosta, che – grazie alla sua responsabile scientifica Elisabetta Frau – propone da anni assieme alle più significative tracce del passato di un territorio abitato fin dalla preistoria, una serie di incontri su Storia, Arte e Letteratura con interessanti proiezioni di documentari, presentazioni di libri e, appunto, mostre che mirano a far conoscere gli autori sardi.