di ALESSANDRA ZEDDA
L’approvazione del Programma Annuale dell’Emigrazione costituisce sempre un momento importante e significativo dell’organizzazione democratica e partecipativa della rete dell’emigrazione sarda, nelle sue diverse espressioni. Anche quest’anno non a caso abbiamo inteso far precedere l’adozione del parere da alcune riunioni di carattere tecnico finalizzati a ricevere per tempo proposte e suggerimenti, con l’obiettivo di formulare una proposta il più aderente possibile alle esigenze delle varie realtà.
Alcuni elementi rimangono irrinunciabili: l’adozione di criteri di ripartizione, il primato delle progettualità, la visibilità delle buone prassi, la coerenza con i programmi di sviluppo locali e l’efficacia in termini di ricaduta per la Sardegna. Insieme a questo, l’indicazione di alcune priorità servono a coniugare la vivacità e la creatività delle nostre comunità di conterranee e conterranei in Italia e all’estero con l’attualità dei tempi che richiedono sempre più una visione prospettica: il ruolo dei giovani, la valorizzazione delle donne, il valore dell’emigrazione, la digitalizzazione e i nuovi sistemi tecnologici.
L’inaugurazione delle nuove sedi del Circolo di Perugia, ultimo in ordine di tempo riconosciuto dalla Regione Sardegna, e della FASI a Gariga di Podenzano rappresentano la volontà e il desiderio di connettersi fortemente con il territorio e porsi in termini di servizio e di arricchimento reciproco.
Mi preme riaffermare la mia visione unitaria dell’emigrazione, perché uno è il popolo sardo e una è la dignità e l’identità di ogni donna e ogni uomo trasferitisi altrove per ragioni di lavoro, di studio, di interessi o familiari. Veniamo da due anni di pandemia che ci hanno costretti alla separazione e all’isolamento, alla chiusura e al distanziamento. Viviamo giorni terribili di guerra alle porte di casa nostra. Non possiamo permetterci di dividerci tantomeno affermare pretestuose posizioni individualistiche e personalistiche: Casa Sardegna è una al di là di ogni confine territoriale. L’orgoglio e la passione che ho potuto sperimentare personalmente in Argentina come in Svizzera come in Italia esprimono un unico senso di appartenenza.
È con questo spirito che stiamo cercando di organizzare per quest’anno a fine ottobre la Conferenza Internazionale dell’Emigrazione Sarda, dopo quattordici anni dalla precedente, per riaffermare il valore delle migrazioni e la possibilità di incidere efficacemente nell’economia, intensificando l’impegno per ridurre le distanze e le differenze. In tal senso la battaglia per l’insularità, la continuità territoriale e i trasporti, il riconoscimento delle peculiarità e delle specialità della Sardegna rimangono una priorità per tutti.
Fortza Paris!