di LUCIANA ORTU
Consegna al Comune di Cuglieri dell’opera del pittore Piero Ligas, dedicata all’ulivastro millenario bruciato nell’incendio del luglio 2021
Nei giorni scorsi, l’artista, originario di Nurri ma con radici anche Cuglieritane, ha consegnato nelle mani del sindaco Andrea Loche un suo quadro, dedicato al patriarca vegetale del paese.
L’opera, olio su tela di cm 52 x 100, dipinto dopo il disastroso incendio che, nello scorso luglio, ha devastato ettari di boschi, campi coltivati, uliveti, aziende agricole e allevamenti in un territorio vastissimo che ha distrutto il Montiferru, solo per citare alcuni dei luoghi colpiti, Santu Lussurgiu, Cuglieri.
Non spetta a me riepilogare la devastazione di tali proporzioni, chi di dovere ha indagato e speriamo che le amministrazioni e gli enti a cui compete abbiano già preso provvedimenti atti a prevenire altri simili disastri, in vista della nuova stagione estiva, che, ahimè, da noi non è solo balneare ma è tristemente nota come la stagione dei fuochi.
Presenza attiva sul territorio, fasce frangifuoco, educazione civica, manutenzione e pulizia, nel rispetto della natura delle aree boschive, sono solo alcune delle armi di cui possiamo disporre. Chi vive sul territorio lo sa bene, e non mi dilungherò oltre.
L’artista, colpito, come tutti noi, dall’abbattimento di un albero assurto a simbolo non solo di un luogo, Cuglieri, a lui caro viste le sue radici, ma anche dell’opera del fuoco (che sia doloso o meno non fa alcuna differenza nel risultato finale), lo ha rappresentato sulla tela insieme al grumo di sentimenti che lo hanno invaso alla notizia e alla vista del patriarca incenerito.
Secondo il suo stile, ha rappresentato alla base del quadro il muretto a secco, usando pezzi di iuta per delineare le pietre, che danno spessore e tridimensionalità al muretto.
Da lì, si intravede la base del tronco, contorto e massiccio, e alla biforcazione da cui si dirama il groviglio di rami millenari dell’albero, un nido, anch’esso di iuta tinta di rosso, come il sangue, con dentro degli uccellini appena nati a becco spalancato verso l’alto, inceneriti, bloccati dall’artista quasi in un eterno grido di dolore. Un fermo immagine carico di drammaticità, gli uccellini sembrano aspettare una madre amorevole che li imbocchi, ma sono morti come la natura circostante e “urlano” il loro j’accuse, rabbioso, contro un atto di una violenza inaudita, incomprensibile per la Natura.
Dietro di loro, sullo sfondo tra i rami, il sole, quasi mortificato per lo spettacolo a cui assiste, per la violenza sulle creature inermi di cui gli uccellini assurgono a simbolo, anch’essi come l’ulivastro.
Un sole triste, quasi un’alba livida di uno scenario da “day after” dove è difficile trovare speranza di redenzione, con flora e fauna distrutte e l’uomo colpevole, nel migliore dei casi, di incuria e omissione.
Tutto il quadro “urla” un dolore indicibile e indescrivibile se non con i colori, tipici delle opere dell’artista, che trovano spazio, ritmo e cadenzano una discesa agli inferi.
A partire dalle pietre di iuta, scabre, essenziali, nude, l’albero dai contorni rossi quasi fiammeggianti, rami ormai senza foglie che si alzano come braccia al cielo, ma dove il cielo sembra sparito, inghiottito dalle tenebre della notte, della ragione, tra il fumo denso che non lascia spazio al blu notturno che sfuma nel giorno, e i contorni violacei, in una sorta di tempo di Quaresima per Madre Terra, in lutto per la morte dei suoi figli prediletti tra i tizzoni ardenti.
Negli anni, Piero Ligas ha realizzato quattro tele dedicate agli incendi. Ci auguriamo però che questa dedicata al patriarca di Cuglieri sia l’ultima su questo tema.
Grazie Luciana, bellissimo commento. L’ analisi è profonda e pertinente. Descrivi pienamente, in modo hair ed esaustivo il mio pensiero. GRAZIE DI CUORE.
Gran bell’articolo, Luciana Ortu Puddu e complimenti
all’artista per la sensibilità con la quale ha esternato il suo sentire.
grazie, il tema degli incendi sta molto a cuore sia a me che all’artista, che purtroppo negli anni ha dedicato ben 4 opere al fuoco devastatore. Speriamo che questa sia l’ultima tela sul tema, e che argomenti più lievi stimolino la sua creatività, o comunque di diverso tenore