MIELE PER LE ORECCHIE E IL CUORE: MARCO ARGIOLAS, IL SASSOFONISTA DI QUARTUCCIU

Marco Argiolas

di CHRISTINE LAURET

In via Nazionale di Quartucciu vive un sassofonista. Uno di quelli che quando lo senti, il tuo cuore si apre e le orecchie sorridono…

Marco Argiolas l’ho sentito per la prima volta per caso su un palcoscenico. Fu appena iniziò a soffiare nel suo sassofono soprano che alzai la testa. Smisi di ascoltare le chiacchiere della mia vicina.

All’improvviso avevo ritrovato l’udito. Un suono… ma che suono!

Marco faceva vibrare il suo sassofono esplorando i meandri sonori dello strumento. Tale il pittore con la sua tavolozza, tale il musicista. Usava tutte le sottigliezze armoniche, di timbro e di colore.

Dopo qualche nota, le conversazioni diventano scarse, i volti si fanno più sorridenti, l’ambiente più rilassato. Curioso o appassionato, il pubblico si rende conto che qualcosa di speciale accade qui.

Cambia strumento e sceglie di fare vibrare il suo sassofono tenore questa volta. Il suono è rotondo, profondo ricco e dà al pezzo Desafinado tutta la sua dimensione, la bossa nova si diffonde nell’atmosfera. Mi stupisce ancora di più quando decide di far cantare il suo strumento e si lancia nell’improvvisazione.

Inizia piano, normalmente, nessuno si accorge di niente, man mano che va avanti il ritmo si fa più vivo, più cadenzato, la destrezza con la quale realizza certi suoni è degna di un virtuoso, la musica eccezionale, gioca con la gamma dei suoni dai bassi ai più acuti con una facilità che si chiama… Talento!

Dopo una serata in ascolto di Marco, non vedo l’ora di poterlo intervistare. Voglio assolutamente sapere se l’uomo somiglia alla sua musica…

Mi riceve a casa sua con tanta generosità e una compagna fantastica che ha preparato caffè, tè, cioccolatini… per il solo nostro benessere.

Qui signore e signori, si sa cosa è l’ospitalità!

Chiacchieriamo per ore, seduti in mezzo alla cucina dove ogni tanto Marco si alza e suona qualche nota che vola tra di noi come per raccontarmi una storia… la sua: Corcovado, Desafinado, Girl from Ipanema...

Vorrei passare la giornata intera ad ascoltarlo, non solo per parlare di musica, ma anche di fisica quantica, di matematica, di scienze o di fantascienza.

Marco è curioso, appassionato di tante cose. Divora i libri come assapora la pasta… ogni giorno! Ha una infinita sete d’imparare, di capire, la difficoltà è una sfida per lui e come tutti gli scacchisti che si rispettino, prende lezione da tutte le situazioni.

Non c’è una serata musicale più importante dell’altra ai suoi occhi, prende tutto come una palestra: impara, si diverte e si allena. Un bello spirito!

Il signor Argiolas è sempre alla ricerca del suono “perfetto” nonostante l’esperienza e gli anni, non si accontenta mai di quello che sa e dice “il suono evolve“. Sassofono Selmer, imboccature di metallo, ma quello che crea il suono è il suo modo di aprire la gola e di soffiare l’aria calda nello strumento come un dragone soffia le fiamme… con naturalezza e una potenza impressionante.

La musica a casa del giovane Marco si coniuga al plurale: il padre è trombettista e i figli naturalmente seguono le sue orme. Marco sceglie il pianoforte e gli danno un clarinetto… vabbè, soffia, fischia, continua determinato sino a far uscire un suono carino di questo strumento che diventa il suo miglior amico. Dal clarinetto al sassofono è stato solo un passo e dopo il repertorio classico scopre un nuovo universo, una nuova strada grazie a Alessandro Libero. Il Jazz ha preso possesso di Marco e cambia il suo stile musicale.

Marco viaggia, suona, dalla Svizzera alla Finlindia, gli anni 80 sono gli anni d’oro della musica per lui e “sfrutta” ogni occasione per far cantare i suoi strumenti a fianco a musicisti di talenti, da Paolo Carrus a Chick Corea, passando per Massimo Ferra, Leroy Jones (Finlandia) o ancora Lisa Hunt… l’elenco sarebbe lunghissimo, se nominassimo tutti gli artisti con i quali Marco ha collaborato!

da Paolo Carrus a Chick Corea passando per Massimo Ferra, Leroy Jones (Finlindia) o ancora Lisa Hunt… sarebbe troppo lungo da elencare gli artisti con chi Marco ha collaborato!

Ma allora, l’uomo somiglia al musicista veramente? Direi proprio di sì.

Il musicista è umile ma appassionato, senza preavviso è capace di essere sotto i riflettori quando nessuno lo aspetta e la sua professionalità è riconosciuta sia alla scuola di musica dove insegna, sia nel mondo della musica.

L’Uomo è tranquillo, la sua bravura nel parlare di argomenti precisi o fare un cubo di rubik in men che non si dica con serenità può sorprendere. Il suo lato solitario può ingannarci, ma non è per niente un orso, anzi, si dimostra molto socievole e coinvolgente. Ha un carisma naturale con il quale sembra convivere abbastanza bene…

È stato un incontro con una bella anima d’artista: suona, compone, dipinge pure, Marco ha lo “charme devastante” dei Sudamericani… alto, capelli raccolti, la musica nel sangue, manca solo il sigaro in bocca e ci siamo… però il paragone si ferma qui. Ha la sincerità di quegli uomini pudici che quando iniziano a parlare di loro ci toccano… e ci seducono, ovviamente!

In via Nazionale di Quartucciu vive un sassofonista. La sua musica è miele per le orecchie e il cuore…

https://wordsanddreams.com/

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