di GIORGIA ATZENI
In questo periodo di crisi e incertezza, sappiamo ancora sognare? Proviamo a dare una risposta raccontandovi la storia di Valentina Vinci, trentenne di Arbus. Studentessa di Giurisprudenza, appassionata di basket fin da piccola e collaboratrice per la testata giornalistica indipendente Sardington Post. Nel 2016 ha aperto un blog “I viaggi dell’orsetto” con cui ha promosso il territorio di Arbus attraverso le avventure dei suoi peluche Orso e Orsa. Valentina però ha sempre sognato in grande e, proprio nel 2021, ha pubblicato in Italia e in Brasile, un libro per bambini intitolato “C’è di un altro colore?”, nato dalla collaborazione con Laura Maria Freire, consulente d’immagine. Uno di quei libri che le autrici avrebbero voluto leggere da bambine. Inaspettatamente, l’opera ha riscosso però parecchio successo anche tra gli adulti per alcuni dei temi trattati, riguardanti il colore e la luce, il tema dell’amicizia, del lavoro in squadra e della capacità di risolvere i problemi senza mai farsi buttare giù dagli imprevisti.
Come nasce questo libro? L’idea è venuta a Laura che aveva un sogno: spiegare la domanda che l’ha accompagnata fin dalla sua infanzia, “C’è di un altro colore?”. Chiedeva sempre se un oggetto fosse presente in altri colori, ma non perché non apprezzasse il regalo, ma proprio per la curiosità di vedere quell’oggetto in altri colori. Però lei non poteva e non voleva raccontarlo in prima persona e quando ha conosciuto me, o meglio Orsa, Orso e Ralph ha trovato chi poteva dare questa voce al libro, perché come dice Orsa “gli orsi possono raccontare tutto”. Questa è una citazione di una nostra conversazione, che io dissi a Laura e che per lei racconta come è nata l’idea. Io ho sempre avuto questo sogno nel cassetto, volevo fare la scrittrice ma non immaginavo che a qualcuno potessero piacere o interessare le storie dei miei orsi. Questi due sogni ora si sono incontrati e proseguono insieme la strada.
Secondo te, perché dovremmo leggere questo libro? E’ nato in un periodo buio per tutti noi, la pandemia, e ci aiuta a vedere dove possono arrivare i sogni, se ci crediamo un po’ di più, non mollando mai. Un libro con cui vorrei dare coraggio per non abbandonare mai i sogni, anche quando qualcuno vorrà sminuirli. Se è un bel libro lo deciderete voi! Io sono una sognatrice che crede poco in se stessa ma in compenso crede molto nel lavoro di squadra. Sono una che non si arrende: il mio percorso, a parte gli ostacoli che tutti incontriamo, è fatto anche di deviazioni nelle quali però spesso mi piace perdermi. Non credo più che questo sia un difetto ma un valore aggiunto che ha permesso di arricchirmi.
Quanto è stato importante l’incontro con Laura? Se io non avessi incontrato Laura, e la sua ostinazione, non lo avrei mai scritto. Sarei rimasto nel mio “no ma io non posso riuscirci a farlo” e invece non è stato così. Lei mi ha preso per mano, per “la zampa”, e insieme ci siamo lanciate in questa avventura. Siamo entrambe del segno dei pesci, per questo, forse io nuoto anche nei miei sogni. Lei invece è una mente più economa. Dove io vedevo difficoltà, lei vedeva soluzioni e motivazione per proseguire. Insieme siamo davvero una bella squadra, e questo fa sicuramente la differenza. Il libro è stato pubblicato anche in Brasile perché Laura è nata lì, anche se da vent’anni vive in Sardegna, e per questo volevamo ristabilire un legame con la sua terra d’origine.