SALVATORE MELONI, UNA STORIA DIMENTICATA: IL LIBRO “DALLA PIAZZA ALLA LIBERTA’”, EDITO DA CARLO DELFINO, PREFAZIONE GENERALE GARGANO

di TONINO OPPES

Rischiava di perdersi tra le tante storie dimenticate quella del giovanissimo carabiniere di Villanova Monteleone ucciso a colpi d’arma da fuoco dai nazisti a Roma. La tragica fine di Salvatore Meloni, strenuamente custodita dai familiari, pareva vivere soltanto nei ricordi più intimi con il rischio di perdersi nell’oblio con il passare degli anni.

Ma dal 2019 qualcosa è cambiato. Prima l’intestazione della caserma dei carabinieri nel suo paese (proprio tre anni fa); ora, fresco di stampa, il libro “Dalla piazza alla libertà” scritto da un nipote, omonimo del carabiniere morto da partigiano nel 1944.

“Volevo mettere insieme un po’ di ricordi che mi aiutassero a tenere viva la memoria del fratello di mio padre, ma il mio non è soltanto un gesto di affetto nei confronti di un congiunto che ho imparato a conoscere dai racconti dei parenti più stretti. In questo libro- spiega l’autore – c’è soprattutto la storia di un carabiniere sardo che, dopo l’armistizio, ha scelto di fare la Resistenza nelle Brigate partigiane organizzate dagli ufficiali dell’Arma.”

Salvatore Meloni, per anni amministratore comunale e provinciale, non ha dubbi: quella storia non poteva essere perduta… e poi c’era “il peso di quel nome che porto a spingermi a sopportare la fatica della ricerca.”

Parte da lontano il suo racconto. Villanova Monteleone negli anni Quaranta ha quasi cinquemila abitanti, il doppio di quelli di oggi, economia di pura sussistenza basata sul lavoro nei campi. I redditi sono incerti e la divisa sembra una scelta naturale più che una via di fuga.

Chi ha frequentato fino alla Quinta Elementare si arruola, partono in tanti. Anche da Villanova Monteleone e Salvatore Meloni è tra questi. Ha 19 anni quando lascia il paese per arruolarsi tra i carabinieri. Con lui c’è anche l’amico d’infanzia e coetaneo Antonio Piras.

La divisa è il sogno raggiunto di chi insegue una vita migliore.

E’ il 1941 quando si arruola Salvatore Meloni. E’ felice, già immagina il suo futuro ma non sa che indosserà quella divisa per poco più di tre anni, fino alla primavera del 1944. In mezzo ci sono momenti belli (il primo stipendio, le lettere a casa) ma tante paure, e purtroppo c’è la guerra che si porta appresso devastazione e morte, fame e povertà.

L’armistizio (8 settembre 1943), che fa cessare le ostilità tra Italia e forze angloamericane, alimenta le atrocità dei nazifascisti. Il Paese è allo sbando. Prende il via la Resistenza partigiana. La repressione dei tedeschi è violenta. Iniziano i rastrellamenti. Nel mese di ottobre c‘è l’occupazione delle caserme, comincia anche la deportazione dei carabinieri nei lager nazisti.

Salvatore Meloni e il suo amico Antonio Piras, ancora una volta insieme, sfuggono alla prigionia in Germania lanciandosi dal treno mentre rallenta non lontano dalla stazione Ostiense. Il ritorno a Roma è precipitoso ma la vita del clandestino non è semplice. Il numero dei militari “sbandati” è impressionante. I due giovani carabinieri di Villanova trovano rifugio e ospitalità grazie ad altri sardi e ad alcuni compaesani che da anni risiedono a Roma.

Il caos aumenta. L’Italia è sempre più divisa. Bisogna scegliere da che parte stare: Meloni e Piras entrano nelle brigate partigiane e aderiscono al Fronte clandestino di resistenza dei carabinieri (Banda Caruso) con il compito di scortare il generale di Brigata Angelo Odone, capo di Stato Maggiore del Fronte militare.

Il capo scorta è un valoroso brigadiere di Dolianova, Enrico Zuddas, poco più che trentenne. I tre vanno molto d’accordo, quasi certamente si frequentavano già prima d’essere chiamati a svolgere il difficile ruolo di scorta armata del generale. Devono proteggere e seguire ovunque l’alto ufficiale.

Cosa che accade anche il 29 maggio del 1944 in Piazza della Libertà.

Un gruppo di nazifascisti cerca di catturare il generale Odone che ha appena partecipato ad una riunione che doveva restare segreta. Forse c’è stata una soffiata, qualcuno li ha traditi. I nazifascisti puntano le armi. I carabinieri reagiscono: Enrico Zuddas e Salvatore Meloni vengono feriti a morte, Antonio Piras riesce a scappare mentre il generale viene arrestato e torturato nelle prigioni di via Tasso fino al 4 giugno, giorno della liberazione della capitale. Per terra restano i corpi di due militari tedeschi.

Enrico Zuddas verrà insignito della medaglia d’oro al valor militare, medaglia d’argento per Salvatore Meloni. A Zuddas è stata dedicata la sede del Comando della Legione dei Carabinieri di Cagliari, Dolianova gli ha intitolato la scuola media. Roma gli ha dedicato una strada.

Da qualche anno una targa sulla facciata della caserma dei carabinieri di Villanova Monteleone custodisce la memoria del giovane Salvatore Meloni al quale un nipote, che porta il suo nome, ha dedicato ora un pregevole libro ricco di testimonianze, ricordi, aneddoti, documenti, foto.

Un libro che si sofferma sulle atrocità della guerra e che, mai come in questo momento può aiutarci a riflettere sul valore della libertà; un libro che dimostra ancora una volta come si possano ricostruire pagine di Storia pur senza essere storici di professione. Si parte dall’esigenza di colmare un vuoto di memoria e si va avanti ben consapevoli che quando si scava nel passato accade sempre qualcosa di magico: dentro una storia nascosta se trovano tante altre e, infine, come d’incanto, compaiono spicchi di una comunità intera e di una Storia ancora più grande che rivivono come in un documento d’archivio. Allora i ricordi diventano più nitidi e si trasmettono con più forza di generazione in generazione perché nulla può essere perduto.

Questo ci insegna “Dalla piazza alla libertà”, (17 euro) di Salvatore Meloni, editore Carlo Delfino, prefazione del Generale Francesco Gargano.

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Un commento

  1. Quirico Meloni

    Ottima recensione di Tonino Oppes, che da grande giornalista e fine scrittore qual è ha saputo far sintesi dell’altrettanto ottimo lavoro di Salvatore Meloni. Ricordare è sempre impegnativo, ma diventa anche una missione e un importante contributo a chi vive il presente e a chi ancora non è nato, per un mondo sempre più ricco di conoscenza e di riconoscenza.
    Grazie Tonino e grazie a Tuttusinpari.it

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