RICORDO DI GIOVANNI MAMELI, “GRANDE LETTORE” CON UNA MISSIONE SPECIALE: QUELLA DI ACCRESCERE IL NUMERO DEI LETTORI DELLE OPERE DEGLI SCRITTORI SARDI

di PAOLO PULINA

Nei giorni scorsi è morto a Cagliari, a 78 anni, Giovanni Mameli, che è stato autorevole critico letterario, conosciuto e apprezzato dai lettori de “L’Unione Sarda” e de “Il Messaggero Sardo” e anche di alcune riviste “continentali”, “Uomini e libri”, “Il ragguaglio librario”.

Lo conobbi durante i lavori del convegno su “Salvatore Farina. La figura e il ruolo a 150 anni dalla nascita” (Sassari-Sorso, 5-8 dicembre 1996). Scattò subito la reciproca simpatia perché, tra i tanti relatori, avevano in comune il fatto di essere collaboratori de “Il Messaggero Sardo”, il mensile della Regione Sardegna per gli emigrati diretto da Gianni De Candia. Lui intervenne sul tema “Gli scritti di Salvatore Farina nella rivista ‘Vita sarda’”, mentre io parlai di “Pavia e provincia nelle memorie di Salvatore Farina”.

Ci tenemmo in contatto. Seguendo i suoi articoli divulgativi sui grandi scrittori sardi, quando a Pavia si decise di presentare l’opera di Sebastiano Satta, presso il Circolo culturale sardo “Logudoro”, come relatore il primo nome che venne in mente fu il suo.  Mameli tenne la conferenza pavese nel novembre 2005 illustrando la figura di Sebastiano Satta “nel quadro della cultura sarda” e definendolo «il massimo poeta sardo in assoluto». Mameli non mancò di osservare che, nonostante il fatto che a Sebastiano Satta tutte le maggiori enciclopedie dedichino un’ampia scheda e che a lui siano intitolate strade, piazze, scuole, biblioteche, i suoi versi non sono presenti nelle antologie e la sua figura non compare nelle storie letterarie.

Mameli fu invitato nell’autunno del 2006 a tenere una relazione nel convegno su Grazia Deledda, a 80 anni dal Premio Nobel e a 70 anni dalla morte, dal Circolo sardo di Magenta, intestato proprio alla grande scrittrice nuorese, della cui modernità Mameli è sempre stato convinto assertore (ha avuto modo di affermarlo nelle puntuali recensioni dedicate a ciascuna delle 33 opere narrative deleddiane riedite da “L’Unione Sarda”).  

Per gli atti (editi a mia cura) del convegno su “Giuseppe Dessì a 40 anni dalla pubblicazione di ‘Paese d’ombre’ (1972), Pavia, presso Salone del Circolo Logudoro, 17 novembre 2012”, ben volentieri mi concesse la possibilità di riprodurre un suo articolo intitolato “ ‘Paese d’ombre” di Giuseppe Dessì in Francia”.

Occorre però precisare che Mameli non si è occupato soltanto dei “mannos”. Per dimostrarlo mi piace riportare qualche brano della recensione che dedicai alla sua antologia “Scrittori sardi del Duemila” (Cagliari, Zonza, 2006, pagine 247).

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Mameli ha preparato una breve scheda critica di presentazione di 26 scrittori sardi (di cui 5 donne) che hanno pubblicato tra il 2000 e il 2004 e di ciascuno di essi ha antologizzato alcune pagine a suo giudizio particolarmente significative, diciamo “esemplari”, per comprenderne lo stile e le predilezioni per quanto riguarda le ambientazioni e i personaggi delle storie narrate. «Ad accomunare i diversi argomenti – annota Mameli – c’è, negli scrittori sardi, la consapevolezza d’essere nati in un’isola che conserva forti tratti originali (lo storico Fernand Braudel l’ha paragonata a un piccolo continente)».

Il libro di Mameli è dunque un’utile opera di consultazione per conoscere le biografie degli scrittori sardi con pubblicazioni edite nel periodo 2000-2004 e, allo stesso tempo, un volume di attraente lettura perché riporta un saggio-assaggio delle loro perfomances antecedenti agli anni 2005 e 2006, quelli in cui il successo delle loro opere si è consolidato o è esploso, facendo diventare più frequente e intenso presso il pubblico sardo e non sardo il desiderio di risalire ai loro “precedenti” creativi.

Dice Mameli (da insegnante in pensione): «Questo libro è stato ideato per un pubblico quanto mai ampio, che comprende i lettori comuni e gli studenti delle scuole, dalle medie all’università».

Dopo aver letto questo libro (che, come antologia, osserva Mameli, «è un libro dove si parla di altri libri»), è sperabile – aggiungo io, rimandando ad altri libri – che gli stessi lettori risalgano alle fonti della letteratura sarda dell’Otto/Novecento.

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-Alla moglie e ai figli di Giovanni sentite condoglianze da parte mia e da parte della redazione di “Tottus In Pari”.

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Un commento

  1. SCHMITT Claude

    Sono grato a Giovanni Mameli di alcuni articoli sul mio “libro sardo” (“Sardaigne au coeur”, premio Sardegna 1976) e anche sulle mie traduzioni in francese dell’opera di Francesco Masala. A tale punto che ho voluto per la prefazione della ristampa del “libro sardo” (sotto il titolo ormai di “Voyage en Sardaigne”, 2013) il suo testo pubblicato nel’Almanacco di Cagliari 1996… Ho anche letto con profitto il suo “Scrittori sardi del duemila”… Questo detto À sa mémoire…
    Claude SCHMITT

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