di GIAN LUIGI PITTAU
Da San Gavino Monreale a Dubai come executive chef (il capo di tutti i cuochi e responsabile della ristorazione) del Capital Club, non il classico hotel di lusso, ma un esclusivo business club per investitori e uomini d’affari con interessi negli Emirati Arabi.
È la storia di Luca Carbini, chef sangavinese di 36 anni, che dall’età di 15 anni ha iniziato ad appassionarsi di cucina fino a farne il suo lavoro e che dal novembre 2020 è giunto in questa città degli Emirati Arabi nota per i negozi di lusso, per gli edifici ultramoderni e per il suo carattere multiculturale. In questo club, le cui finalità vengono illustrate nel sito ufficiale dal ministro degli esteri degli Emirati, una cena arriva a costare anche 5mila euro.
«La mia avventura nel mondo della ristorazione – racconta lo chef sangavinese – è iniziata alla scuola alberghiera di Alghero e dopo la qualifica sono partito per Londra, una città che mi ha sempre affascinato e dove ho maturato tantissime esperienze e dove sono rimasto fino al 2006, poi una parentesi di un anno a Barcellona e più avanti in Grecia ad Atene, il ritorno nella capitale inglese fino all’ottobre 2020 quando ritorno a San Gavino».
Ma nel paese del Medio Campidano Luca Carbini, che ha maturato nella ristorazione tantissime esperienze internazionali, rimane solo un mese: «Nel novembre del 2020 sono stato chiamato a Dubai tramite un mio amico italiano di Verona Enrico Vaiola proprio per lavorare nell’esclusivo Capital Club di Dubai che rappresenta un’istituzione anche per la famiglia reale. Il capital club non è aperto a tutti, ma ha 900 membri e si articola in 4 piani, vi è una sala grande in cui possono starci anche 80 persone, 4 sale private e diverse salette. I soci di questo club sono i grandi finanzieri, petrolieri e i magnati dell’economia mondiale: da poco abbiamo ospitato il fondatore di Netflix, il proprietario della Reebok e della Lamborghini. Ogni mese viene un ministro degli Emirati Arabi per fare una conferenza, è venuto da noi anche Heinz Beck, il cuoco tedesco, chef del ristorante La Pergola a Roma premiato con le tre Stelle Michelin».
Così uno chef sardo cucina per le persone più ricche della Terra: «Per me – aggiunge Luca Carbini – è un’esperienza straordinaria, la prima in una nazione musulmana, ma mi sembra di stare in Europa. Nella cucina porto molto della mia Sardegna e da poco ho cucinato i carciofi sardi e alcuni piatti con la bottarga, ma, oltre alla cucina europea, vi è una richiesta molto ampia per la cucina asiatica. Sono il responsabile di tutti i cuochi (20) l’unico chef europeo e al momento la situazione Covid-19 non è allarmante come nel Vecchi Continente. I tavoli hanno la distanza di due metri e mezzo e qui non esistono i no-vax: negli Emirati Arabi il 97 per cento della popolazione è vaccinata con almeno due dosi. Per il cenone di Capodanno abbiamo servito anche le ostriche e tempo fa ho preparato i malloreddus e abbiamo ottenuto anche la licenza per cucinare il maiale».
I legami con la terra d’origine sono sempre forti: «Del mio paese – conclude lo chef sangavinese – mi mancano le chiacchierate al bar, il fuoco accesso d’inverno e il pane cotto al camino, gli odori e i profumi della Sardegna. In cucina mi piacerebbe usare anche lo zafferano di San Gavino Monreale e da pensionato vorrei tornare nella mia terra. Ai giovani dico che nessun sogno è mai troppo grande: bisogna sempre crederci e le mie esperienze all’estero mi hanno fatto crescere. Nel Capital Club una cena può costare da un minimo di 100 euro fino ad arrivare a 5-10mila euro».
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