LO SPIRITO DI UN’EPOCA NELLE NOTIZIE DE “LA NUOVA SARDEGNA” RACCOLTE DA GIOVANNI TOLA NEL VOLUME “SASSARI. LA ‘BELLE ÉPOQUE’ 1900-1912. DIARIO DELLA CITTÀ E DEI SUOI DINTORNI”

di PAOLO PULINA

Giovanni Tola è nato nel 1946 in Romagna ma vive a Sassari fin dall’infanzia.  Anche da maestro (ha insegnato nelle Scuole elementari della città), ha sempre praticato attività sportive (atletica leggera, calcio). Dagli anni Duemila si è dedicato alla ricerca sulla storia delle discipline sportive a Sassari e vent’anni fa, con Fiorentino Pironti e Luigi Soriga, ha pubblicato, presso la casa editrice Delfino, il volume “La storia della Torres: 1903/2003”: cento anni di sport della gloriosa “Società di Educazione Fisica” Torres.

Compulsando le annate dei giornali sassaresi  (a cominciare ovviamente dal quotidiano “La Nuova Sardegna”) Tola ha fermato certamente la sua attenzione soprattutto sulle pagine riservate agli sport ma non ha resistito alla curiosità di registrare – a futura memoria (mettendo quindi “fieno in  cascina”) – le notizie curiose pubblicate sulla “Nuova”, sulla città e sui suoi dintorni,  a partire dal 1900,  spingendosi nella documentazione fino all’anno 1912 a coprire il periodo esaltante della “Belle Époque”  (dice Wikipedia: «In quel periodo le invenzioni e i progressi della tecnica e della scienza furono senza paragoni con le epoche passate. Benefici di queste scoperte portarono a standard di vita notevoli e a miglioramenti sociali. L’illuminazione elettrica, la radio, l’automobile, il cinema, la pastorizzazione, e altre comodità, tutte contribuirono ad un miglioramento delle condizioni di vita e al diffondersi di un senso di ottimismo»).

L’editore Delfino, volendo festeggiare con un volume tutto “sassarese” i quaranta anni di produzione editoriale (vanta oggi un catalogo di oltre 900 titoli, firmati da oltre 700 autori), a conoscenza del lungo lavoro di indagine sulla vita quotidiana della città svolto da Tola, lo ha incaricato di strutturare in un libro le notizie da lui “archiviate” attingendo alle cronache cittadine della “Nuova”. È nato così un gustoso libro – “Sassari. La ‘Belle Époque’ 1900-1912. Diario della città e dei suoi  dintorni” –  che raccoglie in oltre 250 pagine una miniera di informazioni riferite,  anche a fatti storici, economici, culturali, politici (e anche di sangue) ma soprattutto a vicende bizzarre, strane, originali.

La presentazione del volume è affidata agli scritti – distinti – dell’editore Carlo Delfino; del sindaco di Sassari, Gian Vittorio Campus; di Padre Salvatore Morittu (compie 40 anni anche la benemerita associazione, Mondo X-Sardegna, da lui diretta contro la schiavitù delle droghe); e, ovviamente, dell’autore del libro, Giovanni Tola.  

Il volume si conclude con diverse interessanti sezioni relative al periodo storico preso in considerazione: cognomi e relativa provenienza tratti dalla cronaca quotidiana della “Nuova”; elenco dei cognomi abbinati ai mestieri tratti dalla cronaca cittadina quotidiana della “Nuova”; l’indice dei nomi; un piccolo glossario di parole in dialetto sassarese; l’indice degli argomenti, che sono quasi cento.

Riporto alcuni stralci dalle notizie riferite al tema “emigrazione”.

4 marzo 1903.  «A giorni emigreranno circa 40 famiglie di operai disoccupati, essi si recano in cerca di lavoro per destinazioni che essi stessi ignorano».

3 giugno 1904.  «A Sennori non si conosce miseria, disoccupazione, ma si segue il miraggio dell’emigrazione per …imitazione. Sono partiti un gruppo di calzolai e un altro di campagnoli che al miraggio dell’oro straniero abbandonarono patria, mogli e figli. Faranno essi fortuna?».

28 agosto 1907. Molti lavoratori italiani (ma anche sardi e sassaresi) continuano ad emigrare a Panama, dove si sta aprendo il famoso Canale che unirà l’Oceano Atlantico con il Pacifico. E questo nonostante giungano notizie di morti a centinaia per il clima, le malattie e la fatica. Stranamente, il Governo continua a rilasciare i passaporti per quello che viene definito il “paese della morte”. Infatti, pochi giorni dopo (il 2 settembre) accade che i sassaresi che avevano ottenuto il passaporto per Panama, arrivati a Marsiglia, vengono trattenuti per più di venti giorni e poi rimpatriati perché le navi non partono: è in corso una rivolta operaia perché i lavori del canale sono troppo pericolosi e privi di una qualsiasi assistenza sanitaria. Sassari, comunque, rimane il punto di concentrazione degli “emigrandi” per l’America (Stati Uniti e Argentina) che provengono dall’interno. Il cronista della “Nuova” sconsiglia l’emigrazione in Brasile dove – secondo lui – le condizioni ambientali, sociali e climatiche sono pessime. Non ha tutti i torti.

10 settembre 1907.  Un paese povero: Silanus.  «Dopo la fillossera, l’usura, la mosca olearia e lo sgarrettamento, un altro malanno colpisce il paese: l’emigrazione. Eccovi delle cifre eloquenti: emigrati nel 1906 ottanta; nel 1907, fino a oggi 97 per Buenos Aires e Algeria e 20 per le miniere dell’Iglesiente. Rimpatriati nel 1906-7: nessuno. Nonostante la legge di P.S. che proibisce la mendicità, non capisco perché le autorità locali permettano di scroccare, nel giro di un anno, parecchie migliaia di lire a questi abitanti che già versano in stremate condizioni finanziarie» [articolo di anonimo].

Dicembre 1907. Ecco la prima vittima sassarese accertata tra gli emigrati di Panama: si tratta di Baingio Loria, investito da un treno. La Compagnia (del Canale) non si cura né degli incidenti, né dell’assistenza medica e neanche dei funerali. A tornare a Sassari è solo la notizia, quando va bene… I lavori per l’apertura del canale furono iniziati nel 1888 dai francesi, che non riuscirono a portarli a termine nonostante migliaia di morti per malattie tropicali (malaria e febbre gialla) e incidenti vari. Sono stati ripresi dagli statunitensi nel 1907 dopo la nascita dello stato satellite (degli USA) di Panama con condizioni di lavoro meno gravose – ma sempre precarie – utilizzando maestranze di tutto il mondo. Sarà terminato nel 1914 e inaugurato ufficialmente nel 1920.

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