CINQUANT’ANNI DI SAPORI FORTI: LA VERNACCIA DI ORISTANO E LA SUA STORIA IN UN LIBRO DI CARLO DELFINO EDITORE

di RICCARDO LO RE

La sua storia nel nuovo libro di Carlo Delfino Editore e gli eventi dell’Ecomuseo multimediale del Vernaccia di Oristano. Un prodotto esclusivo si vede in pochissimi dettagli. Una storia antica; una freschezza che si adatta in ogni occasione; una forza che si conserva man mano che le generazioni passano. In poche righe si sono descritte le caratteristiche della Vernaccia di Oristano, considerato ancora oggi uno dei vini più prestigiosi di tutta la Sardegna. Troppo, dite? Non è affatto così. Quando si ha alle spalle una crescita millenaria, gli aggettivi non sono mai abbastanza. In più se si aggiungono alcuni fatti inequivocabili, è tutto di guadagnato. Sulle origini effettive del Vernaccia, a dire il vero, ancora ci sono in ballo varie ipotesi, anche se la più accreditata è quella dello storico sardo Cherchi Paba, che sostiene la sua origine derivi dall’etimologia latina Vernacula, il vino del luogo. Ma come si è detto sono gli elementi oggettivi a restituire il valore al vitigno del Vernaccia, grazie a dei resti risalenti all’età nuragica. Nel sito nuragico di Sa Osa di Oristano sono stati trovati infatti 15.000 semi di vite in un pozzo che aveva la funzione di paleo-frigorifero per certi prodotti. Con il metodo del carbonio-14 (o radiocarbonio) si è riusciti a stabilire che tra il 1300 e il 1100 a.C. (dunque ben 3000 anni fa) questa vigna veniva già coltivata in Sardegna. Un lungo processo che ha portato la Vernacula di Oristano a essere la prima DOC dell’isola, nel 1971.
Dopo un periodo di crisi dovuto alla fillossera, un insetto parassita che aveva intaccato ogni vigneto in Europa, negli anni 90 ci fu un ulteriore problema, in questo caso di produzione. I clienti persero drasticamente interesse verso questo prodotto. Una ragione che era dovuta in gran parte ai costi e al tempo necessario alla realizzazione del vino. Eppure c’è stata una vera e propria spinta dal basso da parte delle principali cantine del territorio, che unite in un’unica associazione, l’Ecomuseo del Vernaccia, si sono messe in testa di riportare il prodotto di Oristano al centro del mercato, riportando valore al suo giallo dorato, il suo profumo elegante tendente al fior di mandorlo, il suo sapore leggero e non per ultimo, il suo processo di maturazione che avviene all’interno di botti scolme, dove vengono a crearsi in superficie dei lieviti denominati flor.
Questo vino è più che esclusivo. Se non fosse bianco, avrebbe il colore blu come le nobili dell’epoca, viste le innumerevoli ricorrenze in cui veniva spesso usato. Oggi, per i suoi 50 anni, nella sede dell’Ecomuseo multimediale del Vernaccia di Oristano (la casa Enna) a Tramatza si è tenuto un evento di celebrazione di questo vino. Dal concerto del gruppo tamburini e trombettieri della Pro Loco di Oristano si è passati al un pranzo d’autore con i piatti dello chef Roberto Serra e i vini più pregiati, dopo il quale si è proseguiti con un percorso di degustazione di vari tipi di Vernaccia abbinati ai prodotti tipici del territorio isolano, con la collaborazione delle imprese Contini, Cantina Sociale della Vernaccia, F.lli Serra, Famiglia Orro e Quartomoro. C’è stato anche il tempo per presentare un ottimo volume su questo vino, Vernaccia di Oristano identità di un territorio edito da Carlo Delfino Editore. Un modo per avere sempre con se tutto il sapere attorno a questo vitigno più che speciale.

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