Il superstite dimenticato è un personaggio caparbiamente estraneo a ogni rassicurante logica umana. Costretto a sopravvivere a se stesso e ai suoi simili, non può fare a meno di infrangere i confini della realtà, sino a trasformare il suo microcosmo in una dimensione infinitamente più grande, surreale e visionaria.
L’amore, la passione, la violenza, un falso Dio, l’assenza di perdono, il dominio dell’uomo sull’uomo sono i fuochi tragici di questa storia intessuta di storie. A raccontarla, dal suo limbo di solitudine, è un antico mulino ad acqua, risuscitato cinquant’anni dopo la sua morte, l’unico fra i trentasei che per molti secoli hanno popolato la valle di San Lorenzo.
Il mulino, sempre in bilico fra il piano reale e quello surreale, è la voce narrante del romanzo. Perciò è sempre lui che, fra presente e passato, tesse la trama degli incontri e delle storie che gli vengono affidate.
I personaggi che si incontrano nel romanzo sono alla ricerca ostinata della giustizia, del perdono e dell’amore, persino del proprio oblio, una ricerca così ostinata da trasgredire le regole del tempo. E c’è di più. Nessuno di loro si accontenta della propria coscienza o di una verità qualunque, ancora meno di un Dio sempre più conformato all’uomo.
Sono personaggi che mai potrebbero ignorare, da esploratori di se stessi, i loro torbidi meandri interiori e quali minacce vi ribollono dentro, consapevoli di tutto il male che hanno causato o invece subito a causa di una umanità deformata, forse da sempre, di certo da se stessa. E per questo mai riappacificati con gli altri o con la propria coscienza.
In definitiva, scombinare i binari della quotidianità, è l’unico potere che rimane al Superstite dimenticato per accedere alla consapevolezza dell’uomo di oggi. Certo con l’intenzione di inquietare le sue abitudini, magari pure le sue certezze, ma anche per offrirgli la compagnia di storie irrisolte, sconvolgenti, che ancora attendono di essere ascoltate, comprese sino in fondo. C’è poi una realtà, attuale e tragica, che il romanzo cerca di mettere in luce, quella del femminicidio. E lo fa soffermandosi sul momento che precede la tragedia, quando è ancora possibile esserne consapevoli e affrancarsi da qualunque rischio di violenza, di dominio e di sopraffazione.
INCIPIT DEL ROMANZO
Sappiatelo, prima ancora di varcare la porta. Io sono l’unico risuscitato, cinquant’anni dopo la mia morte, l’unico fra i trentasei mulini che hanno popolato questa valle. Gli altri non sono che innocui fantasmi. Per questo la mia esistenza è maledettamente solitaria e difficile. Ogni giorno sono costretto a fare i conti con il vostro tempo, a me sempre più straniero, e con le mercanzie complicate e volubili che ogni giorno vi accompagnano e in fondo vi somigliano.
Lo dico senza rancore, senza chiedervi nulla, so bene che nessuno ha più bisogno di me, di un vecchio mulino ad acqua maldestramente restaurato che, anche per questo, fatica ad accendere la curiosità persino di bambini e ragazzi. Da parte degli adulti, soltanto presenze distratte e vaghi sguardi di compassione. Perciò, preso atto del mio vero destino, non ho potuto fare altro che liberarmi del mio bagaglio di vane attese. Non ho esitato a sostituirlo con il silenzio della valle e ad affidarmi al suo respiro, sicuro che non sarei stato mai tradito. Ho fatto tutto con tale discrezione che nessuno se n’è accorto.
QUARTA DI COPERTINA
«Pensate per qualche momento al mare, in fondo poco distante da qui – ho detto a Stefano e Monica. – Immaginate ora di immergervi con il corpo e soprattutto con la coscienza. Intanto chiedetevi se le gocce del mare si fanno la guerra fra loro, se ognuna di esse giochi per se stessa e non per la loro incalcolabile squadra. Credete poi che se due mari, divisi dalla terraferma, potessero comunicare fra loro, non farebbero di tutto per incontrarsi e formarne uno soltanto? Di sicuro si confonderebbero uno nell’altro senza fare alcuna resistenza, soprattutto senza bisogno di regole né confini.
Avete mai sentito dire che gli atomi dell’acqua, l’idrogeno e l’ossigeno, si sono lasciati tentare, anche una sola volta, dal desiderio di sopprimersi a vicenda? Sono di carica opposta, di valore diverso, eppure nessuno dei due atomi ha mai coltivato una sola ambizione di supremazia. Da sempre vanno perfettamente d’accordo. Non pare anche a voi che così dovrebbero essere tutti gli uomini?»
NOTE BIOGRAFICHE – CHI E’ L’AUTORE
Antonio Strinna è nato ad Osilo e da quarant’anni vive a Sassari. Ha iniziato la sua attività artistica scrivendo testi di canzoni per bambini, con i quali ha vinto il 1° Premio all’Usignolo d’oro nel 1971 e nel 1972. E’ coautore di molti brani che fanno parte del repertorio tradizionale dei cori polifonici sardi e non solo. Si ricorda, in particolare, Badde lontana, una canzone che nel 2022 compie 50 anni di vita e di storia. Con alcuni suoi brani ha partecipato a trasmissioni televisive come Il sabato del villaggio, Vivere il mare e Linea blu. E’ stato coautore di sigle musicali per Sardegna canta e Buonasera Sardegna, in emittenti televisive regionali. Suoi brani hanno fatto parte di colonne sonore: Andavamo a piedi nudi di Lucia Argiolas e Africa dolce e selvaggia di Angelo e Alfredo Castiglioni. Con i suoi libri è stato presente più volte al Salone del libro di Torino e alla Fiera del libro di Roma “Più libri, più liberi”; nel 2005 ha partecipato, su Rai 3, alla trasmissione televisiva Fahrenheit tram. Ha fatto parte di diverse Giurie di importanti Concorsi letterari e musicali. Oltre che nelle sue pagine web, scrive per giornali e riviste. Ha pubblicato i romanzi: Tutto accade, Joker editore; La maschera strappata, Castello editore; L’eroe maledetto e Il paese clandestino, Arkadia editore. Inoltre: Le missioni di pace della Brigata Sassari con Edes e, nella collana Le guerre dei sardi, con La Nuova Sardegna editore. Inoltre: San Lorenzo, la valle dei mulini.
In uscita a dicembre 2021 “Il superstite dimenticato”, edito da Pluriversum di Ferrara. I suoi siti: www.antoniostrinna.it www.baddelontana.it
Un grazie di cuore alla Rivista “Tottus in pari” per aver ospitato il mio romanzo “Il superstite dimenticato”.
Io ero ancora piccolo quando Antonio STRINNA nel 1972 scrisse le canzoni
“Badde Lontana”
“Ma eri Donna” successivamente scrisse “Pensende a tie” e tante altre. Tutte canzoni veramente belle. Devo dire che è veramente un bravissimo scrittore, musicista e poeta. La maggior parte delle canzoni sono magistralmente suonate e cantate dai “Bertas” noto complesso Sardo. Libri non sono sicuro, ma penso che ne abbia scritti una decina, uno lo ricordo bene “San Lorenzo, la valle dei mulini” è un bellissimo libro.
Complimenti ad Antonio STRINNA è veramente l’orgoglio di Osilo e delle due frazioni Santa Vittoria e San Lorenzo.
Piero CANU……. di Osilo
Presidente della Sarda Tellus
C’è poi una realtà, attuale e tragica, che il romanzo cerca di mettere in luce, quella del femminicidio