di Paolo Pulina
Dopo il fallimento dei moti liberali del 1821 nel Regno di Sardegna, numerosi patrioti piemontesi, condannati a morte dai tribunali sabaudi per ordine di Carlo Felice, partirono esuli verso la Spagna con l’intento di riprendere le armi a fianco dei rivoluzionari spagnoli impegnati nella difesa della loro Costituzione dagli attacchi dei reazionari e delle truppe francesi inviate dalla Santa Alleanza. Il merito di aver costituito il “primo battaglione italiano” spetta al vogherese Giuseppe Pacchiarotti (destinato a morire qualche anno dopo, nel 1823, a Perpignan, in seguito all’amputazione di una gamba lacerata da una pallottola). Ma chi era questo Pacchiarotti? La sua figura è stata recentemente studiata dal prof. Antonello Brunetti di Castelnuovo Scrivia. Ecco i risultati della sua indagine, partita dall’aver visto qualche decennio fa, nel Museo del Risorgimento di Torino, nella sala dedicata ai moti insurrezionali del 1821, un manifesto della regia delegazione di Torino, datato 23 agosto 1821, riportante la sentenza di morte “per mezzo della forca”, pronunciata contro il capitano Giuseppe Pacchiarotti di Lazzaro da Castelnuovo Scrivia. Commenta Brunetti: “Dalle enciclopedie risulterebbe che Giuseppe Pacchiarotti sia nato il 14 settembre 1790 dal nobile Lazzaro e da Maddalena De Jacobonis. Non essendovi alcun atto di nascita in tale data nell’archivio parrocchiale di Castelnuovo, emergeva che doveva aver ragione il Pacchiarotti quando si dichiarava di famiglia castelnovese, ma nato a Voghera”. In realtà – aggiungo io – Alessandro Maragliano nel suo “Biografie e profili vogheresi” (1897) indica come luogo di nascita Voghera, come genitori l’avv. Giovanni Maria e Antonia Moroni e come data il 7 febbraio 1771 e fa cenno a un documento dei registri parrocchiali del Duomo di Voghera che lo comproverebbe (anche nella biografia contenuta nel volume “Il civico Museo storico di Voghera” del 2007 si fa riferimento a questa data). Il prof. Brunetti riceve una illuminazione da uno scritto di Ernesta Marangoni Pelizza, la quale pubblicò una “Nota su Giuseppe Pacchiarotti” sulla “Rassegna storica del Risorgimento”, anno xxv, fascicolo IV, aprile 1938. Racconta Brunetti: “La studiosa casteggiana si era incuriosita dopo aver trovato nell’archivio del Duomo di Voghera l’indicazione della nascita, nella data del 14 settembre 1790, di Luigi Pachiarotti figlio di Lazzaro e Maddalena Giacobone, padrino il conte Guidobono Cavalchini. Esaminando gli atti di nascita ecco apparire, in data 13 settembre 1789, il nome del nostro Giuseppe Antonio Carlo Pacchiarotti. Il battesimo viene impartito sub condicione, avendo l’infante corso il rischio di morte nel nascere. Una nota a margine fuga ogni dubbio: ‘Obijt [morì] Perpignans France 1823’. Una nota del genere denota grande eco alla notizia della sua morte”. Conclude Brunetti: “A questo punto quindi vi sono due certezze: Giuseppe nasce a Voghera e non a Castelnuovo; vede la luce nel 1789 e non nel 1790; inoltre il suo cognome a volte viene scritto con due ‘C’ e a Castelnuovo sempre con una ‘C’”. A ragione – aggiungo io – il Comune di Voghera ha dedicato una via all’eroico combattente risorgimentale per la libertà dei popoli. L’importante, adesso, è annotare nella didascalia della targa la corretta data di nascita.