di LUCIA BECCHERE
Laurea in medicina e specializzazione in odontoiatria a Roma, il dottor Antonio Puligheddu per ventotto anni titolare della prima condotta medica e Ufficiale sanitario del Comune di Oliena, era nato nel 1898.
Il padre Michele era notaio, il fratello Sebastiano, avvocato civilista, nei primi anni ’40 è stato presidente della Provincia di Nuoro mentre l’altro fratello Mario, studente universitario, il 9 settembre del 1943 morì naufrago nell’affondamento della Corazzata Roma da parte di un aereo tedesco a nord della Sardegna, dopo aver trascorso una breve licenza nel suo paese natale.
Gioviale, ironico e dalla battuta immediata era l’amico di tutti, in particolare amava intrattenersi con le persone fragili a cui dedicava tutte le sue attenzioni umane e professionali.
Dall’amministrazione comunale gli veniva corrisposto un compenso mensile per curare i meno abbienti ma lui, con la massima disponibilità, assisteva tutti senza nulla chiedere.
La sera non si ritirava mai prima della mezzanotte “per essere pronto ad accorrere al capezzale del malato”. Amava la caccia e la domenica era solito trascorrere la giornata in compagnia dei tanti amici che come lui condividevano la stessa passione.
Nei primi anni ’40 fu il primo cittadino di Oliena a dotarsi di un’autovettura, una Fiat balilla spider nera decappottabile a due posti, un vero gioiello.
Si era sempre speso per il riscatto morale e sociale delle popolazioni, sostenendo con forza i principi di libertà e di giustizia fino a che il male incurabile glielo ha consentito.
Era bello, intelligente e di grande empatia, tuttavia aveva scelto il celibato. Annoverava numerosissimi figliocci.
Nonostante la grave malattia avesse devastato il suo fisico, fino alla fine esercitò la professione come un apostolato. Mentre andava incontro alla morte in preda a forti dolori, volle rinnovare il miracolo della vita non esitando ad assistere una partoriente in grossa difficoltà, per poi cadere privo di sensi.
Prima del suo ultimo ricovero volle ripercorrere in macchina le vie dell’abitato, quasi a voler interiorizzare immagini care e preziose, consapevole che quella sarebbe stata l’ultima volta.
Un estremo saluto, ultimo atto d’amore al paese natio da parte di un figlio morente. E Oliena per onorare la sua memoria gli ha dedicato la via antistante a quella che è stata la sua abitazione, ex via Roma, oggi via Dottor Antonio Puligheddu.
Era antifascista e autonomista, leader carismatico nonché segretario del partito sardo ad Oliena. Negli anni ‘40 aveva vissuto le lacerazioni politiche e religiose fra sardisti e democristiani che avevano pervaso tutti gli strati della popolazione. Il 19 ottobre del ‘48 tutto si era ricomposto fra Canonico Era e Canonico Bisi da una parte e dall’altra dottor Puligheddu e il nipote dottor Peppino esponente del Partito Sardo. Una lettera del vescovo Melas indirizzata al Parroco esprimeva il compiacimento di tutta la Chiesa per la pace raggiunta. Su Vicariu, alcuni giorni prima del trapasso si era trattenuto a lungo al capezzale del malato. Un commosso abbraccio li unì ponendo fine alle asperità di un tempo.
«I veri amici – disse dottor Antonio – si ritrovano nel dolore». Era ateo ma in quell’incontro chiese che gli venissero impartiti tutti i sacramenti. La morte lo colse a 59 anni. Una comunità intera lo accompagnerà alla sua ultima dimora. Mentre il corteo funebre sfilava mesto, una donna sporgendosi dalla finestra gli indirizzò queste parole: «Grazie dottore per le generose e amorevoli cure di cui sono stata oggetto».
Era la sincera manifestazione d’affetto e riconoscenza di una paziente da sempre immobilizzata in carrozzella a quel dottore che era andato oltre il suo dovere.
Prima della sepoltura il saluto del Canonico Bisi, a cui seguirono gli elogi funebri dell’avvocato Pietro Mastino e del professor Sebastiano Putzu.
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