di PAOLO PULINA
La casa editrice fiorentina “LibriLiberi” ha da poco pubblicato un corposo volume (600 pagine) dal titolo “I disturbi specifici dell’apprendimento. Vademecum per famiglie e insegnanti”.
La scheda editoriale così presenta il libro: «Dedicato ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), il Vademecum accompagna famiglie e insegnanti nell’esplorazione completa di numerosi temi: dalle informazioni di base alla diagnosi, dagli aspetti giuridici a ogni genere di difficoltà scolastica, dagli strumenti compensativi alle misure dispensative e al Piano Didattico Personalizzato. Riflessioni teoriche e consigli pratici per la vita quotidiana a casa e in aula invitano ad affrontare con efficacia e ottimismo le questioni decisive per il benessere emotivo e per la piena valorizzazione dei talenti di bambine, bambini e adolescenti con DSA, ampliando la prospettiva fino agli studi universitari e alla vita adulta. Un testo scientifico-divulgativo con un linguaggio colloquiale, chiaro, ma sempre preciso e appropriato. Il libro è corredato da quattro sussidi autonomi, da un’ampia bibliografia e dalla riproduzione integrale dei principali riferimenti normativi italiani in materia di DSA».
I DSA si riferiscono all’apprendimento, ma non a qualsiasi apprendimento. Riguardano infatti gli apprendimenti “di base”: la capacità di leggere e/o scrivere e/o calcolare, rispettivamente dislessia/disortografia e disgrafia/discalculia.
I DSA sono disturbi, non sono una malattia, non sono sinonimo di pigrizia, non sono causati dalla scuola.
Se parliamo di questo importante contributo sui modi più adeguati per affrontare in famiglia e a scuola le problematiche relative ai DSA, è perché vogliamo parlare dell’autrice del volume citato.
Si chiamava (dobbiamo usare questo tempo del verbo perché, purtroppo, è scomparsa a soli 59 anni) Maurizia Guderzo e ha passato gli ultimi suoi vent’anni di attività professionale in Sardegna. Aveva lasciato la nebbiosa Pavia per la solare Cagliari seguendo il marito Luciano Colombo, ordinario di Fisica nell’Università del capoluogo sardo.
La nota editoriale precisa che «le sezioni in cui si articolano gli undici capitoli del volume, ordinati per argomento nelle prime tre parti, corrispondono ai 57 post che l’autrice ha pubblicato dall’agosto 2016 al luglio 2019 sul Blog “Genitori e DSA”, all’indirizzo https://genitoriedsa.wordpress.com, organizzandoli nel menu “Archivio”».
Per conoscere la personalità di Maurizia Guderzo, riportiamo la “Nota autobiografica” che aveva scritto nel suo Profilo per il Blog citato, e che compare nel Vademecum di cui stiamo trattando (che contiene la prefazione di Umberto Balottin e l’introduzione di Giacomo Stella).
Nota autobiografica di Maurizia Guderzo
«Sono nata nel 1961 a Pavia, dove mi sono laureata in Medicina nel 1985.
Nel corso dei miei studi universitari sono stata capo scout e, per qualche mese, insegnante di musica in una Scuola media. Ho avuto alunni e scout “difficili” e mi sono appassionata allo sviluppo psicologico dei bambini. In particolare a ciò che lo può complicare.
Questo mi ha spinto alla scelta della specializzazione in Neuropsichiatria infantile, che ho concluso nel 1989.
Durante gli anni di specializzazione ho iniziato ad occuparmi di disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), sotto la supervisione di Giacomo Stella, pioniere in Italia degli studi sulla dislessia.
Insieme abbiamo pubblicato un libro nel 1990: “I disturbi del linguaggio parlato e scritto. Criteri diagnostici”.
Negli anni successivi ho coltivato molti interessi professionali: formazione in psicoterapia ad orientamento psicoanalitico, avvio del mio studio privato, dottorato di ricerca in Scienze neuropsichiatriche dell’età evolutiva; ma soprattutto sono diventata mamma.
Dal 1990 al 2000 sono stata consulente e poi responsabile del Centro per i disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, presso l’Istituto “Dosso Verde” di Pavia, convenzionato con la Regione Lombardia.
Dal 1997 al 2008, come professore a contratto presso l’Università di Pavia, ho tenuto sia corsi sullo sviluppo del linguaggio e degli apprendimenti, sia corsi sulle dinamiche familiari, fisiologiche (quelle che riguardano la famiglia “normale”) e problematiche (in occasione di crisi della coppia, affidamento dei figli, maltrattamenti infantili).
Nel 2000 ho lasciato le nebbie lombarde per trasferirmi a vivere in Sardegna. Dal 2003 ho iniziato a lavorare nel settore pubblico, riducendo progressivamente l’attività privata.
Per alcuni anni sono stata specialista ambulatoriale a tempo pieno presso un’Unità operativa di neuropsichiatria infantile ASL. In seguito sono stata costretta a sospendere l’attività clinica per problemi di salute. Quando non scrivo, mi dedico alla lettura, alla fotografia (alcune immagini del Blog “Genitori e DSA” sono mie), alla musica (sono chitarrista classica) e mi godo la mia terra d’adozione».
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Al padre di Maurizia, Giulio Guderzo, professore emerito dell’Università di Pavia, ordinario di Storia del Risorgimento, amico del Circolo culturale sardo “Logudoro” di Pavia (relatore in diversi convegni organizzati dall’associazione), abbiamo chiesto di dirci come giudicava la vita nella terra di adozione, la Sardegna, la figlia, che lui regolarmente andava a trovare.
Ecco la sua risposta: «Maurizia si era letteralmente innamorata della Sardegna. Aveva svolto attività professionale a Muravera, a Senorbì, infine a Cagliari, trovando in ogni sede grande apprezzamento e viva simpatia. Luciano, il marito, e il figlio, Alessandro, condividevano il suo entusiasmo per la terra di adozione. Purtroppo, un’affezione genetica che io o la sua mamma le avevamo inconsapevolmente trasmesso se l’è portata via, dopo un lungo combattimento, nemmeno sessantenne. Quel che aveva fatto per tanti pazienti, grandi ma soprattutto piccoli, quel che col suo blog ed ora con questo libro continuerà a fare, ci ha aiutato e spero che continuerà ad aiutarci a sopportare la pena di un addio tanto precoce».
Una grande perdita…buon cammino Maurizia