IL GIUDICE ANTIFASCISTA E PARTIGIANO: RICORDO DI ANTONIO CATTE, A QUASI CENT’ANNI DALLA SUA NASCITA AD OLIENA

Antonio Catte

di LUCIA BECCHERE

A soli 24 anni è stato il più giovane magistrato d’Italia. Nato a Oliena il 17 aprile 1912, Antonio Catte, rimasto orfano di madre in tenera età, venne cresciuto dalla sorella maggiore Maria, mente illuminata e generosa. Apparteneva ad una famiglia acculturata, benestante e molto conosciuta – fratello di Peppino Catte, noto esponente socialista, e di Salvatore Catte stimato imprenditore.

Estroverso e socievole vantava numerosi amici, amava frequentare le cosiddette troppas fatto che lo distolse dalla sua regolare frequenza scolastica fino ad abbandonare gli studi a 13 anni. Tuttavia li riprese presto e, dotato di rara intelligenza, in un solo anno ne ricuperò quattro laureandosi in legge a 22 anni.

Aveva svolto l’attività di magistrato prima a Sassari, poi a Genova, Firenze e infine Savona dove trovò in tribunale un ambiente intellettuale e politico a lui confacente, di chiara |

ispirazione azionista e antifascista, la cui figura centrale di riferimento era l’avvocato Cristoforo Astengo.

Una personalità dotata di grande carisma, basti pensare che nel passato ebbe un ruolo fondamentale nella formazione politica di un altro illustre partigiano savonese: Sandro Pertini (il futuro Presidente arrivò a definirlo suo fratello d’elezione). Tra il 1942/1943 Astengo aveva creato un gruppo che comprendeva lo stesso Catte e il collega Nicola Panevino.

Per tutti loro la decisione di dedicarsi alla lotta antifascista in clandestinità fu l’approdo più naturale e coerente anche se fortemente rischioso.

Nel 1944 Antonio Catte sfuggì alla cattura delle SS che lo perseguitavano per le sue idee di libertà e di democrazia.

Rifugiatosi nell’Appennino ligure, con altri magistrati condivideva le stesse idee combattendo per la liberazione della Liguria e del Piemonte nella Brigata partigiana Nicola Panevino – dal nome del capo giudice partigiano savonese giustiziato dai fascisti e medaglia d’argento al valor militare alla memoria – appartenente alla Divisione “Giustizia e Libertà” di area liberalsocialista legata al Partito D’Azione.

Dopo la Liberazione il giudice azionista Antonio Catte fu scelto per il tribunale di Genova che, come tanti altri tribunali speciali, venne istituito per processare i fascisti.

Il nemico tentò di sopprimerlo nella sua abitazione durante la notte ma a morire per sbaglio è stato un collega suo ospite.

Il peso di questa morte ingiusta e un forte senso di colpa devastò il suo spirito già minato dalla malattia, contratta durante i mesi della resistenza, che dal ‘46 lo aveva costretto a peregrinare in vari ospedali d’Italia: Torino, Roma – dove venne operato al Forlanini – Napoli e Cagliari prima di fare rientro ad Oliena definitivamente.

Il Peretti Griva, primo presidente della Corte d’Appello di Torino, nel suo libro autobiografico Esperienze e riflessioni di un magistrato 1956, ricorda il giudice Antonio Catte il cui nome era stato taciuto sotto tortura da Panevino.

Era vissuto da agnostico, logico e fermo nelle sue convinzioni ma durante la sua lunga degenza a Napoli amava confrontarsi con Padre Sisto Gerolamo che lo seguiva al Camaldoli e con affetto lo invitava a riflettere con calma e serenità di spirito sulle sue idee religiose e sulla sua salvezza eterna. «Solo quando ebbe la certezza della verità Cristiana, espresse il desiderio di risolvere i gravi problemi della vita umana – scriveva il religioso in una lettera di condoglianze inviata alla sorella il 22 dicembre del ‘49 – fino a fare la Confessione e la Comunione con piena coscienza e per propria convinzione.

Io credo che Lei – conclude il Padre – lo abbia visto pregare nei suoi ultimi giorni: ciò è una prova della fede riacquistata».

La morte lo colse a soli 37 anni nella sua Oliena dove ancora oggi nessuna via, nessuna piazza o targa commemorativa ricorda questo figlio illustre.

per gentile concessione de https://www.ortobene.net/

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3 commenti

  1. Filomena Viglino

    Non conoscevo la storia del Giudice Antonio Catte, lieta di averla scoperta nel leggere il vostro articolo a lui dedicato. Grazie del grande contributo che date affinché figure così importanti della storia non vadano perse ma bensì messe in risalto come meritano. Approfondirò questa straordinaria scoperta.

  2. L’ essere antifascista non è una condizione, piuttosto una conquista frutto di tanta cultura e di uno spaccato senso della Libertà

  3. Grazie! #AntonioCatte Un grande personaggio un grande Uomo, con la sua cultura, i suoi pensieri e ideali ha contribuito con coraggio ad una svolta per il nostro Paese. #antifascismo.

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