di GIANRAIMONDO FARINA
Castrovillari, alle pendici della Sila calabrese, interno duro ed aspro come l’entroterra sardo. E’ una calda serata agostana. Si affrontano sul ring di questa cittadina, quando ancora il pugilato era il Pugilato, per l’assegnazione del quarto titolo italiano professionisti dei pesi leggeri junior, il lombardo Ugo Poli, detentore ed il sardo di Anela (Ss) Mario Sanna, lo sfidante. Arbitra il sig. Germano da Napoli. Per Mario Sanna noto “Mirello” e’ l’appuntamento con la storia, il punto piu’ alto di tutta la sua grande e splendida carriera agonistica ultradecennale. Prima di questo Mario, appena emigrato da Anela ad Aprilia (Roma), era stato campione italiano dei novizi, aveva vinto il “guanto d’oro” nel 1967 e, nel 1968, altro apice della sua carriera, aveva partecipato alle Olimpiadi di Citta’ del Messico, selezionato per la nazionale italiana di pugilato. In quella calda serata calabrese di un mercoledi’ agostano di 50 anni fa’ vi sono ancora altri due “appuntamenti con la storia”: uno, come gia’ ricordato, per questo grande pugile del nostro passato; l’altro per il piccolo comune di Anela, Goceano, profonda Sardegna, di cui e’ originario. La TV e’ sintonizzata sull’unico canale RAI che trasmette in diretta da Castrovillari ( Cs) l’assegnazione del titolo italiano professionisti dei leggero jr. Se nella citta’ calabrese tutto e’pieno in piazza, per la particolarita’ dell’evento, come ai bei tempi del grande pugilato, con “Mirello” sapientemente guidato dal suo grande maestro e mentore Otello Donati; lo stesso puo’ dirsi di Anela che, quella sera, “si blocca letteralmente”. Il paese, in quegli anni stava conoscendo un difficile, piccolo, sviluppo economico dopo le lotte per le terre degli anni ’50, con la speranza del “Piano rinascita” e la “promessa” del petrolchimico ad Ottana:”tappi apparenti” che avrebbero dovuto “frenare” l’emorragia emigratoria di cui lo stesso giovane “Mirello” era figlio.
Nato ad Anela il 5 ottobre 1945, terzo di una numerosa famiglia, umile ma dignitosa, con genitori Grissanto Sanna e Maria Giuseppa Ena e fratelli e sorelle Agostina, Antonioandrea, Felicita, Elio, Mariacaterina e Marco. Fra gli zii, per parte materna, e’ da ricordare l’indimenticato poeta locale Paolo “Paolicu” Ena noto “Padrilla”, morto nel 1982, i cui versi hanno segnato generazioni e generazioni di anelesi. E, per l’occasione, quasi per segnare la carriera sportiva del nipote, aveva coniato una indimenticata immagine di “Mirello” come di una “vespa che punge e fugge” (“espe chi punghet et fuede”). Mario, come gia’ gran parte dei suoi coetanei, dovette, da subito, combattere con le avversita’ e le durezze della vita dell’entroterra sardo. Molti amici lo ricordano ancora giovane pastore portare ed accudire il bestiame di famiglia nei terreni di “Montes Zosso”, quelli che oggi, una parte del paese di Anela misconosce e svende al migliore offerente dei comuni limitrofi. Quei terreni che, come ha anche lui di recente affermato, “hanno dato da vivere al nostro paese, rappresentandone la memoria storica”. Ebbene, il giovane “Mirello” era questo ad Anela: lavoro e campagna. Nessun’ altra prospettiva. La prospettiva gli venne dall’emigrazione in terra laziale, ad Aprilia, che diventera’, a tutti gli effetti, la sua seconda citta’ di adozione, dove Mario vive attualmente. In quella calda serata agostana, pertanto, sono collegate simultaneamente ed “idealmente”, in diretta TV, anche tre piazze. Una, dal vivo, quella calabrese di Castrovillari, cittadina alle pendici della Sila nella Calabria Ulteriore cosentina; l’altra di Aprilia, Roma, seconda patria di “Mirello”, tutta racchiusa intorno ai locali dell’ex Cral Simmenthal, laddove era iniziata, qualche anno prima, la carriera del pugile anelese e la terza quella di Anela, Goceano, Sardegna profonda, completamente “presa” ed immobilizzata dalle gesta sportive del suo campione emigrato, tutta assiepata negli allora esistenti locali di “Dominigu Masini” ( “Sae Masini”), prospicienti piazzetta Roma. Un match tecnicamente molto combattuto, quello con il lombardo Ugo Poli, con “Mirello” ben diretto dal suo indimenticato e compianto maestro Otello Donati, che lo guida e consiglia ad ogni mossa per l’assalto al titolo nazionale.
Il match, combatutissimo fin dalle prime riprese, si preannuncia ricco di colpi di scena e viene seguito con molto tifo e partecipazione sia dal vivo, a Castrovillari, che ad Aprilia e, soprattutto, ad Anela. Alla fine, a conclusione di un estenuante combattimento, giunto all’ultimo atto del dodicesimo round, il pugile anelese riesce a sfilare il tricolore al quotato avversario Ugo Poli, aggiudicandosi per la prima volta nella sua storia il titolo di campione italiano professionisti dei pesi leggeri jr, diventandone il quarto in assoluto. Mario Sanna, con questa impresa, entra nella storia pugilistica italiana e sarda,in particolare, dalla forte radicata tradizione, rappresentata, per lo piu’, dai pugili delle classiche “scuole” portotorrese, algherese e cagliaritana. In questa sede e’ doveroso ricordarli perche’ segnarono il pugilato degli anni ’50, ’60 e ’70, quando la Sardegna era uno dei regni della Boxe europea e mondiale. Da Portotorres, dalla scuola del mitico maestro Baciccia Martellini, uscirono pugili del calibro di Solinas, Fiori, Iacomini, Striani, Mura ed Altana. Alla “scuola” catalana di Alghero, con Burruni, il piu’ grande pugile sardo di tutti i tempi, per concludere con la famosa “palestra di via Barone Rossi” a Cagliari, che formera’ gente come Picciau, Melis, Zuddas,Manca, Udella e Puddu. La storia di “Mirelllo” ,pero’, e’ diversa. E’ una storia di provincia, della profonda Sardegna interna; una storia di emigrazione e di distacco. Non e’ legata ne’ a Portotorres, ne’ a Cagliari, ne’ ad Alghero.
“Mirello” per combattere e realizzarsi deve emigrare. Ad Aprilia, nell’agro romano, trova una grande guida e maestro nell’indimenticata figura di Otello Donati, con cui Mario, una volta venuto da Anela, iniziera’ a muovere i primi passi pugilistici presso la ricordata palestra dell’ex Cral Simmenthal. Il grande maestro, scomparso a 94 anni compiuti il 24 marzo 2018,a suo tempo,e’ stato ricordato in questo modo dal pugile anelese, suo allievo prediletto: “Avevo poco piu’ di 18 anni quando ho conosciuto Otello Donati. La mia carriera e’ durata una decina d’anni. Con lui ho perso solo un paio d’incontri . Vi e’ stato fra noi un rapporto di fiducia importante. Una conoscenza che ha valicato i confini del ring”. “Mirello”, ora, diventera’ un “sardo-laziale”, certamente radicato nella “sua” Aprilia, dove, con la moglie Teresa e la figlia Pamela formera’ una splendida ed unita famiglia. Ma “Mirello” e’, “in primis”, un anelese ed il proprio paese se lo portera’ sempre nel cuore, pur vivendo a qualche migliaia di km di distanza e non ritornandoci, ormai, da piu’ di quattro anni. Quel caldo agosto di 50 anni fa’, a Castrovillari, con lui, diventava Campione d’Italia un paese intero che, ancora fra i comuni viciniori del Goceano, del Monte Acuto, del Mejlogu, del Marghine e della Barbagia, e’ l’unico a potersi vantare, a buon diritto, di aver dato i natali ad un campione italiano, nel deserto culturale, politico e sportivo in cui, purtroppo, ancor oggi, continua a vegetare una buona parte dell’entroterra sardo. Quella vittoria di “Mirello” rappresento’ per il comune di Anela una “ventata” di felicita’ e di gioia irrefrenabile, che ancora non aveva smaltito l’euforia della cavalcata vincente di un anno prima del Cagliari degli “immortali”. Le pagine di cronaca raccontano di balli e feste per le strade del paese e di quelli vicini che si protrassero fino all’indomani. Lo stesso suo rientro ad Anela, nel settembre successivo, in occasione della festa patronale dei Ss . Cosma e Damiano fu arricchito dal conferimento, da parte dell’allora amministrazione l.i, guidata dall’avv. Salvatore Sanna, di un premio speciale. A Novara, poi, nel 1972, era presente una nutrita rappresentanza di emigrati anelesi all’atto finale della sua parabola, quando perse il titolo a causa di un incidente tecnico in allenamento. Continuera’, poi,a combattere fino al 1976, tentando anche la scalata al titolo europeo. La bellissima “piece” teatrale, ispirata soprattutto ai suoi scritti e ricordi, dal titolo emblematico “Dodicesimo round- la vita sul ring e fuori”, diretta da Giuliano Leva e rappresentata nel 2017 ad Aprilia (non ancora ad Anela, “sic”) nei locali del mitico ex Cral Simmenthal , con “Mirello” assoluto protagonista ben interpretato da Cristiano Puddu, non ha fatto altro che ripercorrere questa splendida e dignitosa parabola di questo campione d’altri tempi: dalla difficile e dura infanzia goceanina, all’emigrazione, all’affermazione sportiva con le Olimpiadi ed il titolo italiano. A fine carriera “Mirello” potra’ vantare un “palmares” di tutto rispetto: 25 incontri disputati, 18 vinti (di cui 9 per ko), 4 persi e 3 pari. Ecco perche’ , in occasione dei duecento anni della nascita del suo “figlio” piu’ illustre, l’on. Giuseppe Sanna Sanna, la cui ricorrenza, che ricadeva quest’anno, e’ avvenuta nel piu’ assoluto silenzio, per non dire noncuranza ed ignoranza di una parte della comunita’ anelese sradicata ed immemore ( non tutta), un’altra data ed un altro evento, questa volta di assoluto rilievo sportivo nazionale ( e non solo) stavano (se non fosse stato per pochi) per “passare in sordina”, ossia i 50 anni dal conseguimento del titolo professionisti nel pugilato, sezione leggeri jr di Mario Sanna, un altro grande “figlio sportivo” di Anela. E’ stato giusto ricordarlo per tutti; e’ stato un dovere farlo per gli anelesi, quelli veri. Con la speranza che lo venga fatto anche dagli apriliani.
Ringrazio tutti gli anelesi e tutti gli sportivi. Del bel ricordo della mia avventura pugilistica. Della mia gioventù…
GRAZIE PER IL MAGNIFICO COMMENTO…E PER L’ESALTAZIONE CHE MI HAI DATO,,,E PER QUANTO RIGUARDA IL QUADRO NE SARO FELICE ED ONORATO PER IL TUO PENSIERO…..GRAZIE TONI’
Grazie a te grandissimo “Mirello” di aver portato il nostro piccolo paese sul “tetto” d’Italia! Orgoglio anelese!
Grazie, amico prof, del pensiero ! Sì, una bellissima pagina di Storia per la gente di Anela, del Goceano e dei sardi ovunque dispersi. Rallegramenti a Mario Sanna !
A distanza di 50 anni ricordiamo, oggi, la storica impresa pugilistica di Mirello
Sanna che lo porto’ alla conquista del titolo Italiano della sua categoria a Castrovillari. Avvenimento sportivo
Importante per Anela,Aprilia,tutta la Sardegna e gli Emigrati Sardi della Penisola e non solo. Ho vissuto con entusiasmo quei momenti ” incollato” al televisore come e con tanti miei Compaesani. Alla fine dell’incontro,alla proclamazione del vincitore, segui’ una esplosione di festa generale.che coinvolse anche molti cittadini dei Paesi viciniori. Si ballo’ e si canto’ fino all’alba. Il buon vino e la birra inebriarono molti Cottadini in quella
” Magica nottata sportiva” di un Paese
del centro della Sardegna e del Goceano. Era la festa di un Giovane che
aveva trascorso in campagna e in montagna la sua infanzia e adolescenza.
Mirello apparteneva ad una famiglia numerosa che aveva conosciuto il lavoro e i sacrifici del settore agro-pastorale. Era poi partito ad Aprilia con i suoi familiari dove gli si aprirono altre prospettive,comprese quelle sportive. Immagino la sua gioia entrando per la prima volta in una palestra ed essere incoraggiato dal suo Allenatore che lo porto’ al titolo italiano.
Evento da sogno per Lui e tanti altri che lo seguivano. La festa per il giovane
che si faceva strada con umilta’,impegno e caparbieta’ era continuata anche quando fu selezionato nella sua categoria pugilistica per le le Olimpiadi del Mexico. Le vicissitudini del pastorello
Anelese di Sardegna ricordano con emozione quelle cantate da tanti Poeti Classici greci e latini per celebrare atleti che si distinsero e vinsero gare rimaste celebri nella lontana Olimpia . E noi lo dobbiamo ricordare sempre e accoglierlo con i dovuti onori. Io sicuramente gli faro’anche un regalo : una tela che sto dipingendo per “immortalare” la sua vittoria pugilistica sportiva di 50 anni fa che ha contribuito a far conoscere con lui anche il nome del paese di ANELA.
GRAZIE DEL BEL COMMENTO
Lo riletto ed è sempre più bello col passare del tempo. I ricordi che affiorano sono fatti. Di sudore e lacrime per il sacrificio fisico e tante volte anche morale. Ma vinti con la passione e la forza di volontà per poter arrivare in vetta. Ed essere n. 1.
Più lo leggo ormai tante volte e più mi emoziono ricordando la mia splendida gioventù passata con l’ambizione e il sacrificio per diventare qualcuno e per combattere la povertà materiale. E oggi posso dire che da molto tempo ho vinto anche questa battaglia. Come ho combattuto e vinto sul. Ringh. Grazie alla mia caparbietà e intramprendenza. E dato un avvenire economico sicuro alla mia. Famiglia. Grazie al pugilato che mi ha spianato la strada in tutte le direzioni.
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