La storica piazza Porta Terra, è stata il teatro aperto di un incontro partecipato e trasversale di centinaia di cittadini e cittadine che hanno superato la paura del covid per informarsi ed esprimere contrarietà al progetto “Rifugio di Mare” che si sta realizzando a Punta Giglio, in una zona a tutela assoluta, con vincoli speciali ambientali SIC (Sito di Importanza Comunitaria) e ZPS (Zone Speciali di Conservazione), all’interno del Parco Naturale Regionale di Porto Conte.
L’evento è coinciso con la prima giornata di zona gialla sarda e ha permesso al Comitato “Punta Giglio Libera” di confrontarsi con la cittadinanza per portare fuori dal mondo virtuale il dibattito che sta coinvolgendo e animando da mesi la comunità algherese.
Dalle ore 10 alle 17, si è proceduto senza sosta con la raccolta adesioni e firme che ha raggiunto cifre sorprendenti: sono state circa 900 infatti le firme ricevute a mano nella sola giornata di ieri, numeri importanti che indicano chiaramente che gli algheresi, e non solo, hanno a cuore quel luogo fortemente identitario e vorrebbero che rimanesse intatto. Anche la raccolta fondi per il sostegno delle attività del comitato ha avuto una discreta partecipazione. Alle 17 si sono accesi i microfoni per dare vita ad una discussione coinvolgente e variegata, aperta e moderata da Giovanni Salis, animata dai vari rappresentanti del Comitato Punta Giglio Libera, dello spazio pubblico e artistico ResPublica, dell’associazione ambientalista Lipu, della giovane associazione studentesca Natura Viva, dei soci di Banca Etica, del movimento Liberu e di diverse associazioni culturali locali come Lo Teatri e Nel Vivo della Storia.
Per dare voce a dubbi e perplessità maturati sulla vicenda, si sono susseguiti al microfono: il medico Paola Correddu, l’architetto Giovanni Joan Oliva, il biologo Toni Torre, l’ingegnere Mauro Strinna, lo storico Rolando Galligani, lo psicologo Gregorio Salis, gli ambientalisti Francesco Guillot e Roberto Barbieri, la studentessa Francesca, l’artista Pietro Mureddu, l’attore Ignazio Chessa e l’artigiano Gianni Cabitta.
L’incontro si è concluso con un omaggio finale, il suggestivo canto delle berte maggiori che risuona in falesia nelle notti di luna nuova e che, come ha ricordato il biologo Toni Torre, è associato a Diomede. Nelle berte e nel loro canto, tanto simile al pianto di un neonato, si condensano i miti fondativi della cultura mediterranea. Proteggerle non è quindi solo una questione strettamente ambientale, ma anche civile e culturale. Ed è proprio agli “abitanti della falesia e ai bambini, cittadini di domani, che il comitato ha dedicato il canto “Punta Giglia Libera” per affermare ancora una volta “Fermate quei lavori”.
La raccolta firme e fondi prosegue: dal 22 maggio gli attivisti del comitato saranno presenti tutti i sabati a Largo San Francesco (dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19); i mercoledì al mercatino della Pietraia (dalle 10 alle 13); i giovedì al mercatino della Coldiretti (dalle 9:30 alle 13:30).
Per chi volesse aderire è possibile farlo anche via mail, indicando i propri dati anagrafici a puntagigliolibero@gmail.com.
Il Comitato rinnova l’invito ad esporre fuori dalle proprie finestre lenzuoli con scritte colorate per esprimere in maniera pacifica e creativa il dissenso al progetto “Rifugio di Mare” a Punta Giglio e a seguire la pagina ufficiale “Punta Giglio Alghero” per rimanere aggiornati sulla mobilitazione.