La Procura di Milano ha depositato al Tribunale istanza di fallimento nei confronti di Compagnia Italiana di Navigazione, la società del Gruppo Moby che nel 2012 aveva rilevato Tirrenia. La richiesta è stata avanzata dal pm Roberto Fontana nell’udienza fissata sulla base dell’articolo 162 che regola la “inammissibilità della proposta” del piano di ristrutturazione che l’azienda aveva annunciato di voler presentare.
Il pm pare non essersi è opposto a un rinvio, in tempi contenuti, dell’udienza in merito alla richiesta di fallimento. I giudici stanno ora decidendo se rinviare o meno.
Il 6 maggio il Tribunale fallimentare deciderà sull’istanza di fallimento mentre la società, a quanto si è saputo, punta nel frattempo a trovare un accordo di ristrutturazione del debito. Cin aveva presentato una richiesta di concordato in bianco nel luglio scorso come Moby senza però poi presentare, alla scadenza, proposta di concordato preventivo o di omologa di accordo di ristrutturazione del debito. Per questo la sezione fallimentare presieduta da Alida Paluchowski ha fissato udienza per oggi, durante la quale il pm ha depositato istanza di fallimento, mentre i legali della Compagnia di Navigazione hanno chiesto un ulteriore proroga dei termini ritenuta dal collegio inammissibile. I giudici civili hanno quindi in sostanza dichiarato cessati gli effetti ‘protettivi’ del concordato in bianco. Ora Cin ha però un tempo ‘ristretto’ per presentare un piano di salvataggio completo: o un concordato preventivo o accordo completo. Altrimenti il prossimo 6 maggio il tribunale si pronuncerà sull’istanza di fallimento e di amministrazione straordinaria della compagnia che fa capo a Vincenzo Onorato.
La Procura di Milano, che ha chiesto il fallimento di Cin, ha indicato un passivo della società di circa 200 milioni e debiti scaduti per circa 350-400 milioni, di cui 180 nei confronti dell’amministrazione straordinaria dell’ex Tirrenia.