di LAURA SCARPELLINI
Sappiamo bene che la donna è riuscita a conquistare, a suon di battaglie a volte celebri altre volte solitarie e silenziose, il suo spazio nella società, sebbene Freud relegasse drasticamente l’umanità in gabbie di ruolo: ci sono maschi e femmine, da lì non si scappa e guai a uscire dai reciproci stereotipi. Fortunatamente oggi le cose sono diverse e questo vale anche per la fotografia, ma cosa cambia quando dietro l’obiettivo si cela lo sguardo di una donna? Di certo in alcuni generi come ad esempio per quanto riguarda i documentari, molto poco. In altri ambiti però la sensibilità del genere femminile riesce a cogliere sfumature del tutto particolari. Il famoso sesto senso femminile con la fotografia riesce ad andare ben oltre il primo sguardo.
Questo è quello che si percepisce negli scatti dell’olbiese Pina Piras, che ama definirsi “un hobbista della fotografia”. Pina Piras, classe ’68, all’età di 15 anni dovette lasciare gli studi per motivi familiari, facendo svanire così il sogno di un diploma ad indirizzo artistico. Ma la sua vena creativa non venne di certo sopita, anzi. Rimasta ad aspettare in un angolo della sua personalità solare ed eclettica, ecco che la sua voglia di creatività torna ad emergere, come ci racconta Pina Piras: “Non ho mai avuto una vera macchina fotografica fino a quando verso i 43 anni, un caro amico mi regalò la mia prima Reflex. Sono sempre stata affascinata dalle immagini realizzate dai grandi fotografi, e desideravo tanto imparare a fare delle belle foto. L’occasione la colsi al volo quando seppi di un corso di fotografia a cura dell’associazione culturale “Politecnico Argonauti “di Marco Navone. Il maestro era Antonio Satta (fotografo della testa giornalistica Unione Sarda), che riuscì a trasmettermi la passione, e la curiosità necessarie per imparare e continuare a fotografare”.
Pina Piras nei suoi meravigliosi scatti è riuscita a coniugare la passione per lo sport all’aria aperta, e l’amore per la natura: “Iniziai a fotografare paesaggi perché un’altra mia passione è il trekking. Sono stata spesso in giro per la Sardegna in luoghi non sempre accessibili a tutti, e sono riuscita a conoscere paesi ormai disabitati o abbandonati. Attraverso i miei scatti ho immortalato riti, sagre e carnevali nei paesi più interni della Sardegna. Ho imparato ad amare anche le foto di reportage, la fotografia di strada, i ritratti e ogni altra espressione fotografica. La mia natura di fondo molto curiosa mi porta a pensare di avere ancora davvero tanto da imparare. Quando possibile non mi lascio sfuggire l’occasione di poter partecipare a workshop e corsi, che purtroppo a causa dell’emergenza Covid, ora si svolgono solo on line”.
Pina Piras ha partecipato a diversi concorsi, ed ha avuto modo di allestire diverse mostre in cui si è fatta notare per il suo stile molto personale. A tal proposito ricorda: “Tra le diverse esposizioni mia prima scalata, sui 3000 mt del Gran Sasso d’Italia. Ricordo anche con particolare affetto il ritratto di Tino Scucuggia, realizzato per il mio primo concorso (sono arrivata seconda), ed è stato il mio primo lavoro serio, e importante”.
Lo scorso anno ha segnato la vita di Pina Piras non solo per i condizionamenti sociali imposti dall’emergenza Covid, ma ci sono state anche altre importanti novità: “Questo ultimo anno per me è stato molto importante, e non solo per il Covid. Il 2020 ha coinciso con il mio cambio di vita. Ho cambiato lavoro, e mi sono trasferita nella capitale giusto in tempo per il lockdown che di fatto ha congelato la mia vita. Ora non mi resta che attendere che tutto ritorni alla normalità. Ho la fortuna di poter ritornare ad Olbia abbastanza spesso per ritrovare i miei tanti amici, e la mia famiglia”.
Pina Piras però non ha alcuna intenzione di smetter di fare programmi, di dar forma a nuove idee e di sognare: “Sogni nel cassetto ne ho tanti. Viaggiare e conoscere il mondo attraverso la mia macchina fotografica, riuscire a finire un progetto fotografico e magari fare una mostra e un libro, e continuare ad imparare da altri fotografi, la mia voglia di imparare va di pari passo alla mia passione. Non mi definisco affatto una fotografa, ho troppo rispetto per chi di fotografia vive. Preferisco definirmi una appassionata di fotografia, specialmente quando la fotografia mi regala emozioni come nessun’altra cosa“.
A Pina Piras viene quasi naturale chiederle un suggerimento, un consiglio per chi volesse accostarsi a tutto quel mondo fatto di arte, creatività e passione che si cela dietro l’obiettivo di una macchina fotografica: “A chi si avvicina alla fotografia consiglio innanzitutto di studiare i grandi fotografi, quelli che anno fatto la storia: Henry Cartier Bresson, Robert Capa, Elliot Erwitt, Robert Frank, Franco Fontana, Sebastiao Salgado, Ferdinando Scianna e tanti altri. Consiglierei di riempirsi gli occhi di immagini di ogni genere, e di non saziarsi mai completamente di questa voglia di guardare il lavoro degli altri. Altro prezioso consiglio che mi sento di dover trasmettere è quello più importante: non smettere mai di sognare”.
Osservando gli scatti meravigliosi di Pina Piras ci si sente letteralmente immersi negli splendidi paesaggi immortalati. La sensazione è quella di percepirla al nostro fianco come una guida che ci suggerisce cosa guardare, mentre tutto quello che non sia bellezza, scompare.
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