Sonia Mulas, di Loceri, e suo marito Antonio Greco, di Arbatax, decidono nel 2005 di trasferirsi in Australia per offrire un futuro migliore ai loro figli. Nel 2018 acquistano una fattoria e la chiamano “Sardinia” per sentirsi sempre a casa. Proprio lì aprono un ristorante tradizionale sardo. La loro storia.
Quando e perché avete deciso di lasciare la Sardegna e trasferirvi dall’altra parte del mondo? Ci siamo trasferiti in Australia nel 2005, per dare un futuro migliore e differente ai nostri tre figli. L’Australia è sempre stato il sogno di mio marito Antonio ed è lui che mi ha spinto a prendere questa decisione. Infatti, poco tempo prima di prendere il volo per Sidney, mi ha organizzato una festa a sorpresa con tutti i nostri cari. Nessuno, della famiglia, degli amici e conoscenti, ha mai creduto che potessimo farlo davvero: lasciare tutto e partire senza certezze. Adesso, a distanza di anni ci vedono felici e hanno capito, come noi d’altronde, che questa era veramente la soluzione adatta per noi. In Australia abbiamo finalmente realizzato i nostri desideri. Ovviamente all’inizio è stata dura, soprattutto per me: non conoscevo l’inglese ed è stato difficile impararlo. Alla fine gli ostacoli che sembravano insormontabili sono però stati superati con orgoglio.
Avete aperto un’attività in Australia che rispecchia tantissimo il tuo grande legame con la Sardegna. Ti va di parlarne? Sono sempre stata una sarda orgogliosa, fiera della propria terra e delle sue tradizioni: le custodisco ancora come se fossero uno dei miei più grandi tesori. Ma ciò che ho sempre amato più di ogni altra cosa è il cibo sardo: cucinarlo, tramandarlo. Per questo motivo, grazie all’appoggio costante di mio marito Antonio che ha sempre creduto nelle mie potenzialità, ho aperto una piccola attività, in un paesino nel New England, basata sulla cucina tradizionale sarda, ogliastrina ma anche italiana. La nostra attività è un takeaway, che si trova nella nostra fattoria. Il nostro sogno, infatti, era quello di trovare un luogo dove poter allevare gli animali e coltivare il nostro cibo, e contemporaneamente sentirci a casa: per questo la fattoria si chiama “Sardinia”. Da noi i clienti possono comprare qualsiasi tipo di pasta fresca e di pietanza tipica, ma non solo: possono imparare l’arte dei Culurgiones, capire la nostra cultura e le nostre tradizioni tramite le immagini trasmesse, ascoltare la musica e sentirsi, quindi, veramente in Sardegna. Sono orgogliosa di far conoscere la mia terra, ma soprattutto felice delle reazioni dei clienti: tutti rimangono estasiati di fronte alle Domus de Janas, ai Nuraghi, alle massaie, ai Mamuthones, al nostro bellissimo mare e a tutto ciò che rappresenta la nostra Isola.
L’arte dei Culurgiones, un piatto a cui tu tieni particolarmente, viene tramandata da generazione in generazione. A te, chi l’ha insegnata? La cucitura dei Culurgiones non è semplice, molte persone imparano facilmente, altre con più riluttanza e difficoltà. A me e alle mie sorelle, è stata insegnata da mia madre non vedente: ma a differenza loro io non ho mai imparato da piccola. Lei era una donna fiera, seguiva le tradizioni con fermezza, e ci imponeva delle regole precise prima di iniziare: grembiule, mani lavate, capelli legati e unghie cortissime. So che il mio legame con il cibo sardo mi è stato tramandato interamente da mia madre, che per me è sempre stata un grande esempio da seguire. Quando vivevo già in Australia, precisamente nel 2007, provai a chiuderli ma senza il minimo successo: da quel momento il mio obiettivo divenne quello di riuscire nell’intento. Dopo tanti tentativi, tanti anni alle spalle, riuscii finalmente a fare degli ottimi Culurgiones, anche dal punto di vista estetico. Il mio unico pensiero in quel momento era rivolto a mia madre: ho immaginato, e immagino tutt’ora, il suo viso e le sue espressioni fiere.
Avete mai pensato di tornare in Sardegna? La voglia di tornare in Sardegna è sempre tantissima, ma non posso dare una risposta certa. Io amo la mia Isola e l’Ogliastra in particolare: mi mancano i paesaggi, il mare, i prodotti tipici sardi ma soprattutto l’allegria, le feste paesane, le nostre tradizioni. Certi legami possono essere compresi solo da un sardo che si trova all’estero. Mi mancano tantissimo anche i miei cari e i miei amici. Quando da voi inizia la stagione estiva, cerchiamo in tutti i modi di promuovere la Sardegna per far sì che gli australiani possano andare a visitarla: per me nessun posto è bello come casa.