Oltre tremila ettari di terra incontaminata e protetta. È questa in Sardegna l’estensione totale delle oasi del Wwf, l’organizzazione che in Italia e nel mondo punta a conservare habitat ed ecosistemi unici.
La prima bandierina col simbolo del panda nella nostra Isola risale al 1985. Trentasei anni fa nel territorio tra i Comuni di Uta, Assemini e Siliqua venne istituita l’oasi di Monte Arcosu. Si tratta della foresta di macchia mediterranea più estesa dell’intero bacino del Mediterraneo. Il paradiso per gli escursionisti, sono presenti due sentieri ‘natura’ quello di Sa Canna e quello di Perdu Melis. Entrambi si percorrono in circa 2 ore. Ci sono anche cinque sentieri di trekking, più lunghi ed adatti a visitatori esperti. “A chi entra nella riserva – si legge sui siti ufficiali – sembra di vivere in un documentario di cui, finalmente, si è anche un po’ protagonisti. È infatti un degli ultimi regni del cervo sardo, uno scrigno di biodiversità”.
E proprio questo animale è al centro, nel settembre di ogni anno, di un particolare tipo di censimento a cui i visitatori possono assistere per vivere un’esperienza allo stesso tempo scientifica e culturale: il conteggio degli esemplari presenti avviene con il metodo del bramito, ossia attraverso l’ascolto delle tipiche vocalizzazioni che emettono i maschi adulti in amore. Oltre al cervo sardo, grazie alla protezione nelle oasi si è passati da 70 a 1.000 esemplari censiti, nelle aree protette vivono anche altri animali quali ad esempio la pernice sarda e la gallina prataiola presente nelle Steppe sarde.
E si chiama in questo modo un’altra delle oasi istituite in Sardegna. Deve il suo nome al tipo di paesaggio caratterizzato da campi, pascoli e prati. Si trova all’interno del sito di importanza comunitaria (Sic) del Comune di Mores nel Sassarese. L’area, di 8 ettari, ospita anche il nuraghe Burghidu. “Nonostante l’aspetto ostile, quest’area sorprende ospitando numerose specie graminacee, oltre a costituire l’habitat naturale di specifica avifauna. I mammiferi sono quasi tutte sottospecie endemiche, ad esempio lepre sarda e donnola sarda, così come gli anfibi raganella sarda e discoglosso sardo”.
La terza oasi è quella di Scivu: 600 ettari all’interno dei siti di interesse comunitario compresi tra Capo Pecora e Rio Scivu-Piscinas nel Comune di Arbus nel territorio del Medio Campidano. “Una fascia che comprende la parte inferiore del sistema costiero di Piscinas, con dune alte e ricoperte dalla macchia mediterranea. Gli amanti della natura potranno scegliere tra tranquille giornate all’aria aperta o cimentarsi in emozionanti percorsi di trekking tra le dune di sabbia e i boschi a ridosso del mare”. La spiaggia di Scivu, costituita da sabbia finissima, spesso viene definita ‘parlante’ per via del rumore che si può sentire camminandoci sopra. Il complesso dunale Scivu-Piscinas di cui l’area fa parte è considerato l’unico deserto costiero di tutta l’Europa.