di TONINO OPPES
Bella e, davvero, originale l’idea del giornalista Luca Urgu, di impegnare in maniera creativa il lockdown.
Come accade spesso per molte cose, anche il suo libro, Storie da bar, edito da La Zattera è nato per gioco, sulla sua pagina Facebook, in piena pandemia da Coronavirus, con il desiderio di recuperare squarci di vita seguendo un unico filo conduttore: il bar appunto (da quello più famoso a quello meno noto) vissuto come luogo d’incontro e di confronto.
Questo singolare viaggio nei ricordi ha mobilitato, in appena tre mesi, più di novanta persone: scrittori, giornalisti, musicisti, insegnanti, sportivi, avvocati, liberi professionisti, tutti chiamati a tornare indietro nel tempo per raccontare pezzi di esistenze lontane. Ma non per nostalgia.
Il passato non è un luogo in cui rifugiarsi nei momenti difficili: è una pagina di vita che è bello recuperare, un po’ per se stessi, ma anche come testimonianza di qualcosa che non torna più da consegnare soprattutto ai più giovani che nulla sanno della vita dei loro genitori o dei loro nonni.
Storie da bar propone un centinaio di brevi racconti da leggere uno dopo l’altro, senza interruzione, tanto sono coinvolgenti e ritmati.
E così, troverete in questo libro alcune storie di città, insieme a tante altre che provengono dal microcosmo di periferia, e dunque sono ambientate nel bar di paese, ovvero il piccolo teatro con i suoi tanti comprimari che, senza rendersi, conto diventano protagonisti assoluti di storie da non dimenticare. Ma il bar è anche quel luogo, che, negli anni dell’infanzia o de sa pitzinnia, si trasforma in un punto strategico, quasi uno spazio magico dove gli occhi degli avventori, grandi e piccoli che vogliono crescere in fretta, scrutano (o forse sognano solamente) il mondo.
Storie da bar ha in copertina l’acrilico, contos de zilleri, di Alessandro Tamponi; la prefazione è di Angelo Altea.
Bella recensione, Tonino Oppes ha colto i punti centrali della ricerca di Luca Urgu, individuando le caratteristiche salienti di una iniziativa nata quasi per gioco.