di LUIGI LILLIU
Da un’originale idea della Presidente dell’Associazione Toponomastica Femminile di Foggia – Gabriella Valentini – elaborata e realizzata in collaborazione con la Casa Editrice Matilda del luogo, nasce il Calendario 2021 dedicato a 60 donne dei 27 Paesi dell’Unione Europea (3 per i fondatori e 2 per gli altri) che hanno contribuito, con rilevante impegno e autentico spirito e cuore europeistico, all’affermazione e sviluppo concreto degli ideali e dei programmi dell’Europa unita: libertà, pace, giustizia, democrazia solidale e inclusiva, dignità umana, uguaglianza e progresso per il comune benessere sociale, economico e culturale.
Il calendario, redatto in formato cartaceo di cm. 30 x 30 ed in tre lingue (italiano, francese e inglese), esprime profondità di contenuti sull’Europa unita e apprezzabile risultato grafico relativo alla parte superiore della pagina del mese dedicata alle donne in essa raffigurate, compresi i rispettivi cenni biografici.
Esso promuove, in modo sicuramente efficace, i valori fondamentali dell’Unione Europea ed è un mezzo senz’altro idoneo a suscitare stimoli di condivisione per riconoscersi cittadini europei.
Le donne prescelte sono di caratura ovviamente elevata, protagoniste assolute con ruoli specifici in ambito politico, scientifico, universitario, culturale, artistico, letterario (numerose scrittrici), giornalistico, sportivo, imprenditoriale, professionale e nei gangli delle istituzioni pubbliche e private, operando sempre con spirito costruttivo europeo.
Fra i tantissimi personaggi femminili dell’Unione Europea, selezionarne 60 per un fine di così alto valore simbolico, proteso altresì a catturare l’interesse soprattutto dei giovani, in quanto il calendario è stato diffuso anche nelle scuole, università, biblioteche, centri di cultura e sedi diplomatiche, dev’essere stata impresa piuttosto ardua.
Noi ci rallegriamo che l’Italia sia rappresentata da tre donne di straordinaria bravura e di chiara fama internazionale, che hanno contribuito alla costruzione della società italiana ed europea, rafforzando la visibilità ed il valore della democrazia inclusiva e solidale, capace di attrarre interesse a tutto campo, a prescindere dagli schieramenti politici e altre appartenenze. Esse sono:
- Fausta La Valle (1927 – 2013), considerata Madre d’Europa, fautrice del diritto di voto delle donne con incarico apicale nell’Ufficio stampa dell’Unione Europea e responsabile redazionale della rivista “Giovane Europa” dell’omonimo Movimento che ricorda l’associazione di Mazziniana memoria. Nel calendario le è stata dedicata la quarta settimana del mese di aprile;
- la seconda figura femminile celebra la nostra immensa Eleonora d’Arborea (1340 – 1403). Il suo cenno biografico riportato nel calendario recita: “Ha promulgato la Carta de Logu, un codice scritto in sardo, affinchè nessuna persona fosse abbandonata all’arbitrio dei giudici”. (1) Nel calendario le è stata dedicata la quarta settimana del mese di maggio;
- Ada Rossi (1899 – 1993), figlia del gen. Carlo Rossi e staffetta partigiana per un’Italia libera ed un’Europa federale, nonché coprotagonista con il marito Ernesto Rossi e Alberto Spinelli del Manifesto clandestino di Ventotene del 1941, propugnante il federalismo europeo. Nel calendario le è stata dedicata la prima settimana del mese di dicembre.
In quanto sardi siamo arcicontenti e decisamente orgogliosi che Eleonora d’Arborea non solo faccia parte della terna italiana ma che primeggi per personalità e importanza del suo vissuto al massimo livello di rappresentanza e governo di un regno potente qual era il Giudicato d’Arborea.
Nel merito, vogliamo sottolineare che la saggia Regina (formalmente reggente in nome e per conto dei figli minori Federico e Mariano) e illuminata legislatrice, nell’introdurre il diritto di tutela della donna, dell’infanzia e della dignità della persona umana, divenne antesignana delle moderne pari opportunità e del femminismo in generale, a valenza universale e riverbero attivo in Europa.
Con la Carta de Logu Eleonora d’Arborea assicurava, altresì, la certezza del diritto e, sancendo il principio giuridico dell’uguaglianza degli uomini davanti alla legge e la condanna anche dell’usura, senza distinzione di classe sociale, fu talmente innovativa che sorprese e sconvolse, a mò di monito rivoluzionario, l’ambiente dei nobili e del clero che in Italia ed in Europa godeva di privilegi assoluti e ovviamente tiranneggiava.
Del resto occorre ricordare che siamo nel medioevo ed a quei tempi le leggi scritte erano poche, per cui i rapporti giuridici venivano regolati secondo gli usi e le consuetudini locali, lasciando ampio spazio alla discrezionalità che in molti casi diventava un vero e proprio arbitrio.
La Corona d’Aragona occupava la Sardegna in regime feudale sin dal 1326 ed il Giudicato d’Arborea era l’unico baluardo di sovranità indipendente che gli aragonesi volevano inglobare nel feudo sferrando ripetuti attacchi di conquista, a cui il forte esercito di Eleonora reagiva infliggendo umilianti sconfitte.
Dopo la morte di Eleonora il Giudicato si indebolì e fu preda della Corona d’Aragona, a cui l’allora giudice Guglielmo III di Narbona, ultimo erede al trono, cedette i suoi diritti il 17 luglio 1420 per 100.000 fiorini d’oro.
La storia di Eleonora fu mutilata dagli aragonesi, i quali dopo l’acquisizione del Giudicato si vendicarono delle sconfitte da lei inflitte, distruggendo documenti e opere che potessero ricordare e testimoniare la sua magnificenza. Non di meno essi manipolarono documenti d’archivio per screditare la Regina e valorizzare la loro posizione dominante.
Eleonora d’Arborea è l’icona della storia di Oristano e più in generale della Sardegna, un fulgido esempio totalizzante di dedizione civica e di amore per il popolo (assisteva personalmente i sudditi colpiti di peste), a torto poco studiata nelle scuole.
E’ tuttavia il simbolo che all’occorrenza, come in questo difficile momento, viene prelevato dallo scrigno per dare senso e prospettiva alla vita individuale e collettiva, con estensione universale.
A Eleonora rese onore Carlo Cattaneo che, tanto per restare in tema, era un fervente europeista. Di lei scrisse: ”…è la figura più splendida di donna che abbiano le storie italiane, non escluse quelle di Roma antica”.
Il bel calendario in questione si discosta dalla tradizionale funzione pubblicitaria per immagini, rispondente alle strategie aziendali o ad altre finalità promozionali di carattere economico e sociale e anche artistico. Esso raccoglie i frutti di un progetto molto creativo, inteso a stimolare la condivisione e consolidare i comportamenti di vocazione europeistica, per un futuro rispettoso dei diritti delle persone, del benessere comune e della pace tra i popoli. (2)
In tal senso le donne hanno sempre avuto un ruolo sostanziale che quest’anno è più che mai determinante nell’Europa che possiamo definire al femminile, atteso che dal 1° luglio p.v. Angela Merkel ricoprirà la carica semestrale di Presidente del Consiglio dell’UE, Ursula von der Leyen è Presidente della Commissione Europea e Christine Lagarde presiede la Banca Centrale Europea.
Si tratta di un vero e proprio triumvirato femminile chiamato a governare l’Europa in questo particolare periodo storico, che richiede sforzi coraggiosi per l’urgente rinnovamento imposto dalla criticità della pandemia in atto e che sollecita coesione atta a soddisfare le esigenze correnti ed a lavorare con lungimirante visione europeistica, da implementare con progettualità rassicurante anche per le future generazioni. .
Molte situazioni e fatti descritti sono riconducibili al tragico anno 2020, che vorremmo dimenticare per i lutti, le sofferenze, i disagi ed i danni relativi al lavoro, economia, socialità, vicinanza e cura dei disabili ecc. ma che, nonostante lo sconvolgimento generale, specie durante il lockdown, ha fatto emergere nuove idee, progetti (esempio il calendario in questione), attività e attenzione al prossimo: una lezione di vita per un necessitato cambiamento in positivo.
Non resta che invocare la speranza di un nuovo anno migliore che, quanto prima, segni anche la fine della pandemia.
Alle limitazioni ed ai disagi di cui sopra non è potuto sfuggire il comparto associativo e noi dell’Associazione Culturale Eleonora d’Arborea, in questo lungo periodo dominato dall’incertezza causata proprio dagli accadimenti negativi, non abbiamo potuto programmare attività sociale, nè operare, se non in modo marginale e con presenza non aggregante.
E’ quindi auspicabile che quest’anno il Consiglio Direttivo possa riprendere iniziative lasciate in sospeso o parzialmente svolte – per esempio la cerimonia per il dono di una statua della Madonna al Santuario cagliaritano di Nostra Signora di Bonaria, opera del socio, consigliere e famoso scultore Pino Mascia – e organizzare eventi corrispondenti alle aspettative dei soci e della popolazione locale che ci segue con stima e simpatia.
La significativa settimana del mese di maggio dedicata a Eleonora d’Arborea, Regina e ora ufficialmente anche europeista, a cui siamo fieri di avere intitolato la nostra Associazione, merita senz’altro un appropriato atto celebrativo.
N o t e
Carta de Logu promulgata nel 1395. Fonti: Ediz anastatica 3T Troise, 1974, pag.12 – dizionari generale geografico e statistico degli Stati Sardi 1855 e dizionario Treccani.
La testata online Vitamine vaganti pubblica notizie relative alla tematica del calendario su “https://vitaminevaganti.com/2020/10/24/calendaria-2021”