di BENEDETTA PIRAS
Quattro uomini si sfidano a un gioco di abilità, velocità e mente fredda. Muovono le braccia velocemente a coppie, l’uno davanti all’altro, facendo il gesto di un numero da uno a cinque con le mani, gridando ad alta voce altri numeri in un coro di voci baritone ricche di vitalità.
Se non sei nato in Sardegna e ne hai appreso i dialetti nel corso del tempo non puoi ambire a comprendere ciò che dicono tanta è l’energia e la velocità con cui parlano. Tuttavia, forse puoi indovinare a che gioco stanno giocando, perché si tratta di un gioco conosciuto in diverse parti d’Italia ma perfezionato e reso unico proprio nell’isola, il gioco della morra.
La morra è il gioco tradizionale per eccellenza della Sardegna e affonda le sue radici direttamente nell’antico Impero Romano, dove questo passatempo era chiamato nobilissimus digitorum ludus, nome che significava letteralmente “il nobile gioco delle dita”. Oggi il gioco è rimasto pressoché lo stesso dopo migliaia di anni e anche se giocarlo può sembrare semplice, in realtà solo i murrèris più allenati sanno davvero mantenere il ritmo veloce e incalzante delle partite.
Tutto sta nell’indovinare il numero totale risultante da quelli gridati e segnalati con la mano dai due avversari del momento. Sebbene si possa giocare in due, la variante a coppie del gioco della morra è la prediletta anche durante i tornei locali.
A due a due, i contendenti iniziano il “duello” distendendo la mano insieme e gridando quella che secondo loro sarà la somma dei due numeri proposti, se nessuno indovina al primo tentativo la sfida continua, quando uno dei due murrèris indovina passa a sfidare l’altro contendente finchè non perde a sua volta.
L’obiettivo finale è quello di raggiungere un determinato punteggio; sarà compito dell’hontadòre, l’arbitro della partita, moderare il match dichiarando i punti, i nulla di fatto o ancora punendo chi cerca di barare modificando il numero delle dita all’ultimo secondo.
Come già detto nella morra sarda velocità e attenzione nel ragionamento sono le basi per portare avanti il gioco nel migliore dei modi, ma non sono tutto, perché i sardi nel corso del tempo hanno intriso questo passatempo di forza e carica emotiva, rendendo questi incontri veri e propri eventi travolgenti.
Così durante la morra sentirai voci crescere per sovrastare l’avversario, una tecnica comune portata avanti dai giocatori per “dominare” il contendente e dirigere la partita. Insieme al tono inoltre scoprirai che questo gioco è anche ritmo, quello che da sempre scorre nel sangue di chi abita questa terra e che ricorda quasi i portentosi canti a tenore. Anche da questo punto di vista nulla è lasciato al caso: solo i giocatori più bravi riusciranno a farti sentire il ritmo, riportano in carreggiata gli altri nel caso in cui qualcuno acceleri o deceleri troppo.
Bandito dal 1931 per via di una legge fascista che lo descriveva come un gioco d’azzardo pericoloso, il gioco della morra è in realtà praticato ancora oggi, specialmente durante le sagre di paese, i matrimoni e perfino sotto forma di tornei veri e propri, regalando a chi vi partecipa e a chi guarda dei piacevoli momenti di festa e coinvolgimento emotivo.
da quando esiste questo gioco?
BELLISSIMO ARTICOLO E GIOCO DI UNA ABILITA INCREDIBILE, SOPRATTUTTO ALLENAMENTO MENTALE, INTELLIGENZA E DESTREZZA lo proporrei come patrimonio UNESCO