Una bella novità al termine di una stagione tormentata: sarà il Giro di Sardegna a chiudere il calendario 2020 del ciclismo professionistico. Tre giorni dopo la fine del Giro d’Italia andrà così in scena l’ultimo grande appuntamento dell’anno in Italia, una gara a tappe di cinque giorni (classe UCI 2.1) che vedrà i migliori ciclisti professionisti a darsi battaglia alla ripartenza di una corsa piena di storia, che torna nove anni dopo l’ultima edizione, conquistata da Peter Sagan nel 2011.
Regione Autonoma della Sardegna e Angulus Ridet Srls, guidata da Stefano Pilato, già organizzatore della corsa dal 2009 al 2011, credono fortemente nel rilancio di una corsa storica nel panorama ciclistico internazionale, che nel suo albo d’oro a partire dal 1958 vede il gotha del ciclismo internazionale: spiccano i quattro successi di Eddy Merckx e i tre di Rik Van Looy.
Una grande opportunità, non solo dal punto di vista turistico, per la Sardegna, che negli ultimi anni ha visto incrementare la presenza di turisti in bicicletta. Merito di un territorio ideale per questo segmento, con un clima mite e bellezze paesaggistiche e naturalistiche particolarmente adatte alla scoperta attraverso una forma di turismo lento e sostenibile. Una Regione che può essere attraversata facilmente in bicicletta, grazie a una rete extraurbana poco trafficata, e in cui si stanno sviluppando progetti e percorsi dedicati proprio a chi pedala.
“In un momento particolare, grazie alla lungimiranza della Regione Sardegna e degli Assessorati competenti che ringraziamo per aver creduto in questa manifestazione – dice Stefano Pilato per Angulus Ridet Srls – riparte il Giro di Sardegna giunto alla trentesima edizione, mettendo al centro la ripartenza del ciclismo e la promozione delle meraviglie paesaggistiche del territorio. La Sardegna è un ottimo teatro per gli attori che saranno in scena e, come in passato, il nome dell’atleta che andrà ad aggiungersi all’albo d’oro sarà all’altezza dei predecessori. I percorsi sono interessanti dal punto di vista sportivo e percorrono meravigliose località: sono certo che il desiderio di tutti i praticanti di questa disciplina, agonisti o cicloamatori, di percorrerli in bicicletta sarà sollecitato dalle meravigliose riprese video. Il Fil Rouge quest’anno è l’archeologia e la Sardegna è terra di incredibili realtà, da leggere e visitare con attenzione, oltre che con fantasia e sensazioni, che diventano sogni ed ipotesi che aumentano l’interesse di ognuno”.
“In una delle edizioni del Giro di Sardegna da noi organizzate – continua Stefano Pilato –, credo nel 2010, incontrai sulla salita di Buggerru un giovane ciclista, Fabio Aru, che attendeva il passaggio della carovana. Mi fu indicato come una promessa, che poi è stata mantenuta: i suoi successi importantissimi hanno fatto sì che la Sardegna sia stata orgogliosa di lui. Noi lo ringrazieremo con un dovuto arrivo di tappa nel suo Paese. Le sue vittorie da professionista e prima ancora da Under 23, quelle di Alberto Loddo nei professionisti e di Stefano Usai tra gli U23 hanno motivato molti validi ragazzi a pedalare e gareggiare. Perché questo è un altro motivo che porta alla realizzazione del Giro di Sardegna: portare nuove leve al ciclismo Regionale ed in seguito Nazionale”.
Il Giro di Sardegna viene rilanciato con il fondamentale sostegno della Regione Autonoma della Sardegna e l’organizzazione di Angulus Ridet Srls, che si avvale della collaborazione, per la parte tecnica e per le attività di comunicazione, dello staff di Extragiro, il gruppo di lavoro coordinato da Marco Selleri e Marco Pavarini, nato nell’ambito del gruppo organizzatore del Giro d’Italia Under 23 e recentemente parte attiva nel Comitato Organizzatore dei Campionati del Mondo su strada Imola – Emilia-Romagna.
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