di SONIA PINNA
Roberto Meloni è un artista sardo a tutto tondo, cantante, show man e doppiatore. Classe 1977, originario di Ardara, piccolo borgo in provincia di Sassari, da 18 anni vive a Riga, in Lettonia. Il racconto della sua esperienza di italiano all’estero vuole essere uno stimolo per le nuove generazioni, per viaggiare e inseguire sempre i propri sogni.
Come sei finito in Lettonia? Nel 2001 studiavo nella Facoltà di Lingue e letterature straniere a Sassari e ho aderito al progetto universitario Socrates. Io volevo andare in Portogallo, ma i posti disponibili erano esauriti. C’erano 3 paesi del Baltico che mi furono proposti, tra cui la Lettonia, che io scelsi per il fatto che quasi il 50% della popolazione ha origini russe e io ero stato per un periodo in Kirghizistan dove parlano russo e qualcosa di quella lingua l’avevo appresa. Invece una volta lì, il mio russo è rimasto abbastanza basico e ho imparato il lettone.
Come è vivere in Lettonia? La cultura è differente ma ci sono tante cose che la accomunano alla Sardegna. I lettoni sono molto legati alle loro tradizioni, alla loro lingua, ai loro balli, ai loro costumi tipici, un po’ come noi sardi. E come noi, sono molto ospitali ma con un pizzico di cautela iniziale che poi sfocia in rapporti amicali belli e sinceri. Vivere a Riga è molto bello è una città molto pulita, abitata da gente onesta. Le persone hanno ancora qualche strascico del passato. Durante il periodo comunista non potevano parlare di determinate cose o trattare certi argomenti per paura che il singolo individuo o la famiglia venisse deportata o decimata. Per fortuna, più passano gli anni più il passato sfuma. Oggi i lettoni viaggiano molto e Riga è una città sempre più multiculturale.
Come sei entrato nel mondo dello spettacolo? All’inizio io in Lettonia facevo l’insegnante di lingua italiana. Tornai in Italia per assolvere il servizio militare e ritornai lì per un master di interprete per l’Unione europea, che non conclusi. Nel 2004 si presentò l’occasione di partecipare ad un programma lettone “Talantu Fabrika”, una Star Academy, una sorta di “Amici” in Italia, e da lì è partito tutto. Da premettere che io in Sardegna cantavo fin da giovanissimo, ovunque, per strada, dove mi capitava. Mi sono esibito ai tempi in concorso con Maria Giovanna Cherchi, Carla de Nule, Lucia Budroni.
Hai partecipato a vari concorsi canori internazionali, due Eurovision Song, hai inciso diversi CD, hai lavorato in alcuni programmi televisivi e hai persino fatto teatro. In questo momento cosa fai? Da 5 anni e mezzo ho un programma tutto mio, un programma di cucina, la “Dolce Vita con Roberto”, partito per fare poche puntate invece sono arrivato a registrarne oltre duemila. Ho pubblicato tre libri di arte culinaria che hanno riscosso un grande successo. Vorresti tornare in Italia? Certo mi piacerebbe tornare e tornarci bene, ho in mente delle proposte ma in questo momento non saprei a chi farle. Ho avuto un buon riscontro in Italia con la partecipazione come ospite ai programmi della Carrà, della Perego e della Colò e con il mio, seppur breve, percorso a “Pechino express”.
Cosa ti manca della tua terra? Ho un rapporto molto stretto con la mia terra, vorrei stare in Sardegna molto più tempo, vicino alla mia famiglia e ai miei amici. Mi mancano i profumi sardi, la cucina, la gente, il modo di ridere e divertirsi dei sardi.
Cosa consiglieresti ai ragazzi sardi? Prima di tutto di studiare, studiare tanto, essere preparati, viaggiare, fare nuove esperienze. Questo significa anche rischiare, cadere, fare brutte figure, con la consapevolezza che quell’errore servirà a migliorarsi. Spero comunque che i nostri giovani trovino la chiave giusta per rivalutare la nostra Isola. Io che ho viaggiato tanto vi posso dire che ci sono posti molto valutati che non hanno niente da offrire. La nostra Sardegna è un gioiello, un pozzo di risorse.
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