di CINZIA LOI
Nel territorio di Ardauli, piccolo centro del Barigadu (Sardegna centrale), prosperano oliveti e vigneti lavorati ancora con metodi tradizionali. In questi ultimi, in cui la vite è allevata ad alberello e l’aratura avviene con l’asino, si coltivano decine di uve differenti: Bovale Sardo, Bovale di Spagna, Moscatello, Semidano, Vermentino, Nasco, Barbera Sarda.
Caratterizzano questo paesaggio vitato numerosi palmenti, chiamati qui lacos de catzigare (vasche per la pigiatura), alcuni dei quali utilizzati fino a epoca recente. Il loro numero è consistente, anche se l’abbandono delle campagne e il conseguente venir meno degli stili di vita tradizionali, può aver causato in questi ultimi anni l’obliterazione e/o la distruzione di molti di essi.
La tipologia più comune, scavata nella roccia affiorante, è costituita da un sistema di due vasche comunicanti attraverso un foro o un’apertura a canaletta. Di grande interesse la serie di ortostati infissi a coltello che delimitano la vasca per la pigiatura. In questo territorio si conservano anche numerose vasche scavate su massi di roccia isolati.
Al fine di censire, tutelare e valorizzare questo inestimabile patrimonio rupestre a rischio di scomparsa, l’associazione Paleoworking Sardegna lancia il concorso “LACOS DE CATZIGARE. I PALMENTI RUPESTRI DI ARDAULI”.
Partecipare è semplice, basterà inviare – dal dal 14 settembre al 14 ottobre 2020 – due fotografie su uno o più Lacos all’indirizzo email: paleoworking.sardegna@gmail.com
L’unico requisito richiesto è che i Lacos dovranno ricadere nel terreno/i di proprietà del partecipante.
I primi tre Lacos classificati, valutati da una giuria di esperti del mondo del vino e dell’archeobotanica, verranno premiati con vini pregiati.